Cogesa, botto di fine anno

Oltre quattro ore di confronto, ma i conti non tornano e la pace è tutt’altro che fatta in Cogesa.

Ieri la riunione del controllo analogo si è chiusa senza una votazione, ma con un rinvio al 30 dicembre ai voleri dell’assemblea che, sin da ora, si preannuncia al calor bianco.

Primo, perché alcuni sindaci hanno depositato una richiesta di dimissioni immediate da parte del Cda subito dopo il voto al bilancio di previsione 2022, senza cioè aspettare metà-fine gennaio come concordato con la governance l’ultima volta.

Secondo, al primo legato, perché la vicenda di Asm, partita in realtà nel 2018 con l’allora amministratore unico Vincenzo Margiotta, come un nodo è arrivata al pettine ed è destinata a fare male e spezzare equilibri e rapporti.

A prenderne coscienza sono stati sia i sindaci, sia il delegato dell’Asm, alle prese con contratti non rispettati, pagamenti in sospeso, contenziosi aperti e soprattutto una disputa sulle tariffe passate e future che, al di là del presunto fronte anti-aquilano lamentato dal sindaco Biondi, raccontano tutta un’altra storia.

Il contenzioso, innanzitutto: Cogesa ha approvato nel 2021 una tariffa di 120 euro a tonnellata per il conferimento dei rifiuti aquilani, ma il contratto firmato ne riporta 110. L’uno pretende, l’altro non paga.

Per il 2022, poi, dei 124 euro a tonnellata richiesti da Cogesa, Asm si è detta disposta a pagarne non più di 117; con la pretesa di bloccare ed estendere la tariffa per tre anni, ovvero anche quando, già a partire dal prossimo anno, dovrebbe, secondo il nuovo piano tariffario (non ancora approvato), arrivare a 136,5 euro a tonnellata, tariffa cioè riservata ai soci che sono sotto il 65% di raccolta differenziata. Con la prospettiva paradossale, se le condizioni dell’Aquila dovessero passare, che un Comune socio virtuoso, magari lo stesso, come Sulmona, che ospita anche la discarica, si troverebbe il prossimo anno a pagare di più di Asm che, dall’Aquila, porta rifiuti indifferenziati a Noce Mattei.

Ora una delegazione di sindaci dovrà affrontare quello del capoluogo per cercare di trovare un accordo: da una parte la minaccia di non rinnovare la convenzione a prezzi bassi, dall’altra quella di togliere a Cogesa la metà del fatturato (e anche dei rifiuti), con tutto quello che questo comporta per una società che ha fatto il passo molto più lungo della sua gamba.

Sul nodo delle tariffe si giocherà tutto il 30 dicembre, perché da queste dipende la quadratura del bilancio e l’imminente destino dei rifiuti aquilani che dal primo gennaio, senza un accordo, non si saprebbe dove mettere.

Senza l’aumento delle tariffe, quelle aquilane e non, d’altronde, il bilancio di Cogesa (che è di previsione, ma allo stesso tempo consuntivo, essendo approvato a fine anno) potrebbe chiudersi con una prospettiva di un nuovo buco di bilancio da quasi 1 milione di euro.

Quanto basta per comprendere che nella società partecipata oltre ad una seria assunzione di responsabilità, sarà necessario intervenire in modo drastico, a partire dal postificio che è diventato: almeno una quarantina dei circa 180 dipendenti dovrebbero essere licenziati per calibrare il fatturato della partecipata alla sua forza lavoro.

Ecco perché ieri alcuni sindaci hanno chiesto le dimissioni immediate del Cda e per la prima volta si è fatto ufficialmente il nome di Franco Gerardini come amministratore unico. Un posto che potrebbe prendere prima del botto di fine anno.

4 Commenti su "Cogesa, botto di fine anno"

  1. Ormai una colonia | 21 Dicembre 2022 at 08:33 | Rispondi

    Che sia Biondi e quindi L’Aquila ad affossare Cogesa ormai esanime , è molto grave ! La dice lunga su come L’Aquila consideri Sulmona: una sua colonia solo da sfruttare! Il CDA più incompetente di sempre è ormai al capolinea … per suscitare una sommossa dei sindaci, generalmente dormienti, devono averla fatta grossa !

  2. A mio parere è tutto un tira e molla per poi calarsi le braghe. Non c’è alcuna volontà politica e poi amministrativa (l’una ovviamente legata all’altra) per salvare il salvabile del COGESA. Tanti i danni commessi, tanti i debiti accumulati, con tanti responsabili (tutti i Comuni, chi per convenienza – AQ & CO., chi per ordine di scuderia – la maggior parte dei restanti, e anche chi se ne è tenuto intelligentemente fuori)che con il “lascia fare”, si sono legati a doppio filo allo scandalo indecoroso e la prova ne sono gli ultimi accadimenti con tanti bla bla e nulla più di questo. Il giocattolo si è rotto e aggiustarlo costa tanto e lo si vedrà nelle prossime bollette.
    Che poi ci si affidi a maghi del settore, questo si, vale per il saper fare, ma dove il male è incancrenito le azioni da mettere in atto non possono che essere spiacevoli e non so francamente anche come possano essere messe in pratica senza scatenare “rivolte”.
    Per ora festeggiamo il Natale e aspettiamo il 30 dicembre, ma già si sà che poi verrà il Capodanno e a seguire l’Epifania… ma poi cosa verrà?

  3. a quel costo, esiguo, a tonnellata di indifferenziato avoglia quanti comuni e/o società verrebbero a scaricare a Sulmona al posto di l aquila.
    tutti i gestori sono alla ricerca di una discarica sopratutto per i residui di cernita e sottovaglio…
    poi indicare un ex dirigente della regione che ha firmato le autorizzazioni del cogesa non ho parole… un ex diregente da dove ha imparato a fare l amministratore??? mammamia

  4. io suggerisco di affidare all HERA spa la gestione del cogesa, con retribuzione in % sul bilancio.
    allora si che il cogesa si trasforma in business-house-society
    cercate HERA sul web

Lascia un commento

Il tuo indirizzo mail non verrà mostrato.


*