Sulla foto di copertina, ordinati in schieramento gerarchico sulle scalinate dell’acquedotto, con le manine fanno “ciao”, non è chiaro se per chiedere il 5 per mille (tante volte non dovesse bastare la Tari) o se per rafforzare lo spirito di squadra, loro che sono abituati a frequentare i dirigenti di serie A, o meglio di B, almeno quelli delle squadre di calcio.
Certo è che a qualcuno può sembrare più un sorriso sarcastico, quasi una presa per in fondelli insomma, coronamento della beffa, l’ennesima, che il Cogesa ha deciso di produrre per tenere informati i suoi utenti-soci, con i soldi dei contribuenti ovviamente.
Un giornale, trimestrale, che si chiama “Ambiente 3.0” (perché loro so’ pure social), con tiratura da 2.500 copie, per un costo a numero, solo di stampa, di 3.200 euro, con cinquanta pagine a colori e tante fotografie, venticinque delle quali, al primo numero, ritraggono il presidente e amministratore unico Vincenzo Margiotta.
“Non si tratta di una pubblicazione autoreferenziale” però tiene a precisare la direttrice responsabile della testata (regolarmente registrata in tribunale) Federica Pantano che, dopo l’incarico da 2mila euro l’autunno scorso per la campagna di informazione sulla raccolta differenziata, ha siglato ora un contratto (senza gara, né avviso pubblico, per carità, ma con affidamento diretto) con Cogesa fino a dicembre 2019 alla modica cifra di 36mila euro.
“L’intento – continua la brava direttrice – è quello di mettersi a disposizione degli utenti, anche attraverso un periodico in grado di dare informazioni utili e immediate” (con un trimestrale!), perché insomma “l’amministratore unico del Cogesa, Vincenzo Margiotta – si legge qualche rigo più giù – ha scommesso sulla comunicazione”.
Lui che è anche editore, d’altronde, non a caso firma l’editoriale subito dopo, prima che il giornale parli del regalo dei rifiuti da Roma (“solo da trattare e non da smaltire”) e dedichi un paginone ad Andrea Gerosolimo, in qualità di assessore, anche se non lo è più e di certo non lo è mai stato all’Ambiente.
E poi anche se il giornale “non è autocelebrativo”, come si fa a tacere che “dopo sei anni il servizio porta a porta copre tutta Sulmona” (altre due pagine) o a nascondere e contenere “la soddisfazione del sindaco Casini” (un altro paginone) o che in 20 giorni la raccolta differenziata sia raddoppiata.
E come a mortificare la storico taglio del nastro dell’isola ecologica, con la trascrizione integrale del discorso dell’amministratore unico di Cogesa Vincenzo Margiotta e di quello del sindaco che lo ha sponsorizzato Annamaria Casini. Oppure quello di Capestrano, sempre con foto a tutta pagina del taglio nastro e discorso integrale dell’amministratore unico Vincenzo Margiotta. Un onore quello del discorso integrale dell’amministratore unico Vincenzo Margiotta che non può mancare all’isola di San Demetrio, foto del taglio d’ordinanza, anzi doppia, e pubblicazione integrale. E d’altronde, la sua opinione, quella dell’amministratore unico del Cogesa Vincenzo Margiotta, “sua maestà”, è presente in quasi tutti gli articoli, un virgolettato per ogni occasione: sulle ecoisole felici, sulle imprese agricole e così via. Se la scampano solo le pagine istituzionali copiate e incollate direttamente dai documenti della Regione, che a dirla tutta bastava l’indicazione di un link per risparmiare tempo, carta (anche se riciclata) e soldi (nostri).
Con la chiosa, in quarta di copertina, di una vignetta, anche un po’ blasfema, che riassume il senso della pubblicazione e in cui il Cogesa si paragona a Dio Padre.
Non una parola, un rigo, sulle 32 assunzioni fatte senza concorso, sugli aumenti che hanno dovuto subire i cittadini di Sulmona, sugli acquisti senza gara nel negozio dell’amministratore unico o sui rimborsi spesa da capogiro del signor Margiotta che sono quasi decuplicati in pochi mesi rispetto ai suoi predecessori.
Di questo, vorrà dire, parleranno altri giornali.
Chi semina vento raccoglie tempesta….questi signori pensano di essere intoccabili,di fare cio’ che meglio credono, lassu’ qualcuno non approva,segnali ,messaggi chiari….occorre meditazione,suggerisce l’inviato,il messia.
Non posso né devo biasimare la rivista, ma se proprio devo, segnalerei la limitata tiratura per numero di utenti, ma lo è in funzione dell’utilizzo della carta patinata e dell’impatto emotivo che deve produrre sull’utente finale… forse… ma forse, anche per contenere le spese.
In tanti la fanno.
Qualche Comune fa anche il calendario…utilissimo per i servizi al cittadino.
Quindi non c’è (o non ci dovrebbe essere) da stupirsi.
È solo sana pura informazione… di parte.
Serve un’informazione capillare e mirata all’utente elettore, far capire ed inculcare che tutto funziona al meglio ed alla perfezione in questa linda e fortunata vallata ed il merito è di chi ci guida… con gli artefici protagonisti in ogni pagina.
A noi utenti elettori proporrei una lettura alternativa propedeutica alle prossime elezioni regionali… meno carta… meno schock emotivo… solo informazione….
https://bit.ly/2F9vLz7
Maggiore informazione = maggiore consapevolezza.
Ma La Corte dei Conti?
Mentre in altri territori sono gli industriali a finanziare campagne politiche e garantire il bacino di voti per varie elezioni, qui a Sulmona, con la crisi che c’è non rimane che fare dell’immondizia un ultimo baluardo per poltrone, assunzioni mirate ed intrecci politici. ma il buco finirà (nel senso che si saturerà a furia di metterci immondizia di mezza regione) ed allora i nodi ed i finti manager verranno al pettine. Mi dispiace solo che Sulmona da città del confetto stia diventando città del pattume e del gas. ma questa è altra storia.
Ma perché tutto questo accanimento verso chi sta facendo qualcosa e non chi ,come vedete da tutte queste chiacchiere non fanno nulla da ANNI per questa vallata?assunzioni mirate?ma vi pare corretto che persone che sono state a lavorare per loro devono essere cacciate per fare posto a persone che non ci sono mai state prima….e poi come fanno a dire che le assunzioni sono senza concorso? Chi si lagna lo fa per invidia
sul fatto delle assunzioni potrei darle ragione se l’azienda fosse privata. Ma poiché non è così, ci sono norme nazionali da rispettare.
antozzia , un proverbio dice che: ” con i soldi di zio prete ogni buon coglion farebbe ciò…” per cui ognuno può fare quello che vuole con i soldi propri, se questi soldi provengono dai cittadini ognuno ha il diritto di lagnarsi e chiedere il massimo della trasparenza, e me ne frego che una persona ha lavorato già nel cogesa, vogliamo i migliori profili e possibilmente vogliamo che le assunzioni o promesse di tali vengano fatte lontano dalle competizioni elettorali. quindi prima di sentenziare chi si lagna, fatti un esame di coscienza.