A guardarla fa già impressione e c’è chi dice che quel cumulo di terra e rifiuti, di rifiuti coperti di terra, cresca di giorno in giorno. Oltre il buco, in una montagnola in rilievo che ospita a colpo d’occhio non solo rifiuti trattati, ma anche tal quale. Quale sia l’autonomia della discarica di Noce Mattei, d’altronde, dovranno spiegarlo giovedì prossimo l’amministratore unico Vincenzo Margiotta e il direttore dell’impianto di trattamento meccanico biologico Stefano Margani, convocati dalla commissione di Garanzia e Controllo del Comune di Sulmona.
Ieri gli stessi commissari, Maurizio Balassone ed Elisabetta Bianchi, hanno incontrato il comitato dei residenti, quello che da mesi si batte contro l’odore nausebondo e tutti i disagi che l’impianto, diventato la discarica d’Abruzzo, sta creando, sempre più, di giorno in giorno agli abitanti della zona.
E d’altronde l’appello, un po’ invito e un po’ ordine a se stessa, del sindaco di Sulmona di convocare il comitato del controllo analogo, quello che dovrebbe sovrintendere e indirizzare scelte e gestione di Cogesa, per chiedere conto proprio a Margiotta di quella puzza, è stato beatamente ignorato. Dopo la boutade e i comunicati stampa, infatti, c’è stato solo il silenzio.
Ora ci penserà la commissione di Garanzia e Controllo e quella di giovedì prossimo non sarà un’audizione né semplice, né sbrigativa: da chiarire ci sono molti punti, quintali, anzi migliaia di tonnellate di punti, come i rifiuti conferiti in più, contro ogni indicazione e vincolo posto dai soci e in smentita alle fantasiose prospettazioni fatte dall’amministratore unico. Che tra 5mila e 40mila tonnellate ce ne passa di differenza e ce ne passa di autonomia per la discarica.
Non solo: Margiotta dovrà spiegare alla commissione anche che fine hanno fatto i famosi bandi di concorso per le assunzioni, perchè i novanta giorni di sospensione dovuti all’inchiesta della magistratura e che vede indagati oltre a Margiotta, anche l’assessore Mariani e una dipendente, sono scaduti il 28 agosto scorso, ma le procedure non sono state ancora riaperte come annunciato. Quei concorsi così urgenti da essere fatti e riaperti sotto ogni campagna elettorale nonostante la contrarietà di molti sindaci e che a distanza di quasi un anno, ormai, restano lettera morta, pagata con un “francobollo” di 20 euro da ognuno degli oltre mille aspiranti dipendenti.
In attesa che la magistratura concluda il suo lavoro, insomma, Margiotta dovrà intanto cominciare a rispondere del suo operato alla commissione. Almeno a quella, visto che il controllo analogo è inesistente di fatto. Sempre che la cosa non lo turbi troppo.
bene,ieri un’autorevole quotidiano ha pubbicato un’illuminante, allarmante report: il Far West dei rifiuti,31/09 la Repubblica…risaputi gli interessi delle ecomafie,da nord a sud prendono tutto quello che possono,irrilevanti le patologie dei Cittadini ,l’emergenza inquinamento,i gas prodotti sono gli “effetti collaterali” della mancanza di impianti adeguati alle attuali tecnologie,anzi secondo alcuni le responsabilita’ sono di madre natura,venti e temperature… con l’anticiclone africano,gli affari sono d’oro,roghi,falo’ inclusi,o no?
mandateli a casa tutti e due, rotazione dei dirigenti e passa la paura!
gestione da dimenticare.
L unica cosa buona sono state le assunzioni