Il clima è quello da governo tribale, con tutto l’armamentario dei colpi di Stato, degli autoproclamati imperatori o triumvirati, delle minacce persino, caricate a polvere di legge anziché da sparo. Comunque clima di guerra al Cogesa.
Né si intravedono segnali di tregua e di pace: oggi nella riunione del controllo analogo nella quale l’amministratore unico Franco Gerardini dovrà spiegare qual è la situazione della società partecipata e cosa fare per tentare di evitare il fallimento, i sindaci dell’Aventino, ovvero quelli – perlopiù di centrodestra – che hanno chiesto le sue dimissioni, molto probabilmente non si presenteranno. Alla faccia della democrazia. Con il risultato che verosimilmente non si raggiungerà il numero legale, che per il controllo analogo si calcola con le teste e non con le quote, per cui sarebbe necessario raggiungere 34 delegati per validare la riunione. E nonostante, soprattutto, lo stesso Gerardini abbia annunciato di voler mettere sul banco dei soci, subito dopo averli resi edotti, le sue dimissioni. “Occorre ricreare un clima disteso e di collaborazione – spiega – altrimenti si rischia di perdere un bene pubblico prezioso”.
Macché: ieri sera sulla sua scrivania è arrivata un’altra diffida, che fa seguito a quella sottoscritta da venti sindaci dissidenti, questa volta firmata dal Cda o ex Cda, che forte di un parere legale di parte chiede non solo di evitare di assumere atti per la presunta illegittimità della sua nomina, ma di riavere indietro la poltrona, così da “voler consentire al sottoscritto CdA di continuare ad operare per proseguire l’iter di cui all’art. 120 bis c.c.i. (ovvero lo stato di crisi, ndr) – scrivono i tre -, nonché a voler astenersi dal qualificarsi e dall’adottare qualsivoglia determinazione quale Amministratore Unico in tal senso e, comunque, in nome e per conto di Cogesa SpA, con l’avvertenza che, in caso contrario, saranno intraprese tutte le opportune iniziative anche a tutela della posizione degli scriventi per l’accertamento delle responsabilità ad ogni diverso titolo configurabili nella specie”.
E aggiungono che tutto questo guerreggiare sarebbe “a tutela delle ragioni, dei diritti e degli interessi degli scriventi, dell’azienda, del personale dipendente e dei cittadini-utenti”.
Imbarazzante, anche per il Collegio sindacale che entro il 29 gennaio dovrà comunicare l’avvenuta eventuale decadenza del Cda, come stabilito dalla contestata delibera del 30 dicembre approvata da un’assemblea monca.
Anche quello, dicono i sindaci di centrodestra, un colpo di mano, anzi un golpe per usare le parole interessate del sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi che nel frattempo continua a scaricare i suoi rifiuti senza un contratto a Sulmona.
I dissidenti, almeno una parte, si dicono anche disposti ad accettare Gerardini come guida transitoria, ma vogliono prima “ristabilire le regole democratiche”. Annullare e poi rifare. Bucare il pallone o portarselo a casa.
Imbarazzante è stata la mossa dei sindaci nel nominare Gerardini, sperando sia solo quello e non anche come dice l’ex Cda, che certo a questo punto non hanno operato per il bene dell’azienda e dei suoi dipendenti, visto il casino, ne per quello dei cittadini.
Il tutto senza minimamente discutere la figura di Gerardini che si ritrova messo in mezzo a una situazione gestita in maniera pessima da questi sindaci con arroganza strafottenza, forse anche delle regole e degli altri, superficialità.
Al posto suo manderei tutti all’altro paese.
La cosa triste che il sindaco di Sulmona e gli altri, pur scegliendo una persona sicuramente valida, non sono stati capaci di fare una cosa “pulita” che non sporcasse questa nomina hanno agito di forza di prepotenza defenestrando il vecchio Cda, e fin qui ci può pure stare, senza il consenso degli altri sindaci ma non contenti senza lo stesso hanno nominato un amministratore unico, non un cda temporaneo che avrebbe almeno garantito la parità di rappresentanza a tutti anche al cdx, che era facilmente attaccabile come di parte, e non immaginarlo aggiunge stupidità a incapacità, visti i suoi trascorsi di parte. E ripeto nulla questio sulla sua figura, ma solo sulla pessima figura dei sindaci che l’anno nominato. Il cdx fa semplicemente la sua parte e chi si meraviglia o si scandalizza in nome del bene dei cittadini avrebbe dovuto fare lo stesso a parte invertite in tantissimi altri casi.
