Cocaina, soldi e pistola in casa: convalidato l’arresto di Passoforte

Arriva la convalida dell’arresto per Stefano Passoforte (35 anni), beccato lo scorso lunedì in possesso di cocaina, un pistola e undicimila euro che, probabilmente derivano dallo spaccio della sostanza stupefacente.

Il gip del Tribunale di Sulmona, Alessandra De Marco, ha ascoltato l’ex chef, difeso dai legali Alessandro Margiotta e Maria Grazia Lepore. Passoforte, già noto alle forze dell’ordine, avrebbe spiegato durante l’interrogatorio di essere finito nuovamente nel giro della droga. Passoforte, però, ha negato che gli undicimila euro trovati nel proprio marsupio siano collegati ad una attività di spaccio. “I soldi me li sono guadagnati a fare lo chef – ha spiegato al giudice -. La pistola non è letale”.

Il giudice ha convalidato l’arresto in flagranza di reato e visto i “gravi indizi di colpevolezza a carico dell’indagato, la pericolosità sociale e i precedenti”. Per Passoforte è scattata la misura cautelare degli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico.

I gravi indizi di colpevolezza derivano da quanto trovato dai carabinieri della Compagnia di Sulmona: 22 grammi di cocaina, nel marsupio del giovane, suddivisi in 40 bustine, la somma di 11 mila euro in contanti, un bilancino di precisione e una pistola scacciacani. Nell’abitazione, invece, 500 bustine contenenti la sostanza stupefacente. Il blitz è avvenuto dopo che un assuntore ha denunciato l’attività di spaccio dopo essere stato fermato dalle forze dell’ordine in via D’Andrea.

8 Commenti su "Cocaina, soldi e pistola in casa: convalidato l’arresto di Passoforte"

  1. Che essere inutile

  2. ancora i domiciliari, se ciaone

  3. Stefano non è cattivo ma è uno stupidotto

  4. Comblotto il ritardato | 12 Dicembre 2024 at 18:39 | Rispondi

    Allora premetto che non conosco il ragazzo in questione poiché purtroppo x me ho un altra età.
    Ti tossicodipendenti però ne conosco e ne ho conosciuti molti e in questi casi la presenza della sostanza suddivisa in 500 parti più la presenza di una pistola (seppur scacciacani) che però puntata in faccia a qualcuno fa venire la strizza perché non tutti sanno riconoscere una pistola, soprattutto nel momento di concitazione ed ansia in cui si trova la persona alla quale viene puntata, fanno la differenza davanti ad un magistrato. Non mi sembra che lo stato italiano dia la caccia ai tossicodipendenti, x questo è importante ben dividerli dagli spacciatori. C’è un enorme differenza. A volte gli imputati provano con la scusante dell’ uso personale, ma le forze dell’ordine sanno benissimo chi ne fa uso e chi la spaccia. A memoria non mi ricordo abbiamo mai rotto le scatole ad un semplice assuntore poiché considerato uno “sfigato”

  5. …chess è gent che nè bon manc pe cuncemà la terr…

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