Il sindaco di Pacentro l’ha definito un “colpo di mano”, una sorta di sveltina, insomma, visto che oggi più che altro si sarebbe dovuto discutere della possibilità di costituire un consiglio di amministrazione al Cogesa che permettesse ai Comuni-soci, o meglio alle componenti politiche, di poter cogestire la partecipata.
E invece, contrariamente a quanto annunciato qualche settimana fa dallo stesso Margiotta, la riunione del controllo analogo, tenutasi in remoto oggi, ha non solo confermato l’amministratore unico, ma ha accolto con ampia maggioranza (52 voti su 62 con le deleghe) la mozione avanzata dal sindaco di Roccacasale, Enrico Pace, di rinnovare per tre anni il mandato all’amministratore unico Vincenzo Margiotta.
Il fronte dei contro si è in verità sfoltito rispetto alla guerra incominciata tre anni fa, con sei Comuni (Pacentro, Cansano, Opi, Pescocostanzo, Aielli e Campo di Giove) che hanno votato contro e quattro (tra cui Pratola e Raiano) che hanno abbandonato la seduta prima del voto.
I civici, ma forse ancor più Margiotta, hanno saputo insomma convincere e allargare il consenso che con i concorsi riaperti ha avuto evidentemente una bella spinta.
Ora la decisione presa dal controllo analogo dovrà passare per l’assemblea che dovrebbe riunirsi per il rinnovo delle cariche a fine giugno. Prima, però, tra un paio di settimane, ci sarà da approvare il bilancio e questo sarà probabilmente un altro punto di rottura tra i sindaci-soci.
Margiotta, che si era detto stanco dell’incarico, visti i numeri di oggi resterà quindi probabilmente solo al comando per altri tre anni, senza attendere ottobre (come aveva proposto Campo di Giove) per un nuovo voto (magari all’indomani delle nuove amministrative, su cui peserà molto il risultato di Castel di Sangro) e senza condividere la guida del Cogesa con un consiglio di amministrazione (altra mozione proposta da Barisciano) come avvenuto alla Saca e come molti sindaci avevano pure detto di voler fare.
ah ah ah, qualcuno si fregava già le mani, invece è rimasto solo con un pugno di mosche in “mano”.
Ad elezioni terminate, il sig. Margiotta come da sue dichiarazioni può sempre tirarsi dietro.
Già e non poco ci sarebbe da ridire sul metodo di votazione, quali l’utilizzo delle deleghe, legittimo per certo, ma “sbarazzino l’utilizzo che se ne fa”, e il metodo di discussione delle mozioni con il primo favorevole al Margiotta che ha “sfalciato” le altre 2 della minoranza.
Il problema è il legame di “sangue politico” legato nel piccolo feudo… e sappiamo tutti che qui si parla del classico “pane dato in prestito”.
Ma il nocciolo della questione è per i “civici gerosolominiani” l’aver mostrato la potenza di fuoco (a mio dire comunque ridotta) da poter esprimere nel contado, e questo è per lui “vitale” oggi più di prima, non ultimo per le vicende regionali che attendono ancora una formalizzazione ufficiale della “ennesima giravolta famigliare”.
A nulla vale il citare le mancate espressioni di voto, chi per già estraneità ai servizi di Cogesa, chi per chissà quale ripicca quando in precedenza erano pappa e ciccia.
E’ come dire aver rimesso un paletto a quello sfilato nel Consorzio di bonifica interno “Bacino Aterno e Sagittario”, dove alla terra arida dei campi è stato deviato il corso della fresca acqua dalla formella del “prescelto presidente” al nuovo “presidente regionale”.
Ormai ci si gioca tutto in casa, e LA DIFFERENZA ORA COME PRIMA LA FAI TU ELETTORE!!!
RICORDA ORA PER NON PIANGERE E LAMENTARTI INUTILMENTE UN NUOVO DOMANI !!!