Si apre un altro fronte giudiziario nella gestione del Cogesa, o meglio del comitato ristretto del controllo analogo, l’organismo cioè previsto da un’apposita norma del 2015 che, nei fatti, è stata da mesi aggirata con la convocazione del cosiddetto controllo analogo allargato a tutti i soci.
Pronto ad adire le vie legali è infatti il sindaco di Cansano, nonché rappresentante del territorio in seno all’Agir, Mario Ciampaglione, che con una nota ha diffidato il sindaco di Sulmona, che il comitato ristretto dovrebbe presiedere, a non reiterare quel “trucchetto” che consente all’attuale governance di non essere in minoranza politica.
Di fatto l’organo di controllo, anticamera dell’assemblea, non si riunisce più dall’inizio di ottobre scorso, sostituito, si fa per dire, da un controllo analogo allargato che finora non è mai riuscito a raggiungere le 34 quote-testa necessarie per la validità della seduta.
Di fatto da quella data non è dato sapere ai soci cosa sia successo nella società partecipata.
Alla protesta si unisce anche Gabriele Gianni, delegato di Anversa nell’organismo, che solleva anche un problema di legittimità degli atti approvati finora (17 riunioni e 66 deliberazioni): se il controllo analogo non esiste più, sostiene, come dichiarato tanto dall’amministratore unico quanto dall’assessore alle Partecipate del Comune di Sulmona, Stefano Mariani, “chiedo di avere l’atto che ha revocata la delibera numero 3 del 29/6/2015” quella cioè che istituiva e definiva compiti e funzioni del comitato del controllo analogo.
Comitato che, fa notare Gianni, si era chiesto di modificare nella rappresentanza fin dal gennaio 2018, senza che nessuno abbia dato seguito a quella richiesta mirata a dare maggiore rappresentatività alle aree di riferimento, anche a seguito dell’ampliamento societario.
“Ad oggi – aggiunge Ciampaglione – il nominato comitato ristretto, l’unico che può decidere se portare all’attenzione di una più ampia assemblea gli argomenti da trattare, non è stato mai revocato né tantomeno superato da intervenute nuove norme per cui è pienamente legittimato a svolgere il ruolo per cui è stato eletto”.
La risposta dovrà arrivare entro la settimana, visto che per metà marzo è stato riconvocata la riunione del controllo allargato a cui è mancato il numero legale l’ultima volta.
I punti da discutere non sono d’altronde di secondaria importanza: bilancio di previsione, piano assunzioni, acquisto della sede di Sviluppo Italia.
ormai è chiaro che la gestione di questa azienda pubblica è a dir poco scabrosa. viene utilizzata come fosse un’azienda privata ma, di fatto, non lo è. massima stima per i sindaci dissidenti. azzeramento della classe dirigente e nomina dell’amministratore unico fuori dalla cerchia dell’UDC. solo così si può evitare il disastro.