Il primo consiglio di amministrazione di Cogesa dopo la reintegra del tribunale dell’Aquila ci sarà questa mattina, ma il Cda revocato e reintegrato non opererà a lungo. Anzi per niente. A chiarirlo è lo stesso presidente Nicola Guerra: “Convocherò l’assemblea come richiesto e con gli ordini del giorno che dovevano essere discussi l’altro giorno – spiega – ma ci presenteremo dimissionari, almeno per quanto mi riguarda la vicenda finisce qui. A me basta la sentenza del tribunale che ha stabilito che il nostro operato è stato corretto, senza contare che ormai il mandato è arrivato a scadenza naturale”.
Dopo la guerra giudiziaria, però, ora si apre, o meglio resta, quella politica: perché nonostante la deflagrazione della sentenza, tra i sindaci-soci non sembrano esserci segnali di tregua. Il fatto stesso che i cosiddetti dissidenti vogliano portare e votare l’ordine del giorno sull’annullamento della delibera (che sostanzialmente è stata resa inefficace dal tribunale) è il segno che la resa dei conti politica non si è esaurita. I sindaci dissidenti vogliono insomma ottenere un “risarcimento di democrazia”, nonostante la stessa sentenza del tribunale abbia chiarito che numeri, modalità e forma dell’atto, fossero legittimi. Dall’altra i sindaci che la delibera l’hanno votata il 30 dicembre scorso non intendono tornare indietro per quello che è un atto deliberativo non arbitrario, seppur contenente un licenziamento non supportato dalla giusta causa. Lo stallo, insomma, che rischia di rimanere tale e di aggravare la situazione della società, tanto più che i numeri in campo si equivalgono nelle quote, come due metà di una mela che ora rischia di marcire.
In assenza di decisioni da parte della politica, infatti, la strada del commissariamento, già avviata con le carte che il tribunale ha inviato per le opportune determinazioni in procura, si fa più concreta.
La società, d’altronde, non può restare nel limbo e senza una governance. Anzi: servirebbe una guida autorevole e con pieno mandato, per prendere decisioni non facili che dovranno intervenire sul recupero crediti nei confronti dei Comuni morosi e su un possibile, anzi scontato, aumento consistente delle tariffe.
L’ex amministratore unico Franco Gerardini aveva già pronto, e inviato per conoscenza, il bando per reperire un amministratore unico che gli succedesse, ma la strada tracciata non è condivisa da tutti, anche se alcuni sindaci dissidenti, a partire da quello di Raiano, Marco Moca, si sono detti d’accordo. C’è tuttavia chi mira a ripristinare la formula del Cda, ovvero a confermare la gestione politica della società che, a dire il vero, finora ha creato solo danni.
La chiosa dell’articolo è condivisibile: “ la gestione politica ha creato solo danni “ e imbarazzo, aggiungerei. Si tratta di figure tecnicamente non capaci di gestire una azienda e che rispondono ad altre logiche. Far fallire la società significa mandare a casa e sul lastrico molte famiglie … non hanno neppure la decenza di porsi il problema !
Diventeremo la discarica del centro Italia
Bellissimo il bando di gerardini costruito a misura x favorire margani. Ma non prendete in giro i cittadini. Chi vuole favorire margani? Andate a Pacentro e trovate il responsabile, basta chiedere al PRIMO cittadino che incontrate. E il sindaco di Sulmona che fa?
Non credo serva Gerardini per individuare un nuovo Au serve la politica. E comunque se lo aveva mandato per conoscenza rimane agli atti e può essere utilizzato lo stesso il problema è se questo bando è per favorire qualcuno di interno o per reperire finalmente professionalità necessarie alla gestione della società. Il cda non è una gestione politica della società si può anche fare un Cda nominando persone esperte con un Dg. Più danni farebbe un Au scelto politicamente in funzione della appartenenza magari promuovendo un interno solo per appartenenza.
