Nei corridoi della politica dopo il rifiuto dell’eterno Zuffada, si fa il nome di Andrea Liberatore, il secondo in lista dell’Udc di Marianna Scoccia alle regionali. L’uomo dell’Alto Sangro da “risarcire” (che si è dimesso da consigliere comunale) e da mettere alla guida di una società che, a quanto pare, non ha le casse piene. Tant’è che ad oggi, un mese e più dopo la scadenza dei termini di legge, non c’è ancora un bilancio da approvare.
Sul Cogesa si è aperta, o riaperta, così, la partita della governance o meglio dei giochi di potere: i gerosolimiani sembrano intenzionati a mollare l’amministratore unico Vincenzo Margiotta, scaricando evidentemente su di lui e solo su di lui le responsabilità della gestione fallimentare della società. Tra bilanci non approvati, paventati debiti a sei zeri, inchieste giudiziarie e sequestri.
Per lunedì prossimo, infatti, è stato riconvocato il controllo analogo dei sindaci, gli stessi che meno di tre mesi fa avevano diligentemente e in versione bulgara alzato la mano (senza neanche conoscere il bilancio – che infatti non c’era) per confermare per il prossimo triennio Margiotta.
Tutti a raccolta e all’ovile, pronti a cambiare parere e voto: all’ordine del giorno, non per niente, non c’è il non bilancio e i suoi derivati, ma il “funzionamento e organizzazione dell’organo amministrativo”. Per passare cioè dalla gestione monocratica a quella condivisa di un consiglio di amministrazione, secondo una logica che proprio Gerosolimo aveva violato tre anni fa rompendo con destra e sinistra.
La richiesta è arrivata dal sindaco di Pacentro Guido Angelilli, uno che è stato sempre ostile all’attuale governance, che così porge in qualche modo una mano all’imbarazzo dei gerosolimiani di doversi accollare tutto il peso del fallimento e dall’altra si riserva l’occasione di poter ristabilire gli equilibri politici e cercare di salvare il salvabile.
Angelilli, però, non ha condiviso la sua posizione né con il centrodestra, né con il centrosinistra che, d’altronde, si tirano fuori da questa apertura e anzi colpiscono duro, in particolare il Pd.
“Sembrerebbe che, rimosse tutte le problematiche che in questi ultimi mesi della gestione Margiotta hanno assillato l’Ente, ci si stia preoccupando unicamente di ridefinire le modalità di gestione di questa importantissima ‘partecipata’. Magari – scrive il Pd – sostituendo l’attuale amministratore, divenuto fin troppo ingombrante, e probabilmente poco funzionale alle esigenze di una campagna elettorale in vista delle ormai prossime amministrative, secondo i desiderata dell’ex assessore regionale al lavoro. Con ciò tentando solo di garantirsi la continuità, nascondendo la polvere delle indagini sotto il tappeto. Insomma una operazione di ‘maquillage’ messa in piedi in fretta e furia per occultare magagne e disfunzioni di ogni tipo delle quali, invece di fare pubblica ammenda, si prova a propagandarle come peccati veniali, autoassolvendosi con uno pseudorinnovamento in senso democratico”.
Il Pd, ma non solo il Pd, si tira insomma fuori da ogni possibilità di accordo, secondo la strategia che i cocci deve raccoglierli Gerosolimo. Cocci di un giocattolo prezioso, diventato costoso e rischioso. Ma anche e soprattutto cocci di una politica che, appare ormai chiaro, sarà l’avversario da combattere trasversalmente per i due opposti schieramenti.
“Non avremmo nulla da condividere con metodologie di gestione di una società pubblica chiaramente volta a coltivare sistemi di potere clientelare di volta in volta usato per acquisire vantaggi di gruppi o persone ben determinate – affondano i Dem -, chiediamo che si faccia chiarezza sulla gestione di questi anni chiedendo conto all’amministratore unico delle sue responsabilità. Posto che stiamo parlando, allo stato dell’arte, di un plurindagato che con un rigurgito di dignità dovrebbe dichiarare il fallimento della sua gestione e dimettersi, invece di farsi usare per promettere concorsi ad orologeria. Secondo un costume che si è andato affermando in questi ultimi anni di amministratori della Cosa Pubblica che, invece di agire in piena autonomia, sono lì ad assecondare le volontà dei vari burattinai di turno”.
Ce n’è anche per la principale pedina dell’operazione Cogesa, la sindaca di Sulmona Annamaria Casini: “Pretendiamo spiegazioni da una sindaca che, in qualità di presidente del Comitato di indirizzo e controllo della società come maggior azionista della stessa, quale indirizzo di gestione abbia contribuito a formare, unitamente agli altri sindaci componenti il comitato, e quale controllo abbia effettuato sui risultati conseguiti in questi anni. L’ostinato silenzio in cui ha inteso trincerarsi finora la sig.ra Casini – conclude il Pd – non è più tollerabile. Il dovere istituzionale, oltre che morale, le impone l’obbligo di una tempestiva informativa ai cittadini di Sulmona, su un tema come quello della gestione dei rifiuti in cui non sono ammesse amnesie o, peggio, pericolose connivenze che potrebbero comportare danni irreparabili alla collettività”.
ma chi sono i gerosolimiani? gente senza arte ne parte che vive nel territorio Peligno cercando di drenarne linfa vitale per sopravvivere? o poveri illusi che votano per convenienza? mi spiegate chi sono? vivono solo nella Valle Peligna? ci vorrebbe Piero Angela a spiegarlo credo.
Casini Anna Maria come cittadino PRETENDO dei chiarimenti sulla gestione del COGESA.
I Gerosolimiani: Sulmontini geneticamente appartenti a stirpe Adusa al Lavoro Indefeso, con Know How specializzato, Attentissimi al Benessere della Cosa Pubblica, Scevri ad Ogni Compromesso e Lontani dal Clientelismo nonché Contrari Ontologicamente alla Parentele in Politica. Bravi a chi li Vota e Fortunati a chi da Loro viene Amministrati