Colletti bianchi in periferia: a settembre 110 per sei palazzine

Sul retro del palazzo c’è una piccola montagnola d’asfalto sgretolata. E’ lì ammucchiata da ventuno anni, da quando cioè, in occasione della visita del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi a Sulmona, venne rifatto l’asfalto in via XXV aprile. Grattato da terra e dimenticato lì come fosse una discarica. A fianco i resti dei bidoni andati a fuoco in uno degli incendi dolosi appiccati, che per smaltirli, gli hanno detto al Cogesa, devono pensarci i condomini a loro spese: “Millecinquecento euro – commenta un residente – perché dicono che sono rifiuti speciali”.

L’ultimo intervento di ripulitura e sistemazione, che non siano quelli fatti dagli stessi condomini, risale ad una decina di anni fa, quando la produzione di “Un Natale con i fiocchi” scelse i portici di queste palazzine per girare una scena del film con Alessandro Gassman e Silvio Orlando. Ladro e guardia, non a caso.

Dalle finestre in ferro delle tre palazzine qualcuno si affaccia curioso, molti scendono in strada, che gente in “giacca e cravatta” da queste parti non si è vista spesso. Piuttosto carabinieri e vigili del fuoco, per sedare incendi e liti.

Se di periferia si può parlare a Sulmona, è questa, nella città di Capograssi e del diritto: ieri davanti ai “colletti bianchi” i residenti gliela hanno voluta raccontare, almeno questo, la loro vita ai margini. Dall’ascensore rotta, ai bidoni dell’immondizia che non si sa dove metterli, dai giardini che nessuno cura, alla fogna rotta, dal degrado che agevola la delinquenza, alle transenne lasciate da tempo immemore dalla Saca vicino al tombino. Stessi problemi e sorti simili: da via XXV aprile a via Avezzano, passando per un pezzo di via L’Aquila.

Sul posto il sindaco Di Piero, il vice Casciani, l’assessora Di Nisio, il dirigente Raulli, ma anche il presidente e il direttore dell’Ater, Isidoro Isidori e Alfredo D’Ercole.

Perché la riqualificazione dell’area non può prescindere da un accordo tra i due enti: “Bisogna definire prima le competenze degli spazi – spiega il sindaco Di Piero – rivedere le convenzioni e quindi decidere chi e come deve intervenire. Quel che possiamo fare subito, lo faremo: a partire dall’installazione delle telecamere per la sicurezza, che però possiamo mettere sulla strada, non certo in aree che non sono di nostra proprietà”.

I piccoli problemi, assicura il direttore D’Ercole, “si possono risolvere in breve termine – spiega – basta un po’ di attenzione. Sulla sicurezza non possiamo fare molto, se non cercare di ridurre il degrado e per questo stiamo definendo la convenzione con il Comune. Ma su una parte di queste palazzine sono previsti interventi massicci”.

A spiegarli è il presidente Isidori: “A settembre partiranno i lavori del 110 su quegli immobili nei quali abbiamo la maggioranza della proprietà – annuncia – si tratta di due palazzine di via XXV aprile e quattro di via Avezzano, per le quali attiveremo il sisma e l’eco bonus, rendendoli più efficienti e accoglienti. Abbiamo già firmato il contratto, il prossimo mese partiranno i lavori”.

I residenti incassano e sperano che non sia solo un annuncio. Se non altro, questa volta, sono venuti a dirglielo di persona quelli che contano. Fino in periferia.

2 Commenti su "Colletti bianchi in periferia: a settembre 110 per sei palazzine"

  1. Caro Iavarone, ti ho visto arrivare, sei stato neanche mezz’ora e hai fotografato una storia che dura da anni. Grazie

  2. Diritti e doveri | 9 Agosto 2022 at 07:49 | Rispondi

    Il punto di tutto è che molti degli inquilini non sanno che sia la manutenzione ordinaria che straordinaria della palazzine ATER tocca al predetto ente. Mi si rompe un infisso, la caldaia nell’appartamento deve venire l’Ater a cambiarlo. Lo stesso vale per asfalto esterno facciate tetto e così via. Discorso apparte per i proprietari che hanno riscattato gli alloggi per i quali nulla è dovuto e devono pure partecipare alle spese straordinarie.

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