Scendono in campo anche i commercianti per sostenere la battaglia degli imprenditori e degli ordini professionali che, proprio domani, si riuniranno per decidere le forme di protesta da adottare al fine di sbrogliare l’impasse creatosi a palazzo San Francesco, dove gli uffici comunali sono stati svuotati bloccando decine e decine di pratiche del sisma e non solo.
“Il fermo dei cantieri per gli insostenibili tempi della burocrazia, ancora più inconcepibile a fronte di ingenti finanziamenti pubblici disponibili – scrive l’associazione Sulmona fa Centro -, non solo acuisce la crisi profonda che attanaglia l’economia della Valle Peligna ma fa perdere rilievo a quello che attualmente è ancora considerato in Abruzzo come il centro storico di maggior pregio storico architettonico, zeppo com’è ridotto di transenne protettive, intonaci e cornicioni cadenti, impalcature di sostegno quasi decennali. È necessario invertire senza indugi la rotta, dando assoluta priorità alla soluzione di tutti i lacciuoli burocratici che ostacolano la ripresa dei cantieri e l’installazione dei nuovi, sia a finanziamento pubblico che privato. Non essere in grado di intercettare e mettere a frutto i possibili ingenti investimenti pubblici legati al progetto Casa Italia costituirebbe la pietra tombale per Sulmona, vista la sua acclarata fragilità a fronte di attendibili eventi sismici”.
Continua intanto l’occupazione dell’Aula consiliare da parte dei lavoratori della Satic, giunti oggi al sesto giorno di protesta. Dal palazzo, hanno ribadito, non si muoveranno fin quando non ci saranno risposte concrete, atti ufficiali, che sbroglino la situazione. All’orizzonte, però, non sembrano esserci novità, con la politica che continua a rimanere silente e in attesa del parere dell’Anac richiesto dal segretario comunale il 21 aprile scorso.
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