Non hanno proferito parola durante l’interrogatorio di garanzia Andrea e Aldo Ferrera, padre e figlio di 46 e 20 anni, finiti agli arresti domiciliari per i colpi di pistola esplosi nei mesi di febbraio e maggio contro un’abitazione in via XXIV maggio, a Pratola Peligna, e a Raiano. I due, di origini siciliane ma residenti proprio nel Comune peligno, sono stati raggiunti dalla misura cautelare lo scorso sabato, emessa dal giudice per le indagini preliminari.
Questa mattina, davanti al gip del Tribunale di Sulmona, Alessandra De Marco, i due si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. I legali, Mario Iacovone e Angelo Pace, hanno chiesto di revocare la misura cautelare. O quantomeno di disporne una meno afflittiva.
A carico dei due, per il momento, la procura contesta le accuse di porto e detenzione abusiva di arma clandestina, ricettazione ed esplosione pericolosa di colpi d’arma da fuoco. Ad incastrarli ci sarebbero le analisi tecniche fatte sul circuito di videosorveglianza, nonché il riscontro dell’aggancio delle cellule telefoniche e le intercettazioni che furono disposte nei confronti dei due sospettati e che a luglio portarono a fermare il padre, Andrea Ferrera, al casello autostradale di Pratola Peligna con una pistola e delle munizioni. Motivo per il quale l’uomo venne arrestato e si trovava, ancora oggi, in custodia ai domiciliari.
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