Il dissenso dei sindaci di centrodestra e con essi dei civici sulla scelta della governance del Cogesa, era stato in qualche modo annunciato già il 30 dicembre, quando in blocco (o quasi, con la significativa e pesante eccezione di Pratola), erano usciti dall’aula al momento di votare la revoca del Cda. Un dissenso che, in democrazia, quella che ora reclamano, avrebbero potuto far pesare con il voto in aula, ma che, non avendo i numeri, e soprattutto un’alternativa, hanno preferito silenziare, in attesa di tempi e alleanze migliori.
Ieri, così, i tricolori di centrodestra, rimpinguati con i civici per tutte le stagioni, in 41 sono tornati alla carica minacciando, con il ritiro degli affidamenti in house, in modo diretto la sopravvivenza della società partecipata che non avrebbe futuro senza commesse. Altro che “bene della società”.
L’affondo, fatto alla vigilia, oggi, dell’incontro tra il sindaco di Sulmona e quello dell’Aquila per decidere il destino dei rifiuti (sporchi e non differenziati, oltre che quantitativamente spropositati) del capoluogo, ha visto la firma in calce di sindaci che non si sono mai visti nelle assemblee delle società, anche in tempi non sospetti, ma che, a quanto pare, non hanno potuto rifiutare gli ordini di scuderia di partecipare ad una sorta di riunione carbonara in un hotel cittadino.
Viene da chiedersi il perché tanta fretta e tanta attenzione proprio ora, su una società che finora è stata lasciata navigare alla deriva e senza timonieri. E perché il bersaglio è diventato Franco Gerardini.
La risposta è forse nella prima e significativa determina fatta dal nuovo amministratore unico che, sarà pure di una chiara connotazione politica come dicono alcuni, ma di certo di carte e rifiuti ne capisce, se non altro per averle fatte e date le carte, in materia di rifiuti, per oltre venti anni come dirigente regionale del settore.
Come primo atto, infatti, Gerardini ha avviato una ricognizione sulle carte e sembra che dai cassetti di Sviluppo Italia sia uscito di tutto e di più.
Come prima cosa, ad esempio, è stata avviata una verifica sullo stato di crisi dichiarato davanti al notaio dall’ex Cda, con il fine di congelare le nomine e tenersi la barra del timone. Lo stato di crisi non è stato infatti depositato alla Camera di Commercio e quindi, al momento, tutto l’iter di ristrutturazione o più probabilmente di svendita della società (con i colossi romani pronti ad addentare il boccone) è stato messo in standby.
Gerardini ha poi evidenziato come nei bilanci predisposti dai suoi predecessori “le entrate tariffarie riconosciute al Gestore (COGESA Spa), non rispecchiano assolutamente i costi effettivamente sostenuti dallo stesso nel corso del 2022 e quelli che verranno sostenuti nel 2023 (!!!)” e i tre punti esclamativi sono in determina. Con il Cda che ha mancato di adottare “le azioni necessarie a rimuovere le criticità evidenziate dal Collegio Sindacale – si legge nella determina – un carente flusso di informazioni tra la Società ed i Soci e, nella maggior parte dei casi tardivo, che ha compromesso il rapporto di fiducia, in ragione di fatti contestati, integranti un grave inadempimento o una condotta contraria a correttezza, tali da pregiudicare il pactum fiduciae”. Il nuovo amministratore, d’altronde, sulla trasparenza, o meglio sull’opacità, del Cogesa non ha usato mezzi termini, dando mandato di istituire immediatamente un “Libro delle determinazioni dell’amministratore unico” e “l’aggiornamento urgente del sito web istituzionale del Cogesa”, quello dove trovare un incarico, fosse anche dell’ex presidente del Cda a sé stesso come aiuto al Rup, è un’impresa.
Il bilancio completamente disallineato, tanto più che i costi energetici sono aumentati del 150%, quelli dei carburanti del 38% e l’inflazione vola all’11,8%, porta poi direttamente al punto nodale delle tariffe, soprattutto di quelle che per cinque anni sono state incredibilmente bloccate per l’Asm dell’Aquila ad un prezzo inferiore a quello che pagano i Comuni virtuosi e che ora si devono rinnovare a prezzi congrui, non da suk della politica.
Il freno a mano, poi, Gerardini lo ha tirato anche sul rinnovo delle assunzioni a tempo determinato (14 decise il 29 dicembre), sugli “incarichi esterni non ritenuti indispensabili”, sul piano del fabbisogno del personale, sui contratti e le convenzioni sottoscritti per i quali non si può derogare dalla sostenibilità aziendale e ambientale.
