Far quadrare i conti non sarà compito facile dalle parti di Cogesa, tanto da attivare due legali esterni per il recupero crediti da parte dei Comuni morosi. Insolventi che si dichiarano innocenti, come il Comune di Sulmona, che trova nell’assessore al Bilancio, Armando Critani, difensore della puntualità nei pagamenti da parte dell’ente verso la società partecipata.
Critani, infatti, nega la cifra di 776.000 euro che il Comune ovidiano dovrebbe a Cogesa. Una stima, però, fatta un mese e mezzo fa. Periodo nel quale Sulmona avrebbe pagato parte degli “arretrati”, con un presunto debito stimato a 468.000 euro che fa riferimento a richieste di pagamento da parte di Cogesa relative a interessi moratori e per conguagli sulle tariffe al di fuori dei Piani Economici Finanziari.
Richieste che, come conferma Critani, sono state contestate dagli uffici di Palazzo San Francesco. Debiti che non sarebbero comunque ascrivibili all’Amministrazione in carica. “Gli interessi moratori – si legge nella nota diffusa dell’Assessore al Bilancio – si riferiscono ad annualità pregresse e non sono in alcun modo riferibili alla gestione di questa Amministrazione”.
“Il Comune di Sulmona non è un cattivo pagatore. – tuona Critani -. Tutti gli incassi della Tari sono stati utilizzati per la gestione del servizio. A titolo meramente informativo, si fa notare che il Comune di Sulmona ha versato dal 2021 ad oggi nelle casse di Cogesa oltre 14 milioni di euro e regolarmente paga, nel pieno rispetto del termine di 30 giorni previsto dalla legge, una rata mensile nella misura di circa 340.000 euro”.
Numeri e cifre che non sono le principali (o quantomeno uniche) cause del rosso di sei milioni di euro che registrerà il bilancio 2023 di Cogesa. Insomma, la lista dei morosi è lunga, e Sulmona non è l’unica realtà inadempiente nei confronti della società.
“Nel caso del bilancio 2023 di Cogesa – precisa Critani -, la perdita non può essere attribuita alla presunta morosità del Comune di Sulmona, come invece erroneamente sostenuto. Si tratta, come già è stato anticipato in sede di controllo analogo, di una perdita connessa a cause di natura economica, principalmente legate a specifici accantonamenti obbligatori previsti dai principi contabili. Pertanto, il risultato negativo non deriva da situazioni debitorie dei soci, ma da fattori gestionali interni”. Dunque l’adempimento obbligatorio, che tutti i soci della partecipata dovranno effettuare accantonando risorse al fondo perdite partecipate, come si accinge a fare il Comune di Sulmona è sicuramente una diretta conseguenza della perdita di esercizio della società, ma la perdita di esercizio della società non è una diretta conseguenza della situazione debitoria dei soci”.
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