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La sua sarà soprattutto una moral suasion, nella speranza che il ruolo di rappresentante del prefetto le dia un’autorità maggiore di quella esercitata finora dal sindaco di Sulmona che, inutilmente, ha cercato di convincere i colleghi soci di Cogesa ad approvare il regolamento per il funzionamento del controllo analogo. Un anno e oltre non è bastato, d’altronde, a convincere la stragrande maggioranza dei soci, 42 su 67, ad approvare la delibera di consiglio che, in sostanza, riduce il numero legale perché l’organo di indirizzo e controllo sia valido e, con esso, anche un sistema più stringente del controllo dei conti ad opera dei Comuni con un organismo tecnico dedicato. Basti pensare che nel 2022 il controllo analogo si è riuscito a riunire 4 volte su 10 e nel 2023 4 su 8. Con i sindaci che avevano evidentemente altro da fare, nonostante fosse garantito anche il collegamento in remoto e le deleghe, mentre la società andava a picco.
Il commissario straordinario Ernesta D’Alessio, in qualità di presidente dell’organismo, ha così convocato per lunedì prossimo il controllo analogo: una comunicazione prendere o lasciare, senza possibilità di contrattare date e orari. Di tempo, d’altronde, se n’è perso fin troppo e dal funzionamento dell’organismo di indirizzo e controllo, come ha spiegato a chiare lettere la Corte dei Conti, dipende la possibilità di fare affidamenti in house alla partecipata, con 19 Comuni che devono ancora rinnovare la convenzione tra cui Sulmona che è una fetta importante del bilancio di Cogesa. In altre parole se non si scioglie in fretta il nodo del controllo effettivo dei soci, il Cogesa è destinato a fallire.
Tanto più, e anche questo è all’ordine del giorno della riunione di lunedì, che le criticità sul piano di ristrutturazione del debito sono pesanti, come sempre i giudici contabili hanno evidenziato.
Lo mette nero su bianco lo stesso commissario straordinario nella relazione di bilancio consolidato 2023 del Comune di Sulmona appena approvato, con un capitolo a parte dedicato alle tante, troppe ed eccessive assunzioni fatte a Cogesa: “La dotazione di personale – in costante incremento – non trova giustificazione in quanto i ricavi si riducono così come il numero e l’entità delle commesse – si legge -, con un decremento dei ricavi delle vendite e delle prestazioni, che passa da € 17.372.414 nel 2022 ad € 16.648.350 nel 2023. Non si rileva, però, esattamente, dalle scritture contabili, l’entità delle spese di personale per contratti di somministrazione lavoro – aumentata rispetto al 2022 – che è impiegato in aggiunta al personale direttamente alle dipendenze della società”.
Un dato su tutti: la voce della spesa del personale occupa in Cogesa il 43,14% del fatturato, con un aumento dal 2022 al 2023 del 3,5%. Utile e fare voti, più che a raccogliere la monnezza.
L’ultima frase dell’articolo è emblematica e le conseguenze non sono solo economiche ma e soprattutto ambientali visto che stiamo raccogliendo la monnezza di mezza Italia
QUINDI TERESA NANNARONE AVEVA VISTO GIUSTO DENUNCIANDO TUTTO ALLA CORTE DEI CONTI
Mado quante stupidaggini ma se i precari stanno tutti a casa dove stanno queste assunzioni? Mettete nero su bianco no le voci di paese
Girl Power non sono voci di Paese dove forse Tu abiti….ma è la Corte dei Conti che ha messo nero su bianco e non certo il Tuo Commercialista..
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