Questo, insieme a quello che andava fatto e non è stato fatto: l’attivazione degli investimenti con 4 milioni di euro di finanziamento che rischiano di essere revocati, l’attivazione di progetti anche con il Pnrr per la produzione di energia solare, gli interventi tecnici migliorativi per arginare il fenomeno dei miasmi in discarica.
Tutto in una sola determina, quella che probabilmente ha fatto scatenare la carica dei 41.
Imbarazzanti i sindaci di Centrodestra! Preferiscono affondare la società per non scontentare il loro burattinaio!
Con gara sicuramente si spuntano prezzi migliori e quindi tariffe più basse per gli utenti.
Inoltre, meglio chiudere Noce Mattei per i rifiuti fuori comprensorio
sono capaci di nominare un amministrato Aquilano… ed è davvero la fine di questo comprensorio!!! difendiamo la discarica, difendiamo l’ultima azienda seria rimasta in valle
complimenti per l articolo, parole e toni corretti.
incominciamo a scrivere il Romanzo (criminale) Cogesa?
Gerosolimo leader indiscusso, siede sui tavoli del c.s e arma i sindaci di c.d… non è bastato il risultato delle elezioni cittadine. Restiamo in vigile attesa delle elezioni Regionali, restiamo in attesa di capire allo scadere della mezzanotte dove consegnerà la candidatura… povera Valle Peligna, l’ultima realtà pubblica produttiva pronta ad essere svenduta al miglior offerente.
A mio parere la leadership si è comunque di molto ridimensionata:
– di tanto con gli elettori e se ne sono visti i risultati nelle passate elezioni, principalmente perché non ha mantenuto fede alle MIGLIAIA DI PROMESSE e d’altronde come poteva? Anche perché gli stessi imboniti elettori hanno preso coscienza e mangiata la foglia ed È QUESTA LA VERA SVOLTA!
– e questa debacle di consenso elettorale, si è riversata ovviamente anche in ambito politico e il capetto ha dovuto per forza di cose abbassare le recchie (e le pretese) e l’assoluto silenzio, quasi da “disperso in vallata” la dice lunga sul VOLARE BASSO E SPECIALMENTE DI NASCOSTO; ma è un “SILENZIO FITTIZIO”, perché poi si muove (E SI DEVE MUOVERE PER PROPRIO INTERESSE) e l’attuale vicenda ne è la PROVA, così come è sempre più intenso il serrare le file nel suo interno per evitare il ripetersi dell’annuncio di una nuova e fatale disfatta come accaduto nelle elezioni comunali.
D’altronde CHI È CAUSA DEL SUO MAL PIANGA SE STESSO, e può tranquillamente piangere anche in vecchiaia con il lauto vitalizio che gli sarà dovuto… e non solo a lui!
E per restare in tema politico seguendo la scia che ora “va tanto di moda” il messaggio finale ai cittadini ed elettori:
La parola d’ordine (per voi già e potenziali futuri ciulati) è una sola, categorica e impegnativa per tutti. Essa già trasvola ed accende i cuori dalle cime dell’aquilano (matrigno) alle onde della costa: DESISTERE ALLE TENTAZIONI! E vinceremo, per dare finalmente un lungo periodo di pace con la giustizia alla vallata, alla regione Abruzzo, all’Europa, al mondo, all’universo intero (non si sa mai, meglio metterlo per la tranquillità di tutti NOI).
Popolo abruzzese! Quando corri alle urne, dimostra la tua tenacia, il tuo coraggio, il tuo valore! NON TI SVENDERE ULTERIORMENTE!!!
E VOI SINDACI FATE PACE CON VOI STESSI E PRONUNCIATE IL VOSTRO MEA CULPA DAVANTI A I VOSTRI CITTADINI!!!
Di Piero persona seria, persona onesta, senza scheletri nell’armadio.. tiri dritto senza paura, faccia emergere la legalità anche interrogando gli uffici preposti alla verifica della stessa.
