Nuovo collegio elettorale: opportunità per la Valle Peligna secondo Carugno

Che la nuova legge elettorale abbia ridisegnato la geografia politica del Centro Abruzzo è cosa nota, ma la notizia non sembra scomporre più di tanto Massimo Carugno della segreteria nazionale del Partito Socialista Italiano. L’annessione elettorale del territorio peligno alla costa potrebbe risultare per Carugno “un’opportunità per dare all’Abruzzo un nuovo disegno territoriale di cui il comprensorio peligno non può che giovarsi. E’ il classico primo passo che può aprire nuove opportunità. Non l’ha prescritto mica il medico che questa Valle debba morire sotto il dominio dell’Aquila”.

Sentimenti anti-aquilani che spirano forte anche in Valle Peligna dunque – almeno in casa socialista – dopo la polemica nata nelle scorse settimane sulla possibilità di nominare Pescara il nuovo capoluogo di Regione: “se essere capoluogo vuol dire essere madre amorevole verso i territori che sono i figli, L’Aquila è una città che non ha ancora dimostrato di meritare di essere né capoluogo di Regione né quello di Provincia”.

Nel nuovo collegio uninominale della Camera, che oltre al comprensorio peligno comprende l’Alta Val Pescara e Chieti e i comuni del suo hinterland, Carugno intravede il possibile territorio – al netto di Chieti e dei paesi limitrofi – di riferimento per tribunale ed ospedale, che avrebbero a quel punto l’utenza potenziale necessaria che la legge prescrive.

“Potrebbe essere una porta aperta – conclude infine Carugno – per permettere a questo territorio di cambiare Provincia e approdare verso l’Adriatico. Una breccia per diventare ancora di più un punto nevralgico dell’asse Roma-Avezzano-Sulmona-Pescara fondamentale per i programmi di sviluppo commerciale europei. Il nuovo collegio elettorale è la scintilla che potrebbe innescare una vera rivoluzione liberatoria della nostra storia che va ben oltre la possibilità di mettere un conterraneo al quarto posto di qualche lista con zero possibilità di essere eletto. Ma come al solito lo sguardo dei miei concittadini non arriva oltre San Panfilo”.

Savino Monterisi