Due avvisi di garanzia, con l’ipotesi di reato di falso, sono stati notificati all’assessore al Bilancio del Comune di Sulmona, Stefano Mariani, e alla dipendente del Cogesa, Vincenza Santarelli, colei cioè che verbalizzò il 18 settembre scorso la seduta del comitato del controllo analogo nella quale “vennero autorizzati” i bandi di concorso per l’assunzione di personale nella società pubblica.
Un verbale che alcuni sindaci che parteciparono al controllo analogo (presieduto appunto da Mariani) smentirono, sostenendo di non aver mai deliberato il punto che non era neanche all’ordine del giorno, ma di cui pure si discusse in quella riunione e che, anzi, arrivarono a presentare un esposto alla procura della Repubblica di Sulmona sostenendo che quello che era scritto in quel verbale non corrispondeva a quanto era accaduto.
Gli uomini della guardia di finanza si sono presentati ieri nei nuovi uffici del Cogesa a Sviluppo Italia, sequestrando così i verbali in questione (che il presidente Vincenzo Margiotta aveva detto di aver già depositato a palazzo Capograssi), ma anche, a quanto pare, documenti contabili che fanno presumere che l’inchiesta avviata dal sostituto procuratore Stefano Iafolla, sia solo all’inizio e che riguardi anche altri aspetti della gestione del Cogesa, al di là del verbale presunto “falso” denunciato dai sindaci.
Nel merito l’assessore Mariani si dice estraneo alle contestazioni che gli sono mosse dai magistrati: “Quel verbale io non lo ho neanche firmato – spiega – fermo restando che della questione dei bandi si discusse in quella seduta, tanto che poi venne redatto, di comune accordo, un comunicato stampa. Sono sereno e convinto che la magistratura farà bene il suo lavoro, accertando i fatti ed eventuali responsabilità”.
L’elemento discordante sarebbe tutto nel termine “deliberato” utilizzato nel comunicato stampa, ma che non sarebbe supportato da una delibera appunto. Perché una cosa è autorizzare un comunicato stampa nel quale si annuncia che si faranno i concorsi entro un determinato termine, altro è codificare la volontà in una delibera formale.
La questione, ovviamente, non è solo terminologica, ma sostanziale, perché sull’indizione dei bandi (molti tra l’altro ancora aperti) si è giocata, come lamentato dagli stessi sindaci e non solo, anche e soprattutto la partita elettorale delle regionali.
Si Si, adesso ci pensa Iafolla e debella il problema. La prima legge contro il voto di scambio è stata la Lex Poetelia de ambitu del 358 a.C. poi un altro ciclico centinaio di leggi contro i brogli elettorali le promesse facili e le false propagande. Quindi, tutte queste assunzioni sicuramente verranno attualmente congelate dalla magistratura, e i bandi verranno sicuramente riaperti alla vigilia delle prossime elezioni.
E se il tutto finirà in una bella prescrizione di matrice politica?
Dove chi è assunto non potrà essere rimosso e dove l’unico incriminato sarà il “galeotto” comunicato stampa che ha però il potere di far svolgere i concorsi e le assunzioni anche di scavalco ai concorsi stessi???
😉