Negligenze contabili. E’ questo il motivo che ha spinto il Movimento 5 Stelle abruzzese a chiedere al presidente Gentiloni il commissariamento della Giunta D’Alfonso “e salvare l’Abruzzo dall’inefficienza che sta devastando la Regione”.
Le negligenze, come le hanno definite i grillini sono ben undici: si va dalla mancata adozione delle misure consequenziali alla parifica del rendiconto dell’esercizio 2012; alla dichiarazione di illegittimità costituzionale parziale del rendiconto 2013 giusta sentenza n. 89/2017 della Corte Costituzionale; alla mancata approvazione da parte del Consiglio Regionale del rendiconto 2014; nonché alla mancata definizione dell’esatto ammontare dei residui al 31.12.2015 e del riaccertamento straordinario degli stessi all’1.1.2016. E mancanze, secondo i 5 Stelle, ci sono state anche nell’ adozione da parte della Giunta regionale del rendiconto 2015 e 2016, nell’ utilizzo dell’istituto di assestamento dei bilanci di previsione per gli esercizi 2014, 2015, 2016 e 2017; nell’esatta definizione del saldo netto da finanziare e del disavanzo effettivo di gestione e, di conseguenza, mancata adozione del Piano di Rientro nei termini previsti dalla normativa (decreto legislativo n.118/2011); nella conseguente iscrizione, nel bilancio di previsione del 2017, del disavanzo effettivo di gestione, risultante da procedure certe e definitive. E c’è stata ancora la violazione reiterata per la mancata parifica da parte della Sezione di Controllo della Corte dei Conti, come da dispositivo di cui all’articolo 1, comma 5, del decreto legge 10 Ottobre 2012, n.174, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 Dicembre 2012, n.213 ed infine la mancata rivisitazione delle norme regionali e mancato adeguamento dell’ordinamento contabile regionale a quanto previsto dal decreto legge 10 Ottobre 2012, n.174, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 Dicembre 2012, n.213.
“Sembra di rivivere gli anni precedenti al commissariamento della sanità causata dalle negligenze della Giunta Del Turco- spiegano i consiglieri regionali del M5S Marcozzi, Mercante, Pettinari, Ranieri e Smargiassi-. Nonostante i ripetuti richiami di Corte dei Conti e Corte Costituzionale, questa Regione continua ad attuare comportamenti dilatori e omissivi che imprigionano i conti dell’Abruzzo in reiterate violazioni di legge- sottolinea Sara Marcozzi che, in riferimento alle novità normative in tema di contabilità pubblica dal 2011 a oggi aggiunge- appaiono svilite e svuotate nella loro efficacia dall’azione della Giunta regionale a guida del Presidente Luciano D’Alfonso”.
Il “peggior esempio in Italia” aggiungono i consiglieri i quali spiegano ancora che “la mancata approvazione dei rendiconti (l’ultimo nel 2012) ed il mancato riaccertamento straordinario dei residui attivi e passivi con la consequenziale incapacità di determinare l’esatto ammontare del disavanzo d’esercizio (in base al rendiconto 2012 è pari a 574 milioni di euro più 174 milioni di euro di anticipazione di liquidità surrettiziamente non contabilizzati a disavanzo) non hanno ancora permesso la costituzione di un piano di copertura pluriennale (trentennale) relativo all’eventuale e probabile maggiore disavanzo d’esercizio derivante dal riaccertamento straordinario dei residui”. Questo ha provocato “un blocco dell’amministrazione con l’incapacità di ulteriore indebitamento di Regione Abruzzo. Pensiamo alle condizioni dei nostri ospedali, ci sentiamo ripetere che non ci sono i soldi per migliorarli, ma i soldi non ci sono per l’incapacità di mettere il bilancio in ordine di questo governo che poi vorrebbe regalarne la costruzione e la gestione al privato, arrecando alle casse regionali persino un aggravio di costi – concludono i 5 consiglieri – E dal I Maggio, ai limiti sull’indebitamento si aggiunge il il divieto di assunzioni di personale a qualsiasi titolo, fino a quando non abbiano adempiuto all’approvazione nel rispetto dei termini dei bilanci di previsione, dei rendiconti e del bilancio consolidato. Questa misura potrebbe pregiudicare la funzionalità di alcuni dipartimenti e uffici e dunque peggiorare i servizi per i cittadini abruzzesi”.
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