Ps bene ha fatto l’ex Cda a presentarsi dimissionario ripristinata la verità necessaria sul loro operato ora spetta alla politica assumersi la responsabilità delle scelte, soprattutto i sindaci artefici di questo casino. Intanto sono stati smentiti i tanti tuttologi e commentatori internet che leggendo nel pensiero altrui attribuivano al vecchio Cda lkattaccamento alla poltrona, alla fine l’unico attaccamento è stato quello di molti ai loro,pregiudizi e alla loro faziosità
viste le dimissioni, è ipotizzabile quindi che le ultime azioni di guerra sono state incardinate per aututelarsi dalle responsabilità . La sentenza non mi sembra dirimente
Beh dirimente a Sulmona non c’è mai nulla ma al riguardo sicuro smentisce la giusta causa e più che autotutela (chi si può permettere di invocare responsabilità altrui) può essere propedeutica a richiesta risarcimento danno…… che a questo punto ci starebbe anche
Sto pensando alla situazione imbarazzante di COGESA e ad altre gestioni pubbliche che fanno pensare male, sto collegando questo pensiero al fatto che da luglio non ci sarà più bisogno di bandi per lavori pubblici al di sotto dei 5 milioni di euro, sto cercando di immaginare quante ville al mare riusciranno ad avere questi personaggi e non riesco a quantificarle.
Se tutto va bene siamo spacciati.
Mi chiedo se l’operatività della discarica è compromessa oppure se, come si spera, continuerà ad operare. Altrimenti si porrebbe il problema di dove andranno a scaricare i rifiuti quei comuni, grandi o piccoli, lontani o vicini, che con Cogesa hanno un contratto che, fino a prova contraria, è tuttora valido.
In passato abbiamo visto prestigiosi capoluoghi di Regione (Napoli, Palermo, persino Roma) invasi da rifiuti straboccanti dai cassonetti, con topi, gabbiani e persino cinghiali a farla da padrona. Spero che non si verifichino mai scene del genere nel nostro Abruzzo, che finora è sempre stato orgoglioso del suo ordine, della sua pulizia, dei suoi parchi, del suo capoluogo.
Bene, è quello a cui voi aspirate! Essere come Roma: culla della civiltà dove i cassonetti dovranno traboccano di immondizia di ogni tipo, in particolare il centro città da Fontana Luminosa a Piazza Duomo, anzi meglio, fino alla villa comunale compresi piazza Palazzo e San Bernardino
Mingaver, è ora che il tuo capoluogo si faccia la sua di discarica come è giusto che sia. Per come la vedo io, ogni comune individui un’area all’interno dei propri confini e si tenga la propria monnezza senza rompere gli zebedei agli altri. Con tutto il rispetto, ma quando c’è stato il terremoto il tuo inutile capoluogo se ne è guardato bene dallo spostare, per quanto momentaneamente, le università a Sulmona che pure si era mostrata disponibile preferendo portarle altrove. E che vi ricordate di noi solo per le cose negative?
Adesso dimostrate il vostro patriottismo deleterio anche tenendovi la vostra nobile monnezza e non rompete le paxxe.
bene,il carrozzone e’ al capolinea,finalmente tutti a casa,gli indicati illusionisti vivono di fantasiosi, magici sogni,la realta’ non si puo’ cambiare,sulmona,l’aquila,pacentro,raiano e tutto il cucuzzaro,nessuno escluso, vivono di chiacchiere,la nostra regione abruzzo(minuscola di rigore) e’ ultima in tutte le classifiche(rifiuti compresi) ,soprattutto quelle economiche,altro che ordine,parchi,ecc,ecc, tutte chiacchiere per dare a credere,in tutto il Mondo,Paesi in via di sviluppo inclusi, con circa 13 miliardi di euri ed 11 anni,costruivano un ponte per andare sulla Luna,altro che capoluopgo,e basta,o no?
Giusto, stesso discorso quando si è trattato di scipparci i campionati del mondo di pattinaggio.
Quando si tratta di farsi i caxxi loro..
Ridimenzionare il Cogesa ….la bellissima zona pedemontana sotto Pacentro e’ seriamente compromessa!
