Che la situazione Cogesa fosse tremenda lo si era capito da tempo, nonostante la chiusura del bilancio 2021 con un utile di circa 36mila euro. Bilancio approvato, appunto, lo scorso 12 gennaio, al termine di un vertice infinito, dove solo grazie alla mediazione del Presidente della Provincia, Angelo Caruso, i Comuni hanno dato il via libera, evitando di portare i libri in tribunale con la promessa di un cambio di governance nel 2023.
Non è bastato però il semaforo verde di nemmeno dieci giorni fa. Il consiglio d’amministrazione di Cogesa, infatti, davanti al notaio Vittorio Altiero, ha formalizzato lo stato di crisi della società lo scorso 15 dicembre. Il tutto a poco più di due giorni dalle dichiarazioni del presidente Nicola Guerra che annunciava lo stato di salute della partecipata. Presenti, ovviamente, sia i consiglieri Sandro Ciacchi e Valentina Di Benedetto, e sia, appunto, il vertice Nicola Guerra.
Le ipotesi al vaglio, ora, sono diverse. Si va da un possibile commissariamento alla liquidazione fino ad arrivare a un concordato preventivo. La più probabile delle soluzioni, però, è la ristrutturazione del debito di Cogesa. A danno dei contribuenti, ovviamente.
Una situazione nera, che preoccupa, e non poco, tutti i Comuni soci di Cogesa. Guarda con attenzione alle vicende della partecipata peligna anche L’Aquila. Il capoluogo di Regione, infatti, ha con la società un accordo per lo smaltimento dei propri rifiuti indifferenziati a prezzi favorevoli. Addirittura, qualora dovesse essere rinnovato il contratto nel 2023, anche a cifre più accessibili rispetto a quello proposte ai Comuni virtuosi.
Ancor più calda sarà la riunione dell’assemblea del prossimo 30 dicembre, che tornerà a riunirsi dopo quattro ore estenuanti trascorse nell’ultimo summit del controllo analogo lo scorso lunedì. In quel caso la riunione si era chiusa senza votazione dell’assemblea, con alcuni sindaci che avevano presentato una richiesta di dimissioni immediate da parte del Cda subito dopo il voto al bilancio di previsione 2022, senza cioè aspettare metà-fine gennaio come concordato con il Consiglio d’amministrazione.
e chiudetela , che aspettate, si fa un bando con i privati come un tempo e finisce sta storia infinita di liti e puzza. basta
Giochi di potere o patetiche ripicche, in barba a cittadini e lavoratori. Biondi ringrazia e si frega le mani! Complimenti al Cda !
Cittadino,perchè non pensi ai posti di lavoro che da la società….si fa presto a dire chiudetela
Ma che dici? Perché i privati non devono comunque svolgere il servizio di raccolta e smaltimento? Secondo te con cosa lo fanno: con dei robot?
Sappi che la normativa Damiano per gli appalti di servizio prevede una clausola sociale per cui l’impresa aggiudicataria deve assumere le maestranze tra il personale dell’impresa uscente.
embe i rifiuti portiamoli a pratola visto che hanno fatto una gara europeaaa (…) con costi più bassi del cogesa!
Specchietev
mi sa che il commento era ironico, visto che le gare che ha fatto pratola con diodoro e successive riguardano lo snmaltimento di: ferro, alluminio, vetro, legno, e quantita piccollisime di raee cosa che il cogesa ritira GTATIS
Chi dobbiamo ringraziare per questo ennesimo disastro, quel campione di Margiotta e il suo degno compare? Perché non fa un altro dei suoi video e spiega che cazz ha combinato quando era presidente? Vergogna!!!
Con i sindaci del partito che votarono Margiotta. Valle peligna brava gente. Mazzette e mutismo. Come la Sicilia e la Calabria. Bravi italiani direbbe il tedesco
Bella situazione creata da quei miseri politici e amministratori incapaci e corrotti!!!!!
Non c’è più speranza ma solo vergogna e rimpianti!!!
Che cazzo la facciamo a fare la raccolta differenziata se poi viene tutto incenerito dico io. Hanno pure il coraggio di minacciare di non prendere il sacco sti mongoloidi…io continuero a buttare tutto alla cazzo di cane e non me ne puo fregare di meno
1) L’attuale assetto societario come pure il livello dei conferimenti in discarica sono effetto della politica tenuta dall’assemblea dei soci;
2)Per legge le partecipate pubbliche devono dotarsi di idonei strumenti di valutazione e misurazione del rischio di crisi aziendale, fondati su parametri oggettivi contenuti in regolamenti interni e codici di condotta, e verificati da appositi uffici di controllo interno, al fine di prevenire crisi irreversibili.
Qualora dall’esame dei parametri di rischio emergano criticità, l’organo amministrativo ha il DOVERE adottare immediatamente i provvedimenti correttivi necessari per evitare l’aggravamento della crisi, e correggere l’andamento aziendale attraverso l’adozione di un piano di risanamento che contempli l’esistenza di comprovate e concrete prospettive di recupero e risanamento. La mancata adozione del piano e dei correlati provvedimenti integra la fattispecie delle gravi irregolarità da denunziarsi, queste sì, al tribunale…
3) i soci morosi conservano il diritto di voto nella assemblea delle società pubbliche di servizi in house?
…chissà…
… questo è il fallimento di una mancanza di visione e di una programmazione sbagliata… partita molti anni fa e con il consenso di tutta la politica di ogni colore e sfaccettatura… e non di un singolo o di una parte di essa… la monnezza è una miniera d’oro e questi pensavano di aver scoperto il nuovo El Dorato… a scapito della salute dei cittadini e del territorio…