Cogesa e Saca capolavori della politica sulmonese dell’ultimo trentennio
L’aumento delle tariffe (l’aulico disallineamento) non è stato votato dalla assemblea dei sindaci comune di Sulmona compreso, quindi le colpe andrebbero ben indirizzate anche dall’autore dell’articolo che pur evidenziando bene da che parte sta. Non è certo la determina che non mi pare nulla di rivoluzionario ad armare i sindaci che ora hanno fatto questa scelta ampiamente annunciata prima di questa determina che nulla determina. La loro azione è solo la logica conseguenza di una azione altrettanto scorretta messa in atto con la nomina da parte di una minoranza di un amministratore unico di parte. Tutto qui. Se è scorretta questa di abbia l’onestà di dichiarare scorretta anche la precedente. E questa situazione mette in evidenza il pressapochismo con cui si è gestita questa fase complicata. Quindi non cerchiamo di nascondere errori politici passi avanti per accaparrarsi la poltrona con fantomatiche azioni contro delibere
Scusate come può essere la determina la causa se come voi stessi scrivete questa azione era già stata annunciata il 30 dicembre? Come può essere lo stato di crisi lo strumento con cui il vecchio cda voleva tenere la barra del timone ma poi non lo deposita alla camera di commercio quindi non lo rende operativo? Come mai adesso si scopre che le tariffe andrebbero aumentate, non solo a L’Aquila, come altri dicevano da mesi, come mai adesso sono favorevoli alla nomina del dg gli stessi che fino a poco tempo erano contrari e gridavano allo scandalo e al poltronificio? Ecco tutte queste incoerenze rimangono senza risposta ma tra poco avranno la loro spiegazione magari già nel nome del dg
Consido il recente cambio al vertice di COGESA spa, con la nomina di un Amministratore Unico con pregresse esperienze in qualità di Dirigente dei Servizi Gestione dei Rifiuti della Regione Abruzzo, quale è il Dr. Franco Gerardini, una occasione per dimostrare che si vuole voltare pagina, sia nella gestione finanziaria dell’Ente che nella soluzione delle gravi problematiche ambientali causate dalla cattiva gestione degli impianti da parte degli amministratori passaati.
Una figura, quella del nuovo Amministratore Unico, che si dice “a tempo”, nel senso che dovrà passare la mano a un Direttore Tecnico che sappia tenere lontano dalla gestione dell’Ente quella politica clientelare ed affaristica che ha provocato solo danni alla Citta di Sulmona e alla stessa COGESA spa.
Certamente, il primo segnale deve consistere nel diniego al rinnovo del contratto per sversare tonnellate di rifiuti indifferenziati provenienti dal Comune dell’Aquila. La separazione della frazione organica è un presupposto indispensabile per avviare una nuova fase di vita dell’Impianto. E’ questo che non vogliono i Sindaci filoaquilani?
La città di Sulmona si aspetta una inversione di rotta della politica dei rifiuti, passando dalla precedente concezione commerciale del rifiuto – in ragione della quale si è pensato di aumentarne le quantità, a prescindere dalla qualità, in cambio di una illusoria entrata economica – ad un adeguamento alla “Economia Circolare”, ormai recepita sul piano normativo, dove “…i rifiuti devono essere recuperati o smaltiti senza pericolo per la salute dell’uomo e senza usare metodi o procedimenti che potrebbero recare pregiudizio all’ambiente” (art. 178, D.lgs. 152/2006). Ai sindaci è affidato un ruolo importante nell’educare i rispettivi amministrati alla raccolta differenziata anche usando gli strumenti che la legge gli offre nella differenziazione della tariffa TARI ai cittadini che differenziano meglio. Si può fare.
Un plauso ai sindaci,per non fare decidere gli stessi della saca con influenze da parte di ex governatori. Tra l altro ci sono persone che volevano uscire sia dalla saca che dal cogesa
Chi sa spiegare dalla A alla Z il Caso COGESA in base alle regole democratiche?
Esistono dei regolamenti interni quali gli statuti, quando vengono rispettati (cioè mai e gestiti e interpretati a convenienza propria, come in questa SQUALLIDA VICENDA.
Di regole democratiche in politica… mai sentito parlarne!!!
Forse qualche sindaco dei 41 comuni può darci la risposta, se si degnano di risponderci su queste pagine.
Per correttezza pongo la lista dei “MAGNIFICI 4″1 (SINDACI):
Alfedena, Anversa Degli Abruzzi, Ateleta, Bugnara, Calascio, Campo Di Giove, Capestrano, Caporciano, Carapelle Calvisio, Castel Del Monte, Castel Di Ieri, Castel Di Sangro, Castelvecchio Calvisio, Cocullo, Collepietro, Corfinio, Fagnano Alto, Fossa,
Goriano Sicoli, Introdacqua, Molina Aterno, Navelli, Ofena, Prata D’Ansidonia, Prezza,
Raiano, Rivisondoli, Roccacasale, San Benedetto In Perillis, San Demetrio ne’Vestini, Sant’Eusanio Forconese, Santo Stefano Di Sessanio, Scanno, Scontrone, Scoppito, Secinaro, Tione Degli Abruzzi, Villa Sant’Angelo, Villa Santa Lucia, Villalago, Villetta Barrea.
Da notare qunti sono i omuni sotto l’ala aquilana e la strana assenza del Comune di L’Aquila evidentemente disinteressato alla diatriba (!!??)
Affanxulo L’Aquila e i sindaci dei comuni che l’appoggiano. Ognuno si faccia la sua discarica e tenesse lontana la propria merda da Sulmona.
Sono curiosa. Intanto smonto albero di natale nel giardimo