E meno male che si vuole vivere di turismo naturalistico .
Diteci come si vive di turismo? Per capire conti alla mano quanti posti di lavoro quanta ricchezza. Per non riempirsi la bocca di concetti ripetuti a vanvera. Il turismo è un settore a bassa redditività bassa occupazione. Ora quanti posti di lavoro ha creato fino ad adesso? I b&b sono posti di lavoro? Ma siamo seri se chiude Cogesa 180 famiglie finiscono per strada e certo non campano del
Famoso turismo. Qua non si capisce che si sta creando un territorio dove non ci rimarrà nessuno perché
Non si ha di che campare perché di aria non si campa. Dipendenti pubblici e pensionati, sempre meno, a parte . Questa la verità
E Sce mo campemm con la münezzehsin evVe’ ???
il turismo porta più soldi di quello che pensi e Sulmona può solo puntare su questo …
un. buco di valle non può permettersi una discarica cosi enorme
Quantifica. Con la monnezza campano 180 famiglie . Così per dire. Con il turismo qua te famiglie campano?
Il turismo se fatto bene porta soldi a pochi poca occupazione e poca ricchezza diffusa. Ci sono studi al riguardo saggi di economisti al riguardo basta studiare. Sulmona non fa buon turismo non è la Sardegna non è Cortina. È turismo mordi e fuggi povero aggiungici che non lo sappiamo fare e la fritatta è fatta. Se chiude là Magneti Marelli è il Cogesa andò vai con il turismo? La gente viene a mangiare a casa tua? Smettetela con le minchiate senza alcun dato a supporto è una questione seria e non questione da bar dello sport
le minkiate le stai dicendo monnezzaro….. sai quanti Alberghi e B&B e servizi per il turismo sono nati negli ultimi anni ?? io ci lavoro e nel comparto siamo molti di piu’ di quello che pensi….il turismo mordi e fuggi e causa di una visione miope come la tua,…. abbiamo i piu bei percorsi naturalistici di Italia che invece di sfruttare lasciamo abbandonati e ci piazzano pure una mega discarica …
i posti creati dal CoGeSa assumendo a destra e manca quando pensi possano durare ?????????????’ la società di questo passo verrà privatizzata ed almeno 100 peones torneranno a casa .
Monezzaro ci sarai tu. Così per mettere i puntini sulle i. Da quando hanno chiuso le fabbriche a Sulmona il tasso di disoccupazione è al 37% studi e non cazzate stimano in 800 posti di lavoro il fabbisogno occupazionale per risalire la china. In questi anni non si sono creati. Lavorate in nero? Se no allora le cifre che spari tu sono a caxxo e non sollevano “l’economia locale. Tu ci lavori, bene quindi sei parte in causa. Detto ciò sai quantificare quante famiglie ci campano si o no? Io non mi occupo di turismo non opero nel turismo non faccio le politiche del turismo quindi non vedo che colpe avrei, forse ne hai più tu che di turismi campi e che come operatore non riesci a trasformare il turismo da mordi e fuggi in qualcosa di più stabile. I percorsi non li sfruttiamo per la discarica? La discarica occupa parte ora o i percorsi somo tutti la e allora ne abbiamo pochi o non li sfruttiamo per incapacità politica e imprenditoriale, e quindi mi dai ragione. Scegli tu. Quindi superate le tue infantili polemiche hai risposte con dati da fornire o vuoi continuare a fare sparate da bar? Se chiude il cogesa, che ad ora sfama 180 famiglie, queste possono campare di turismo? Se chiude là magneti marelli 600 persone possono ricollocarsi o campare di turismo? Rispondi. Io penso di no. Quindi quando parlate di chiusure riflettete. Ps io penso che il cogesa intanto occupa 180 persone quel che accadrà vedremo e quel vedremo vale anche per attività come la tua. Meno arroganza più sostanza. Perché tu difendi il tuo altro difendono il loro. Io fortunatamente non campo ne di cogesa ne di turismo ma da cittadino devo dire trovo sempre più difficile spendere a Sulmona che altrove, e trovo persone che dicono “carina Sulmona ma”. Voi operatori manco i turisti della transiberiana siete riusciti a mettere a sistema dobbiamo picchi in periodi inaspettati a una fondazione e al Molise certo non a imprenditori locali che pensano a loro e basta. E questo dovrebbe sostituire le imprese? Dipendesse da voi avremmo il centro storico come un autostrada piazza Garibaldi come un autogrill poi il problema è la discarica
Quattro famiglie che campano risicati con b&b si permettono di auspicare la chiusura del secondo datore di lavoro di Sulmona perché secondo loro di turismo si campa ma fino ad adesso ci campicchiano a mala pena loro.
