Cogesa: falsi, falsati e verità. Il caso Daneco diventa politico

“Sostenere e denunciare pubblicamente che il bilancio 2018 del Cogesa, approvato con il parere favorevole del Collegio Sindacale e della Società di Revisione PWC SpA, sia ‘falsato’è un’affermazione falsa ed infondata, se solo si osserva che né la società di revisione né il collegio sindacale hanno dato parere negativo all’approvazione del bilancio, così come predisposto da Cogesa. La semestrale di Cogesa, a differenza di quanto da Voi ironicamente sostenuto, è un documento consuntivo costituito da uno stato patrimoniale e un conto economico sintetici e non da previsioni (quelle sono state fatte nel previsionale 2019 formalmente approvato)”. Così il Cogesa insiste nel difendere l’operazione Daneco, la tardiva svalutazione dei crediti, cioè, che ha costretto la società partecipata ad aggiustare i conti due giorni dopo l’approvazione del bilancio consuntivo 2018.

Cogesa minaccia poi azioni legali perché, secondo loro, le affermazioni “sono calunniose (poiché appunto rappresentano una pubblica denuncia e potrebbero esporre Cogesa ad un procedimento penale)”.

Sul fatto che i nostri articoli siano una pubblica denuncia siamo d’accordo e sul loro rilievo penale sarà la magistratura, eventualmente, a valutare e decidere se intervenire e controllare. Di certo è una pubblica denuncia dei fatti, la nostra, fatti inconfutabili e a prova di capriole finanziarie e di retorica, perché è un fatto che il bilancio 2018 sia stato falsato (e non falso) e che i soci hanno approvato il 28 giugno scorso un documento che non era corretto, tanto da essere corretto, appunto, due giorni dopo.

La società di revisione (che non dà pareri, che sono invece riservati al collegio sindacale), però, vale solo la pena di ricordare, che ha espressamente detto che “le voci dei crediti del patrimonio netto e del risultato di esercizio (del bilancio 2018) sono sovrastimate per euro 472mila” e ancora che nel parere favorevole del collegio sindacale (da noi specificato nell’articolo) c’era una postilla, ovvero una riserva: “Con riserva – si legge nel parere del collegio – limitatamente alla necessità di procedere alla svalutazione del credito verso la società Daneco Spa, così come rilevato anche dalla società di revisione” e la società di revisione ha rilevato che il Credito doveva svalutarsi nel 2018.

Al di là dei tecnicismi, però, colpisce il silenzio assordante della politica su una vicenda che coinvolge direttamente i sindaci controllori, o presunti tali, di una società interamente partecipata dal pubblico. Un silenzio che solo il Pd oggi ha rotto: “Quel che qui, però, preme far rilevare è ancora una volta la carenza di presenza della politica, quella capace di governare gli eventi e, se del caso, darne una spiegazione plausibile -scrivono i Dem -. In particolare, il Comune di Sulmona che di quella Azienda è il maggior azionista, e la cui sindaca, detto per inciso, è la Presidente del Comitato di Controllo, sembra aver recitato un ruolo da comprimario adeguandosi pedissequamente ai desiderata di una gestione a dir poco bizzarra (cui prodest?)”.

“Quel Bilancio approvato a maggioranza con un utile così elevato contro il parere, a quanto pare, di alcuni soci (il collegio dei revisori dei conti approvava, ma faceva presente l’anomalia della mancata svalutazione del famoso credito), sembrerebbe a tutt’oggi non corretto – continua la nota del Pd-. Quindi, siamo ben lieti di apprendere che dopo sei mesi si torna ad un utile di 500.000 €, e ci auguriamo vivamente che il dato possa essere confermato a fine anno. Una Azienda come quella di cui ci stiamo occupando ha un impatto sul territorio, per aspetti economici e di occupazione, di tutto rilievo. Chiedere, pertanto, di recitare un ruolo di presenza più incisiva con un controllo puntuale ed oggettivo sulla sua gestione, a prima vista alquanto disinvolta – visti ormai gli episodi di opacità che si susseguono a cadenza regolare – non sarebbe normale per un Comune socio che dovrebbe avere un ruolo di leader in una società pubblica proprietaria dei sindaci del territorio? Società, cui evidentemente non può essere consentita quella spregiudicatezza che forse si può permettere una azienda privata”.

“Che si aspetta per effettuare una seria verifica su quanto accaduto – conclude la nota – e trarne le dovute conseguenze (sfiduciando la dirigenza), mettendo la società al riparo da avventure sempre più audaci i cui contorni ormai sfiorano il grottesco?”.

1 Commento su "Cogesa: falsi, falsati e verità. Il caso Daneco diventa politico"

  1. Incredibile come gli articoli o bilanci cambiano di testata in testata m viene spontaneo pensare a padroni o ex dipendenti diventati padroni w la verità

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