La lettera è inviata ai sindaci, alla governance di Cogesa, ma soprattutto al prefetto e alla Corte dei Conti, perché il sindaco di Sulmona, Gianfranco Di Piero, non vuole avere più rogne di quelle che gli ha già dato la partecipata. I giudici contabili, d’altronde, lo hanno duramente redarguito, in qualità di presidente del Controllo analogo, sulla mancanza di controllo, appunto, che i Comuni-soci esercitano sulla società. Che, non per niente, se ne è andata negli ultimi anni dritta dritta sul limitare del precipizio.
Lo stato di crisi, che di per sé dovrebbe far perdere il sonno ai soci, non sembra essere però un problema dei sindaci: venerdì scorso si sono presentati in appena 17 (su 67), metà del numero minimo, per la riunione del Controllo analogo nella quale si doveva discutere, tra le altre, del piano di ristrutturazione, di tariffe, delle 54 vertenze sindacali in corso, dei bilanci consuntivo 2023 e preventivo 2024 che, al calar dell’anno, non vedono ancora il voto.
Un’indifferenza e una irresponsabilità che si aggiungono ad un sistema farraginoso di gestione che, pure, si era in animo di cambiare riformando il regolamento del Controllo analogo (per renderlo più operativo), ma che gran parte dei consigli comunali, nonostante sia passato oltre un anno dalla decisione, non ancora portano in discussione nelle loro assise. “Nonostante i solleciti”, scrive Di Piero, di maggio e di luglio, nonostante, solo quest’anno, siano state quattro le riunioni che non hanno raggiunto il numero legale. “Si invitano i consigli comunali – diffida il sindaco di Sulmona – che non abbiano ancora provveduto all’approvazione delle citate modifiche ad agire con la massima tempestività, entro e non oltre la fine del corrente mese. In caso contrario – avverte – lo scrivente si determinerà di conseguenza”. Cosa abbia in mente Di Piero non è chiaro, ma certo, come scrive, la situazione è diventata “francamente inammissibile”.
Insomma: amministrare non è affar loro, dei sindaci, tanto meno le sorti di un’azienda che avrebbe bisogno, al contrario, di un impegno H24 o quasi.
Ora Di Piero ha riconvocato la riunione per il prossimo 15 novembre, nella speranza di un sussulto di responsabilità e dignità dei sindaci latitanti, alcuni mai presenti, altri solo come comparse quando si trattava di distribuire incarichi e poltrone.
Avvertiti loro e avvertita, soprattutto, la Corte dei Conti che, qualche conto, dovrebbe cominciare a presentarlo a chi sta “sgovernando” la cosa pubblica.
Tranquilli ci pensa Elon Musk.
L’Itlaia sta messa male …..decadimento morale e politico ai massimi livelli .
Rosiconi!
” Testa licenzia 13.000 dipendenti con una mail di Musk.”
” In una email ai dipendenti viene spiegato che l’iniziativa è dovuta in alcuni casi alla duplicazione dei ruoli ma soprattutto alla necessità di ridurre i costi ”
Mi sembra che lui abbia un modo abbastanza sbrigativo per risolvere i problemi…
Grande musk tutti a casa le strade come napoli ai tempi d’oro topi e peste bigattini ovunque po vedem
Eppure piace a tanti in questo periodo…
Leccaculoni …..tutti voi che pensate che siano dalla vostra parte !
Se pensate davvero che pensano all’Italia state accisi ….w le auto elettriche
Piano Kallikratis. Eliminare questo decadimento di falliti che vogliono far pagare agli altri la loro sfortuna.
La gestione del COGESA si è talmente (da tempo) incancrenita, che l’unica azione che costoro perseguono, è il prolungarne, il rimandare all’infinito il confronto, certi che tale atteggiamento li renderà immuni da future ripercussioni.
L’irresponsabilità completa in un mondo parallelo tutto loro.
Nemmeno Musk può farci niente al COGESA. Per i suoi (di Musk) evidenti limiti e perchè troppi sindaci evidentemente sono soddisfatti così, in modo tale che il bene comune non è però soddisfatto. Almeno per quel che appare da alcuni anni.
Credo che ci voglia più disciplina.
Invece troppi sindaci appaiono essere molto più paraculi di Musk. Gli danno 3 punti e una scopa…
Finche’ continuano o a seppellire di munnezza Sulmona !!!
Che je frega?
Non ce n’è: non se ne verrà mai fuori dai casini di Cogesa..
Eppure, in definitiva, si trattava soltanto di gestire una discarica e i rifiuti di una provincia!
Mah.. pazzesco: semplicemente pazzesco!
… ah, ecco, la “ discarica di una provincia”… e non solo… adesso è tutto chiaro.
Tutti in associazione a delinquere. I sindaci non si presentano all’appello ma neanche escono dalla partecipata. Come dire…”Mettono in cinta la moglie ma non riconoscono i figli”. In galera!