In un paese serio certe discussioni neanche si farebbero. Pensano al loro orticello e per due spicci non si vergognano di augurarsi 180 famiglie per strada.
A Sulmona il turismo non esiste perché chi dovrebbe fare politiche al riguardo o chi ci lavora non fanno impresa per creare ricchezza alla città puntano ad arrotondare per se.
Questa discarica deve essere immediatamente ridimensionata e riportata al solo servizio del territorio della Valle Peligna.
Molti operai provengono dai Comuni, che cedendo il servizio di raccolta e trasporto dei rifiuti alla Società COGESA presso la discarica di Noce Mattei, vi hanno fatto transitare anche i relativi operai dipendenti addetti al servizio in capo ai Comuni stessi.
Questi dati sono pubblici e a disposizione di chi li richiede.
Quindi non vi saranno tutte queste perdite di lavoro, in quanto la raccolta e trasporto dei rifiuti per i Comuni Peligni andrà sempre fatta, la pulizia delle strade anche… come lo sfalcio delle erbe e la sistemazione del verde pubblico.
Tanto per… il Comune di Sulmona quanti dipendenti ha fatto transitare al Cogesa?
E per tutti i servizi e lavori che gli effettua il Cogesa, quanti operai necessiterebbero al Comune di Sulmona per svolgerli al meglio?
Almeno 35/40 dipendenti… ma forse di più.
Forse qualche esubero si creerebbe con il ridimensionamento di Noce Mattei e del Cogesa… ma più tra gli impiegati e ancor di più per consulenze e progettazioni.
Ma una cosa deve essere chiara:
Il diritto di Cogesa di scaricare rifiuti da ogni dove e far diventare Noce Mattei una mega discarica del centro Italia… incomincia e finisce dove inizia il diritto di decine di migliaia di cittadini di non farsi ammorbare l’aria e contaminare definiva mente un territorio pregno di Storia, Bellezze Naturali e Turismo.
E, fiduciosi, aspettiamo che la politica rinsavisca… e/o che le indagini facciano il loro corso e la Magistratura metta una pietra tombale a questa discarica così per come è stata fatta diventare.
A Sulmona il turismo non porta una lira altro che porta soldi. O quanto meno li porta a te e basta. E mo per i caxxi tuoi chiudiamo tutto e mandiamo centinaia di famiglie per strada. Meno male che usi un nome falso altrimenti dovresti uscire con la scorta o non uscire più. Vergognatevi
Caro signor Gelo non leggo dati ne argomentazioni da offese e sparate da bar. Evidentemente non ha né l’uno né l’altra. Lei difende il suo altri difendono il loro. Solo che gli altri non auspicano che le attività come la sua chiudano, invece purtroppo è il contrario lei, forte del suo anonimato, auspica la chiusura delle attività altrui. Vorrà dire che una volta che avrà le palle di dirci chi è che attività ha che ricchezza crea e distribuisce a Sulmona quanti posti di lavoro da verremmo tutti a mangiare a dormire a campare a casa sua
Quei tali che affermano che “ogni comune dovrebbe avere la propria discarica” evidentemente ignorano (o fingono di ignorare) che non si vive più nel mondo bucolico di un secolo fa. Adesso ci sono rifiuti speciali, materiali legnosi, plastici, ferrosi, vitrei.. ecc. che necessitano di raccolta e trattamento specifico. Finché mi si dice che, in tal senso, ogni provincia deve sapersi organizzare, allora sono d’accordo. Ma “ognuno per sé” è oramai irrealizzabile, ecologicamente ed economicamente insostenibile. Tuttalpiù si fa che ogni comune conferente paga una quota in ragione della quantità (il peso) e della natura dei rifiuti conferiti. Ma, se ci pensate, era già così, tant’è che ogni comune, compreso il nostro capoluogo, aveva un contratto con Cogesa, nero su bianco.
