La battaglia legale sulla gestione del Cogesa ha una data, quella del 5 aprile, in cui verrà emessa la sentenza dal Tribunale delle Imprese dell’Aquila. In ballo la legittimità dell’iscrizione della nuova governance della partecipata, eletta il 30 dicembre 2022 durante un’assemblea dei soci dai nervi tesissimi. Il giudice dovrà decidere non sul numero legale e la legittimità della convocazione, che secondo alcuni primi cittadini sarebbe avvenuta in ritardo; bensì sulla possibilità da parte dell’assemblea di revocare il consiglio d’amministrazione in carica con uno stato di crisi che, agli atti del notaio, era stato aperto in modo formale.
Un cavillo al quale si aggrappa l’ex Cda, nato lo scorso luglio con una nuova legge che disciplina il procedimento, e che in situazioni di crisi impedisce la revoca di chi è al timone della società. Un giochetto che sarebbe stato escogitato dai tre componenti del consiglio d’amministrazione il 15 dicembre, quando in barba agli accordi presi con i sindaci, lo stato di crisi venne formalmente aperto davanti al notaio Vittorio Altiero. Un modo per rimanere aggrappati alle poltrone.
L’ex governance è stata ascoltata oggi, e ha ribadito di aver avvertito Gianfranco Di Piero, presidente del controllo analogo, dell’azione di crisi. Circostanza che il primo cittadino sulmonese ha invece smentito, così come alcuni colleghi dell’assemblea che hanno messo a capo di Cogesa Franco Gerardini
Lunedì prossimo, invece, al tribunale ordinario l’assemblea dei soci dovrà rispondere della revoca per giusta causa. Un’azione mossa per iniziativa del vecchio consiglio d’amministrazione. La gestione dei rifiuti, peligni e dell’Abruzzo interno, si gioca nelle aule di tribunale.
Se è come scrivete voi la consulenza dell’ottimo Gerardini è andata sprecata perché per un cavillo, come lo definite voi, ha bisogno di più di 10gg per le contro deduzioni o non è proprio cavillo o non è un cavallo ma un asino
Al di là delle vostre valutazioni il 05 sapremo la verità. Finalmente finirà il tempo delle opinioni delle fazioni e delle interpretazioni. Deciderà chi ne ha competenza e finalmente finirà il canto di parte e parlerà chi ha voce in capitolo. E finalmente si capirà da che parte sta il torto e magari se c’è stata una campagna denigratoria o una giusta e libera informazione. Ps intanto far valere le proprie ragioni non vuol dire stare aggrappati alle poltrone ma difendere la propria dignità altrimenti per correttezza bisognerebbe scrivere lo stesso dell’attuale AU che nonostante la sfiducia del controllo analogo dispensa consulenze e opere come se quella poltrona fosse sua per diritto dinastico
Un giochetto che sarebbe stato escogitato dai tre componenti del consiglio d’amministrazione il 15 dicembre, quando in barba agli accordi presi con i sindaci, lo stato di crisi venne formalmente aperto davanti al notaio Vittorio Altiero
Qua il giochetto è quello dei sindaci, Sulmona in primis, che per non pagare i debiti per evitare lo stato di crisi giusto e necessario, come ha ribadito lo stesso attuale Gerardini, hanno preferito defenestrare il cda che ha fatto il dovuto e il necessario per salvare la società.
Se i comuni volevano evitare lo stato di crisi pagavano in primis e poi al limite cambiavano il cda invece hanno cambiato il cda ma di pagare non ne hanno intenzione.
Questa la verità, vediamo cosa accadrà il 05 aprile ma se non andrà come qualcuno spera molti dovranno scuse altri rischieranno querele altri ancora dovrebbero dimettersi per dignità, se la hanno
Il 06 aprile mi sa che si smetterà casualmente di scrivere e discutete di Cogesa
Così per dire
Cambiate fonte perché le cose non sono proprio andate come vi hanno riferito, anzi sono andate al contrario
Giusto una segnalazione all’autore dell’articolo.
“GOVERNANCE” (in italiano tradotto talora con “GOVERNANZA”, soprattutto nel Canton Ticino), non è sinonimo di “CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE” ma è “L’insieme dei principi, delle regole e delle procedure che riguardano la gestione e il governo di una società, di un’istituzione, di un fenomeno collettivo.”
No è dunque un nome collettivo (come, p.es. SQUADRA, EQUIPAGGIO, C.D.A. ecc.) ma un termine con un suo preciso significato concettuale.
È come scrivere “La LITURGIA si aggrappa ad un cavillo burocratico” anziché scrivere “il SINODO si aggrappa ad un cavillo burogratico” o, meglio ancora, “I VESCOVI si aggrappano ad un cavillo burocratico”.
Cogesa una lobby di privilegi a pochi dipendenti auto ecc ecc… il Sidnaco di Sulmona ci ha promesso che avrebbe risolto tutto, in primis la puzza alla Marane lo stiamo ancora aspettando
È di palese evidenza che questo giornale ha dettato una certa linea politica di questo territorio. I risultati sono sotto gli occhi di tutti. Una minoranza di sindaci ha nominato l’AU di Cogesa spaccando l’assemblea però per questa linea politica tutto è normale. Da applausi. Davvero