Cogesa, “rapina” da 1 milione nelle casse del Comune

Debiti e crediti non parificati, aumento del conferimento dei rifiuti in discarica, ristori non riconosciuti e un bilancio consuntivo in profondo rosso. Le campane suonano a morte per una situazione finanziaria di Cogesa Spa sempre più critica e per la quale a pagare saranno i contribuenti. Qualcosa in più per i residenti di Sulmona e Pacentro, che dovranno rinunciare al ristoro per l’impatto ambientale legato alla discarica di Noce Mattei, che insiste sui rispettivi territori comunali.

Un contributo da anni storicizzato, che verrà meno all’interno dei bilanci dei due enti per volontà degli altri Comuni soci di Cogesa. Una coltellata alle spalle, arrivata dai sindaci di Introdacqua, Prezza e Raiano (tanto per dirne alcuni), durante l’ultima assemblea dei soci, dove la maggioranza, per quote, si è espressa contro il ristoro ai due Comuni che si prendono la “monnezza” dell’intero comprensorio. Un modo per tentare di tenere in piedi la baracca instabile di Cogesa, danneggiando di conseguenza le casse comunali dei due enti. Tanto per dare qualche cifra, il ristoro per l’impatto ambientale era già allocato nel bilancio di previsione dell’ente 2023/25, oltre che in proposta bilancio tecnico 2024/2026, per un importo pari a 215.154.61. Soldi che verranno meno per i servizi al cittadino sulmonese.

Oltre al danno la beffa, con l’approvazione del bilancio previsionale di Cogesa che prevede un aumento di tariffe del 16% e un incremento del conferimento in discarica del 38%. Più rifiuti, costo più alto per il servizio e ristoro negato. Sulmona ringrazia.

Ma la situazione drammatica della partecipata è fotografata perfettamente dal preconsuntivo del bilancio 2022, che annuncia una perdita pari a un milione e settecentomila euro. Nel migliore dei casi, ha spiegato l’altro giorno il sindaco al consiglio dopo aver annunciato le sue dimissioni. Cifra che lo stesso Cogesa annuncia non essere definita, e che anzi potrebbe aumentare fino a 3 milioni di euro. Ciò porta Sulmona alla necessità di un accantonamento ulteriore, già nell’esercizio 2023, al fondo perdite società partecipate, per un importo di almeno 283.220 euro (nel caso la perdita fosse di 1,7 milioni), cifra che potrebbe lievitare a 480mila euro (nel caso il consuntivo si chiuda con 3 milioni di buco).

Un altro accantonamento, con una stima precauzionale pari a 210.000 euro, verrà effettuato dal Comune a causa dei debiti e dei crediti mai parificati con il Cogesa, per fatture emesse tra il 2019 e il 2020 dalla partecipata pari a 420.000 euro. Fatture contestate dallo stesso Comune di Sulmona, riferite a interessi moratori e a nuove tariffe applicate retroattivamente per lo smaltimento della plastica, di cui si è eccepita la fondatezza nonché la legittimità.

In termini pratici vuol dire che una volta approvato il consuntivo 2022 del Cogesa (il che potrebbe avvenire a breve), Sulmona sarebbe costretta a rinunciare, ovvero ad accantonare, dai 700mila a quasi 1 milione di euro (tenendo conto anche del mancato introito). Soldi che dovranno essere tolti dal bilancio di esercizio del Comune: strade, manifestazioni, manutenzione. “Una situazione molto preoccupante” ha detto il sindaco in Aula, mentre sui banchi si continuavano a contare le maggioranze possibili.

6 Commenti su "Cogesa, “rapina” da 1 milione nelle casse del Comune"

  1. Sulmonesi …..fatevi rispettare !
    Forza Di Piero non lasciarti travolgere dai vecchi architetti della politica nostrana

  2. Di Piero ? A casa con due anni una lettera 100 articoli fatti uscire al momento giusto per salvare il nulla. Sarà la Provvidenza ?
    In due anni doveva essere il primo ta tanti a chiudere questa storia si è’ fermato alle chiacchiere

  3. … “ Qualcosa in più per i residenti di Sulmona e Pacentro, che dovranno rinunciare al ristoro per l’impatto ambientale legato alla discarica di Noce Mattei“ …
    E dove sta scritto che i soldi dei ristori venivano utilizzati per abbassare le tariffe delle bollette dei cittadini Utenti?
    Chiacchiere da dare a bere.
    Chiudete questa discarica… primo per il gravissimo impatto ambientale e relativo inquinamento che sta provocando… per secondo per tutte le spese di consulenza, progettazione, assunzioni di favore e in sovrannumero che hanno contribuito a generare il debito… terzo i cittadini Utenti non hanno più denari in tasca e almeno il 40% non pagherà un bel niente…

  4. Ristori ambientali utilizzati per sagre, manifestazioni, strade e cicciffum. Quindi che ristoro ambientale è?
    A mio avviso è più importante garantire il rilancio della società ed il potenziamento del servizio.
    Quindi quello sollevato dal Germe è un falso problema. Una campana arrivata come arma di distrazione di massa per distogliere l’attenzione dalla crisi del Comune.

  5. bene,un carrozzone da chiudere immediatamente,possibile che nessuna Autorita’ interviene, i soci/comuni non pagano quanto dovuto e nessuno dice niente,violate le disposizioni di Legge e nessuno ha nulla da dire,i debitori irrispettosi delle regole partecipano alle assemblee e votano , come se nulla fosse,accade solo nel borgo piu’ bello d’italia (per alcuni) ,i sudditi creduloni che dicono,che fanno ? Appluaudono felici e festanti,nessun Cittadino consapevole che tira pedate bene assestate,soprattutto agli inadempienti di cui i contratti,fatture ecc,i ristori per dare a credere,ecco i sudditi creduloni,Legalita’ per uscire dalla palude,e basta,o no?

  6. i sindaci dei comuni che hanno votato contro i ristori si facessero una bella discarica sotto casa, Sulmona e Pacentro si intossicano e loro godono.

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