Non passerà alla storia come gattaro e amico degli animali, perché il sindaco di Cocullo, il paese dei serpenti e dei separi, ha dichiarato guerra ai felini del centro. Con un’ordinanza emessa oggi, infatti, il primo cittadino Sandro Chiocchio ha imposto “il divieto di somministrare alimenti di qualsiasi genere ai gatti randagi nelle seguenti vie del centro storico e limitrofe: via San Domenico, via Porta Ruggeri, rione San Nicola, piazza Aracella, via Roma, piazza Madonna delle Grazie”. Divieto esteso anche ai “piatti” ovvero ai contenitori che i residenti usano per dare da mangiare ai piccoli felini.
Il problema a quanto pare non sono i gatti in sé, piuttosto le loro deiezioni che “danno luogo a seri problemi di carattere igienico sanitario”. E a nulla è valso l’intensificazione delle pulizie e posizionare lettiere tra un vicolo e l’altro “ancorché – scrive sempre il sindaco – antiestetiche e anacronistiche soprattutto per il centro storico”. I gatti, insomma, non la fanno dove dovrebbero, né ci sono sufficienti aree verdi dove poterli fare sfogare.
Troppe segnalazioni e proteste da parte di cittadini e turisti, dice Chiocchio: meglio affamare i gatti, insomma, sperando che se ne vadano o che non abbiano più nulla da espellere.
Per chi contravviene sono previste multe dai 25 ai 250 euro, per la gioia dei topi che torneranno a ballare e, chissà, degli amati serpenti che “elimineranno” un predatore concorrente.
Ricordate quella frase famosa,pronunciata agli albori del novecento, dall’allora sindaco di Roma, Ernesto Nathan. Questi spulciando il bilancio,pronunciò la famosa frase”non c’è trippa per gatti”. Cioè vista la situazione delle finanza comunale,decise che bisognava togliere la voce “trippa per gatti”. Frase che poi è passata alla storia. Il sindaco di Cocullo, che non disdegna di preferire serpi e serpenti ai gatti, invece non ha nel suo bilancio “la trippa per i gatti del paese, né altri alimenti” in quanto a carico della popolazione. Niente più cibo per i gatti , ha sentenziato, si arrangino da soli e vadano a cxgxre altrove e non “per le vie del borgo, dove la cxccx non va l’aere a rallegrar”. Io mi chiedo, come avrà fatto a riconoscere l’evacuazione dei gatti,distinguendola da quella dei cani? So che i gatti raramente lasciano le feci senza ricoprirle. Lo fanno alcune volte per segnare il territorio,però spesso vanno in posti idonei ,dove c’è della terra per poterle coprire. Forse a Cocullo ci sono gatti particolari. A proposito, a Roma ai tempi della trippa per gatti, i gatti facevano il loro lavoro, catturando topi che rosicchiavano le carte nell’archivio del comune. A Venezia, fu fatta la lotta ai gatti, una volta spariti ,Venezia è stata invasa dai topi e da quelle parti sono ratti.(mus norvegensis). A Cocullo sono zxccxle.
comune.cocullo@pec.it per protestare scrivere a questo indirizzo.
Per la mia pluriennale esperienza di convivenza con i gatti mi permetto di sollevare qualche dubbio circa l’allontanamento degli stessi se nessuno li nutre. Per quanto animali intelligenti non sono in grado di capire un’ordinanza del sindaco, se già un essere umano normodotato come me fa difficoltà. Il rapporto di causa effetto per cui da un giorno a un altro nello stesso luogo non dovessero trovare più cibo pronto è loro estraneo, per quanto ne so continueranno con estrema caparbietà a miagolare sotto le finestre di chi fino a ieri li nutriva, giorno e notte, strusciandosi sui portoni e schizzettando qui e lì. Anzi, essendo specie dispettosa, aumenteranno i loro segnali di defecatio finché qualcuno non riprenderà a nutrirli