Nel destino della partecipata, probabilmente, cambia poco, ma nel principio e soprattutto in considerazione dei danni erariali paventati ieri dalla Corte dei Conti, la sentenza avrà un peso importante per definire le responsabilità dei singoli. Sindaci inclusi che, non a caso, ieri sono corsi tutti ad accendere polizze assicurative per responsabilità.
Oggi la Corte d’Appello dell’Aquila ha fissato il ricorso contro la decisione del tribunale che nell’aprile scorso non riconobbe la giusta causa che portò alla rimozione del consiglio di amministrazione del Cogesa, sostanzialmente rimettendo in sella l’attuale governance a tre che è una delle criticità evidenziate dai giudici contabili ieri.
In sostanza i giudici di secondo grado hanno ritenuto attendibile la necessità di approfondire la vicenda e verificare la coerenza di quella sentenza contro cui si appellò il Comune di Pratola e l’allora amministratore unico Franco Gerardini. Una decisione, contestano le parti rappresentate dall’avvocato Sergio Della Rocca, presa senza nei fatti sentire tutte le campane e le controdeduzioni di chi, quella delibera di revoca, la sostenne.
Lo stesso tribunale in primo grado, d’altronde, sostenne la legittimità della delibera dal punto di vista formale, ovvero riconoscendo la legittimità del numero legale che veniva contestato dai cosiddetti sindaci dell’Aventino, censurando invece i motivi del “licenziamento” del Cda, ovvero ritenendo non giustificata la causa di revoca, che si basava, tra l’altro, sull’assenza di misure prese davanti alla criticità degli indicatori di crisi (cosa che ora contesta anche la Corte dei Conti) e più in generale dal venir meno del patto di fiducia tra soci e governance.
L’udienza è stata fissata al 27 marzo prossimo: una data lontana nel tempo a fronte delle urgenze che sta vivendo la partecipata, ma che apre in diritto e prospettiva, scenari dagli sviluppi imprevedibili.
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