Come avevamo anticipato la seduta del controllo analogo di oggi a Cogesa non ha raggiunto il numero legale: 25 sindaci sui 34 necessari per raggiungere il quorum hanno così trasformato in una “lezione” dell’amministratore unico Franco Gerardini la riunione.
Per la prima volta a carte scoperte i numeri e le prospettive della società partecipata, che se da una parte può vantare numeri tra i migliori in Italia per la raccolta differenziata (70,46%, con il 57,58% di materiale a riciclo, oltre cioè gli obiettivi fissati – 55% entro il 2025 – ), dall’altra deve fare i conti, nel vero senso del termine, con una mole di 9 milioni di euro quasi di crediti non riscossi dai Comuni e con una quantità di vertenze, 44 quelle aperte, che rappresentano il 22% della forza lavoro (200 dipendenti), segno, questo, che il clima e l’organizzazione del lavoro nella società ha grossi problemi.
C’è poi la questione dei rifiuti dell’Aquila che, anche dal punto di vista ambientale, rappresenta una minaccia alla sostenibilità del servizio: di questo passo, senza Css e senza una spinta decisa della differenziata nel capoluogo, la discarica di Noce Mattei sarà piena in due anni. Contando anche l’ampliamento appena approvato.
Su tutte, però, c’è da risolvere e chiarire il quesito dello stato di crisi che è stato aperto dall’ex Cda e che rischia di smembrare la società o sottoporla ad un piano di risanamento lacrime e sangue. Per evitarlo, ritirarlo, arginarlo, è necessaria la collaborazione dei Comuni soci, a partire da quelli che devono somme notevoli alla partecipata. La strategia suggerita da Gerardini è di trovare con loro un accordo preventivo, prima che lo faccia una procedura di amministrazione controllata.
Se la non risposta di oggi dei sindaci, che dovevano solo ascoltare la relazione senza votare, è stata questa, però, c’è poco da sperare.
“Convocherò subito una nuova riunione del controllo analogo – ha detto il sindaco di Sulmona, Gianfranco Di Piero – nella speranza che i sindaci dell’Aventino capiscano la gravità della situazione e decidano di intraprendere insieme un percorso. Gerardini ha messo a disposizione le sue dimissioni, mi auguro che sia sufficiente per convincere i colleghi a sedersi al tavolo”.
A meno che non c’è dell’altro… (continua)
Ops quindi il rischio fallimento del Cogesa lo si deve a debiti pari a 9mln di euro di “crediti non riscossi” una frase poetica per dire che ci sono alcuni comuni morosi cioè che non pagano.
Però i sindaci di quei stessi comuni cadono dal pero quando gli si parla di stato di crisi e quando gli si sbatte in faccia il rischio fallimento invece di pagare cacciano il cda.
Ora sarebbe bello sapere a quanto ammonta, se c’è, il debito dei comuni che hanno fatto questa sveltina per cambiare la governance, che ha la vera colpa evidentemente di essere stata troppo buona con i comuni morosi salvo alla fine ricorrere alla minaccia dello stato di crisi per essere pagata.
Una persona come Gerardini non meritava di essere messo in mezzo a una situazione penosa da inetti.
sindaci assenti, NON AVETE LE PALLE, vergognatevi
Eletto come x la saca da chi voleva uscire dalla saca e dal cogesa.
Che storia di mexda..