C’è chi, come Diva Boutique, organizza addirittura un evento per inaugurare la settimana “nera”: una sala di Igioland dove questa sera saranno proiettati video appositamente prodotti e stand tra le poltrone dove fare un viaggio nelle offerte e nella nuova collezione. Ma rispetto al passato, quando il Black Friday irruppe in Italia come tante mode americane, la giornata, che poi è la settimana, delle offerte, non sembra avere più grande successo nel commercio in presenza.
In Valle Peligna sono pochi quelli ad aver aderito alla tradizione americana, legata e condizionata dal Thanksgiving il quarto giovedì di novembre: un “giorno nero”, insomma, per recuperare quanto non si è incassato nel festivo. Un modo, nei fatti, per aprire formalmente gli acquisti di Natale che quest’anno assume anche un valore diverso per il commercio, già fortemente penalizzato da una stagione che solo ieri ha cominciato a registrare temperature più basse. Tanto da far richiedere ai commercianti di spostare anche la stagione dei saldi.
Di cartelli e manifesti a stelle strisce, o meglio di “black” gridato, se ne contano poche decine quest’anno tra le saracinesche rimaste ancora aperte, almeno, in un cimitero di vendesi e affittasi che non risparmia, ormai, neanche le vetrine più centrali.
“Il commercio è cambiato – spiega Cinzia Di Gesualdo, proprietaria di Diva Boutique – non possiamo più aspettare che il cliente venga in negozio, dobbiamo stanarlo in casa, perché in casa, con un computer e un telefonino, ha già una vetrina molto varia. E i consumatori non sono sciocchi: sanno se l’offerta è davvero tale, o se è una rimanenza rimessa in saldo o un prezzo taroccato”.
“In molti non aderiranno al Black Friday in città – commenta Claudio Mariotti di Ascom Servizi – in passato, a parte i primissimi anni, non ha portato vantaggi e chissà quali incassi, a fronte di sconti importanti è fondamentale recuperare in quantità di prodotti venduti. E questo non accade”.
Secondo un’indagine di Altroconsumo quest’anno la spesa tra il Black Friday e il Natale diminuirà di pochi punti percentuale: circa il 2% di acquisti in meno, ma la variabile dell’inflazione e della stretta della Finanziaria resta minacciosa sulle casse.
A godere degli sconti del venerdì saranno soprattutto i prodotti tecnologici, il cui prezzo viene monitorato regolarmente dall’utenza e su cui bisogna battere la concorrenza del mercato online. A differenza di altra merce, infatti, il “valore aggiunto” della fiducia e della possibilità di toccare e provare quel che si compra non c’è. Non a caso le vetrine in presenza di questi prodotti al Black Friday neanche ci pensano.
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