Un’infornata da trentadue assunzioni: avvocati, ingegneri, netturbini e funzionari. Il Cogesa prepara il bando per ampliare ancora di più il suo già fornito organico. E’ quanto è stato annunciato oggi durante la seduta del comitato del controllo analogo, nel quale oltre che del nuovo piano assunzioni si è parlato anche delle funzioni e prerogative del comitato stesso e delle ipotesi di cambio dello Statuto della società pubblica.
Il bando dovrebbe essere pronto ad ottobre, giusto in tempo per apparecchiare le elezioni regionali che, si sa, si nutrono sempre di tante promesse e questo nonostante resti ad oggi non sciolta sia la riserva dell’affidamento in house del Comune di Sulmona, che una sentenza del Consiglio di Stato ha detto essere illegittimo, sia quella dell’ingresso di Asm (società dell’Aquila) tra i soci del Cogesa. Vicenda quest’ultima che è ancora al centro di un duro scontro politico nel capoluogo, con l’assessore di riferimento che non si è presentato nell’ultima seduta della commissione di controllo e garanzia. Il punto è che l’ingresso dell’Asm non è stato autorizzato dal consiglio comunale e, sostiene l’opposizione aquilana, è quindi illegittimo. Se così dovesse confermarsi, per Cogesa salterebbe il rapporto di prevalenza necessario per gli affidamenti in house, ma soprattutto si aprirebbe una questione economica degna dell’attenzione della Corte dei Conti: come socio, infatti, dal primo gennaio scorso la città dell’Aquila paga una tariffa ridotta con un risparmio per il capoluogo (e mancati introiti per il Cogesa) di circa 200mila euro.
Nella riunione del comitato si è deciso poi di dotare la società di un regolamento per il funzionamento del controllo analogo, uno strumento, supportato da un apposito ufficio, che chiarisca insomma quali debbano essere i poteri e le funzioni del comitato. Comitato che sarà riformato nella sua composizione, con la previsione di nove componenti che rappresentino le macroaree di riferimento (Valle Peligna, Valle Subequana, Alto Sangro, Val Pescara, Aquilano) e la nomina di un vice presidente.
Infine, ma non per ultima, la questione delle modifiche statutarie: non ci sarà nessun cambio se non autorizzato dal 75% delle quote dei Comuni soci che dovranno singolarmente portare nelle rispettive assise la bozza di modifica e analizzarla punto per punto.
Prima che si chiuda il cerchio e che Cogesa possa aspirare a gestire verde pubblico e servizi cimiteriali, insomma, ci vorrà del tempo.
in vista delle prossime elezioni?