L’amministratore unico di Cogesa Vincenzo Margiotta, lancia la proposta di un contratto di solidarietà per la stabilizzazione di 42 dipendenti. Finita la giostra delle elezioni, inizia dunque la lotteria delle assunzioni Cogesa. Dopo aver eletto Marianna Scoccia in consiglio regionale e riconfermato il “potere politico” sulla Valle Peligna, il gruppo degli “ex civici” spinge il piede sull’acceleratore per le assunzioni Cogesa.
La questione resta spinosa: da un lato ci sono i 13 lavoratori precari rimasti a casa dopo il varo da parte del Governo del cosiddetto “Decreto Dignità” che in qualche modo chiedono di poter tornare a lavoro, dall’altro lato c’è l’amministratore di Cogesa che invece di assunzioni ne vorrebbe fare molte di più, 42. Nel mezzo c’è la dirigente del Comune di Sulmona Filomena Sorrentino che ha già espresso tutte le sue perplessità sulle assunzioni, definite “incoerenti ed antieconomiche”.
Oggi arriva la proposta che Margiotta farà domani all’incontro con i sindacati: stabilizzare 42 precari con contratti a tempo indeterminato part-time, con la possibilità di trasformarli a tempo pieno attraverso i pre-pensionamenti e l’aumento dei servizi svolti. La stessa verrà sottoposta il 25 febbraio all’approvazione dei soci componenti del controllo analogo e la soluzione scelta sarà inserita all’interno del bilancio di previsione 2019.
Tecnicamente nella proposta Margiotta sostiene che Cogesa ha bisogno di 47.554 ore di lavoro annue in più, che sarebbero pari al lavoro svolto da 24 dipendenti di livello 2 (operatori) in full time o da 42 in part-time. Secondo Margiotta: “La stabilizzazione dei lavoratori consentirebbe di evitare il ricorso alla somministrazione dei contratti interinali, con notevole risparmio di costi per l’azienda. Altri vantaggi sono legati all’aumento dei livelli occupazionali nel territorio, alla valorizzazione delle professionalità formate e alla continuità dei servizi erogati. Il costo di 42 dipendenti part time è di 928.467 euro annui, circa 12mila in più dei 916.409 euro all’anno per i 24 lavoratori full time, che raddoppierebbero a circa 24mila euro aggiungendo i costi di gestione operativa”.
“Certo sarebbe uno sforzo importante per l’azienda, ma la natura pubblica di Cogesa impone scelte non solo economiche, ma anche di valenza sociale, peraltro supportate dall’aumento dei ricavi confermato nel previsionale 2019 – continua Margiotta – la scelta comporterebbe spese maggiori legate alla gestione dell’aumento di personale, all’acquisto di nuovi dispositivi di sicurezza e divise, alle visite mediche, alla formazione del personale, allo spazio fisico da dividere negli spogliatoi tra più persone e all’incremento di lavoro per l’ufficio personale e per gli altri uffici collegati. La decisione finale spetterà ai Comuni soci, ma è innegabile che la scadenza di altri 29 contratti al prossimo 31 marzo impone di accelerare le cose e la soluzione da noi prospettata sembra essere al momento la più percorribile, sulla quale spero di avere l’appoggio dei sindaci e dei sindacati, anche perché consentirebbe la salvaguardia dei livelli occupazionali”.
S.M.
e i concorsi?