La resa dei conti sul Cogesa è arrivata questa mattina, durante l’adunanza pubblica che i sindaci dei tre comuni maggiori azionisti, Sulmona, Pratola Peligna e Raiano hanno dovuto tenere presso la Corte dei Conti. I giudici contabili, d’altronde, avevano convocato i primi cittadini di tre dei comuni soci della partecipata, per ascoltare le rispettive posizioni in merito alle criticità nelle quali versa lo stesso Cogesa.
La lista delle contestazioni è lunga: dalle assunzioni di personale alle stelle dal 2018, e triplicate nel 2021, ai tre esercizi in perdita della società, passando per la composizione dell’organo amministrativo che, tranne per la breve parentesi di Franco Gerardini, è tutt’oggi composto da un Cda con tre profili. E poi le costose consulenze, i ritardi nelle procedure di affidamento del servizio e nella sottoscrizione delle convenzioni con i soci e le procedure di accantonamento dei Comuni per il fondo perdite delle società partecipate.
Insomma, oggi c’è stato molto di cui parlare. Tant’è che l’audizione è terminata solo in tarda mattinata. Anche perché gli attori chiamati sul palco hanno recitato negli anni ruoli diversi. Vedasi Sulmona, con il cambio amministrativo e la conseguente svolta nella gestione della spinosa vicenda Cogesa. Sulla partecipata Gianfranco Di Piero ha usato il pugno duro, a differenza della precedente amministrazione Casini. Lo dimostra la creazione dell’ufficio di controllo analogo, come ha spiegato chiaramente ai giudici il primo cittadino sulmonese.
La sindaca pratolana, Antonella Di Nino, ha ribadito la sempre ferma opposizione della sua Amministrazione alle scelte intraprese dalla governance di Cogesa dal 2018 ad oggi. Scelte che, come evidenziato dalla Di Nino, venivano rigettate al mittente non per mera posizione politica, bensì per una lettura tecnica e amministrativa dei bilanci della partecipata. “Sulla Governance abbiamo sempre operato responsabilmente, essendo sempre favorevoli all’Amministratore unico, come avvertiva la Corte dei Conti”.
La cattiva gestione è stata stigmatizzata dal Comune di Pratola in tutte le sedi deputate, così come emerge chiaramente dalla documentazione allegata alla memoria che l’Ente ha dovuto depositare alla Corte dei Conti lo scorso 13 settembre. Il Comune di Pratola Peligna, ha ritenuto di sostituire il Cda (verso il quale, peraltro, non ha mai riposto fiducia bocciandone i bilanci) ed ha votato, in sede di assemblea del 30 dicembre 2022 la revoca del Cda ritenendo sussistere tutte le motivazioni per una giusta causa.
“Sul controllo della società Raiano ha sempre svolto il proprio dovere”, ha spiegato il sindaco raianese Marco Moca davanti ai giudici. Moca ha sottolineato come nelle ultime 42 sedute del controllo analogo (dal 2018 ad oggi), Raiano abbia preso parte a 38 incontri. “Nelle sedute del comitato abbiamo sempre riportato il problema legato ai soci insolventi – continua Moca -. Sulle consulenze esterne il problema di fondo è nella convenzione stipulata, che non impegna la società a chiedere il parere favorevole dei soci”.
Moca ha spiegato anche la sua scelta di non votare lo scorso 30 dicembre la delibera di approvazione del bilancio preventivo e della nomina dell’amministratore unico: “Quel documento non era passato per il controllo analogo. Per questo motivo non ho votato. Sull’organo amministrativo anche io sono favorevole all’amministratore unico, ma nelle forme e nei modi giusti e legittimi per la nomina”.
Ora non resta che invocare la clemenza della Corte.
Faccio presente ed invito il giornale ad indagare che in diversi condomini non è stata ritirata la plastica che si sta accumulando in maniera vergognosa da DUE SETTIMANE!!!
Un problema di vitale importanza
Scommettiamo che se si facessero anche dei controlli sul numero reale degli occupanti delle abitazioni ne vedremo delle belle?
Si ma nn c’entra nulla sulla mancata raccolta…bensì trattasi eventualmente di evasione tari…rimane il fatto che i rifiuti giacciono maleodoranti e non vengono prelevati…
Vuoi vedere che non ci sono responsabilità a nessun livello per l’ormai ineluttabile fallimento di quella che una volta era considerata una società modello della Valle Peligna???
Ma Cornelio in tutto ciò?