Se poi entriamo nella specificità dei luoghi, va aggiunto che L’Aquila e con essa la Conca Aquilana è “zona speciale” nel senso che – come già rilevato in passato – è tutta circondata da Parchi, Aree protette, siti archeologici (oltre che infrastrutture, aree di rilievo economico e industriale) che precludono la realizzazione di una discarica in prossimità del capoluogo. Insomma, Noce Mattei, pur se relativamente distante, va benissimo per L’Aquila e per i vari comuni della Conca Aquilana (tipo Scoppito) che (PAGANDO!) vi conferiscono i propri rifiuti.
Lasciamo perdere chi scrive che “i rifiuti andrebbero ammassati sotto la Fontana Luminosa” perché è un blasfemo ignorante, che non sa far altro che irritare con castronerie di tal genere.
Io sono aquilano vino. S. Sito via delle nocelle (venga pure a trovarmi, la aspetto…) ma pongo a lei una domanda, e’ sciocco di suo o ci fa per provocare? Pensi a fare discorsi e commenti costruttivi per il bene di l’aquila e Sulmona!!!
Sempre spassoso.Continui a tenerci alto il morale
Ne abbiamo bisogno.
E allora….
CONCA AQUILANA.
” Una delle macroaree di bassa quota della provincia dell’Aquila (assieme al Fucino, alla Valle Peligna e all’Alto Sangro), caratterizzata da un territorio mediamente vasto,in buona parte pianeggiante”.(Non è definita speciale o preziosa o ineguagliabile o patrimonio dell’ umanità).
” L’intera area è classificata a rischio sismico 1 e 2 e ad alta pericolosità sismica.” (Fonte Wikipedia,perdoni la banalità).
Ecco vedo bene
una bella discarica in quell’area pianeggiante (c’è posto,no?) e in caso di evento sismico- mai auspicabile-
tutto di un colpo i veleni potrebbero finire direttamente nelle faglie senza dovere assistere al gocciolamento nel terreno (fatto testato)
di quelli,pure suoi, come
sta accadendo qua.
https://www.abruzzoindependent.it/news/Istat-Abruzzo-ignorante-Due-abruzzesi-su-tre-non-leggono-libri/13361.htm
Mi sembra quantomeno un atteggiamento superbo, quello di alcuni cittadini Aquilani. Si sentono cioè, in diritto di stabilire e decidere cosa sia giusto o vantaggioso per Sulmona. Vorrei vedere l’inverso. Premesso che bisogna fare tutto il possibile per salvaguardare i lavoratori del Cogesa, ma stranamente, si avverte da parte del capoluogo questo squisito altruismo solo nel campo della monnezza, in altri campi non ne ho mai visto, né ora né in passato, anzi. E sinceramente, non credo sia esattamente questa la priorità del sindaco Biondi. Perché se fosse davvero vantaggioso, in Abruzzo ormai si sa che vige il trumpiano: l’Aquila first.
Mingaver, il tuo inutile capoluogo non è al di sopra della legge. Se pretende di liberarsi della sua me××a a prezzi stracciati e senza effettuare la differenziata è bene che la porti lontano da Sulmona o, meglio, che la stoccasse, olezzo compreso,tra le nobili mura, senza venire a martellare lo scatolame dalle nostre parti premesso che anche la discarica di Noce Mattei è a ridosso dello splendido parco Maiella Morrone.
Non è che i parchi aquilani sono di seria A è quelli degli altri di serie B. Scendi dal trono e fatti un bagno di umiltà e convinciti che il tuo inutile capoluogo non lezioni da dare a nessuno né primati da esibire.