A tutto si aggiunge che susseguenti articoli hanno chiarito come il comune di Cansano con lo scorso sindaco, di cui l’attuale è continuazione, è quello che ha dato la quota a L’Aquila per entrare nel consorzio scaricare i rifiuti a prezzo più basso, e poi votare questo affidamento e idem, credo il sindaco di Pacentro e forse anche di altri dissidenti. Quindi gli stessi, Sulmona a parte, come nulla fosse protestano contro cose che hanno votato, alcuni poi sono morosi per centinaia di migliaia di euro ma parlano di mala gestione e si stupiscono dei conti in rosso del Cogesa, i morosi, infine il sindaco di Sulmona, che io ho votato proprio per combattere pratiche come queste, protesta contro i tagli del nuovo calendario ma poi si scopre che questi tagli sono dovuti al fatto che questa amministrazione non riconosce al cogesa 300mila euro di servizi, quindi zac, e infatti il sindaco non chiede il ripristino del servizio che il graduale passaggio al nuovo calendario.
Questa vicenda triste e politicamente degradante almeno sta facendo capire a me e spero a tanti che qui il bene dei cittadini non è motivazione di nulla, le motivazioni sono altre e questo vale per tutti.
Al vecchio Cda consiglierei di non battersi per le loro ragioni, se anche avessero ragione, come un parere legale seppure di parte sembrerebbe accertare, meglio farsi comunque da parte e lasciare a chi questo casino ha generato il compito di sbrogliare la matassa, visto che ogni giorno che passa le verità vengono a galla e le facce sì svergognano sempre di più.
Le ragioni pratiche spesso valgono meno dell’opportunità delle proprie azioni
Imbarazzante è chi voleva uscire dalla saca e cogesa e poi ha contribuito alla nomina del consiglio di amministrazione con riferimenti politici
… sono state violate le più elementari Regole democratiche e Statuali nominando di fatto una persona, che se pur capace e titolato, non doveva accettare quell’incarico in quanto perfettamente a conoscenza della procedura adottata da quella parte politica per la sua nomina… e come ex Dirigente Regionale non poteva non saperlo…
Tutto questo fa pensare ad una sola cosa:
che la Valle Peligna, a prescindere da chi elegge ad Amministrare, è messa molto male e non c’è più nulla da sperare sia per il presente… che per il futuro.
La cancrena degli interessi personali e familiari allargati a gruppi di potere e di Comando… si è così estesa che ha soffocato il territorio fino a distruggerlo sia dal punto di vista sociale che economico.
Siamo morti viventi, senza futuro e senza speranza… grazie anche a determinati personaggi appoggiati e osannati anche da pseudo giornalisti sedicenti liberi, democratici e non faziosi.
ho visitato il sito del cogesa e non sono riusciuto a trovare i documenti delle assemblee. dove si possono consultare?
grazie
… voler consentire al sottoscritto CdA di continuare ad operare per proseguire l’iter di cui all’art. 120 bis c.c.i. (ovvero lo stato di crisi, ndr)
ma i soci lo avevano autorizzato questo iter di stato di crisi???
….e noi sulmonesi non possiamo fare altro che assistere impotenti ad un balletto”immondo” di cani che si sbranano attorno ad un osso.
Io mi vergogno dei miei concittadini che hanno permesso tutto questo.
Si gioca con il fuoco , se non si raggiunge un accordo, seppur di facciata, poi non meravigliamoci se “Pza Capograssi ” interviene nelle forme previste dalla legge.
I Comuni che non conferiscono i rifiuti al Cogesa fuori dal Consorzio e licenziare i dipendenti assunti su richiesta dei loro Sindaci.