Rilassati..
..non ha, ovviamente.
Ma perché continuate a leggere le minghiate che emana un minghione?
Ignoratelo.
Non state al suo gioco.
Personalmente salto al commento successivo.
Un po’ d’ordine:
Non capisco perché Biondi dovrebbe curare gli interessi di Sulmona: non è suo dovere istituzionale. Sarebbe come chiedere a Di Piero di curare quelli, per dire, di Prezza.
Per i costi della ricostruzione, ritengo che il minimo sindacale sia quello di non nutrire invidie di sorta.
Per il presunto scippo dei mondiali di pattinaggio, vi rimando agli articoli del Germe di allora.
Per la monnezza, il contratto con ASM va rispettato sino a scadenza naturale, a prescindere da chi presieda il CDA.
Il Tribunale delle Imprese ha sede in ogni Capoluogo di Regione: lo dico perché qualcuno ha contestato persino questo, rivendicandone la competenza al Tribunale di Sulmona.
Tutto il resto sono chiacchiere in libertà.
Quei lettori che, nei propri commenti, invocano la chiusura tout court di Cogesa mi trovano perfettamente d’accordo.
È inutile mantenere in piedi dei carrozzoni nati con una ben precisa finalità sociale ma che, di fatto, si sono trasformati in macchine mangiasoldi che non assolvono alla loro funzione istituzionale e, in definitiva, servono alla distribuzione di favori, di cariche, di stipendi in un lurido mercimonio con la politica.
Su scala Nazionale l’esempio più assimilabile a Cogesa che mi viene in mente è Alitalia, un inutile carrozzone politico che, secondo le più attendibili stime dei quotidiani economici, in 47 anni ha divorato ai contribuenti italiani ben 13 miliardi di euro. (Peccato: con quella stessa cifra, detto per inciso, lo Stato Italiano avrebbe potuto fare tante altre cose, per esempio trasformare l’aeroporto di Preturo in un hub internazionale, tanto quanto Malpensa, Francoforte o Parigi!).
TUTTAVIA, mentre di Alitalia se ne può fare beatamente a meno (non assolve a una primaria funzione sociale e, comunque, i trasporti aerei possono comunque esser garantiti con altre compagnie), per la raccolta e smaltimento rifiuti non è la stessa cosa, trattandosi di un vitale servizio sociale, strettamente connesso al normale vivere umano.
In sostanza, se Cogesa può e, anzi, deve esser chiusa, va comunque garantito un sistema di raccolta e trattamento dei rifiuti per tutti quei comuni, lontani o vicini, grandi o piccoli, che con Cogesa avevano (hanno) un contratto, senza lasciare tali comuni allo sbaraglio. Trovare una urgente soluzione (lasciando perdere le irritanti stupidaggini tipo “seppellire i rifiuti sotto la Fontana Luminosa!”) deve essere lo sforzo dei nostri politici, a livello locale e, soprattutto, provinciale.
una valle chiusa. senza sbocchi sul mare e vicina ai più bei posti naturalistici non può campare di immondizia. la COGESA va chiusa, i 100 lavoratori vanno ricollocati e assistiti , le colpe sono di chi ha sfruttato la politica per prendere contratti sottocosto con altri comuni e piazzare lavoratori. molto semplice il gioco però poi se l’azienda fa acqua interviene la TARI che pagano anche quelli che pensano di essere sistemati a vita sfruttando un buco di valle sperando di trasformarlo in hub dei rifiuti regionale. aprite gli occhi. meglio il turismo o l’innovazione tecnologica. le altre città più furbe stranamente non aprono discariche e vi siete chiesti il perchè? poi arriva un tribunale e dice che la colpa non è del CDA ma dei comuni che non pagano. questo è ovvio ma l’immondizia e la puzza rimangono. i politichetti da 2 soldi che sperano in un cambio di governance per ritornare ad avere un briciolo di importanza nell’opinione pubblica. che pena che fanno siti carciofi.