Si apre oggi la caccia grossa al cinghiale in Centro Abruzzo: non per sport o per diletto, ma come servizio pubblico per l’incolumità delle persone e soprattutto per salvaguardare le colture agricole.
A differenza degli scorsi anni, infatti, quest’anno la Regione ha imposto un bottino minimo per i cacciatori dell’Atc di Sulmona che, d’altronde, negli scorsi anni non avevano portato a casa grandi risultati, tanto da far definire all’Ispra “del tutto trascurabile” l’attività venatoria per risolvere il problema dei cinghiali.
Quest’anno, però, anche a causa della peste suina che minaccia la fauna selvatica e quella domestica e per il fatto che i danni alle colture, in un anno, sono aumentati del 75%, così come per il pesante incremento degli incidenti stradali, la Regione ha imposto un minimo sindacale di capi da abbattere, senza i quali saranno attivate delle sanzioni all’Atc, ovvero la riduzione dei fondi, fermo restando che la partecipazione dei cacciatori alla “battuta” è del tutto volontaria.
Si tratta di caccia selettiva e non ordinaria che, allo scopo, è stata autorizzata a partire da oggi e fino alla fine di settembre.
I cacciatori sulmonesi (nelle tre macro aree di riferimento: Valle Peligna, Valle del Sagittario e Alto Sangro) saranno chiamati ad abbattere almeno 102 esemplari: 25 nell’area peligna, 12 in quella della Valle del Sagittario, 35 nell’Alto Sangro e 30 nelle cosiddette zone non vocate, che non rientrano cioè nelle zone di caccia tradizionali. Di questi almeno 61 dovranno essere cuccioli (fino ad un anno di età), 24 femmine e 17 maschi adulti. Per avere un termine di paragone, lo scorso anno vennero abbattuti nella caccia selettiva solo 4 esemplari, 2 nel 2020 e nel 2019, 7 nel 2018 e 32 nel 2017.
La sfida è dunque quest’anno quella di convincere e motivare le doppiette del Centro Abruzzo che hanno finora risposto in 53. A loro disposizione è stata messa una cella frigorifera per depositare e vendere le prede, anche se a prezzo simbolico, o in alternativa avere la proprietà delle stesse.
“La caccia selettiva – spiega il presidente dell’Atc, Maurizio D’Angelo – è un tipo di caccia particolare e a dire il vero neanche troppo entusiasmante: non si possono usare cani e ci si deve appostare in attesa del cinghiale. Ma il compito che ci è stato assegnato è a vantaggio degli agricoltori che hanno subito molti danni quest’anno e anche per arginare la minaccia della peste suina”.
Entro la fine di agosto i cacciatori dovranno aver raggiunto almeno l’obiettivo del 50% dei capi da abbattere e, questa volta, non è un invito ma quasi un ordine. In Abruzzo, d’altronde, si contano circa 80mila capi di cinghiali censiti. La caccia sarà aperta anche nelle zone di protezione speciale, Zpc e Patom, “ma non nei parchi – spiega Fabio De Marinis, biologo e tecnico faunistico dell’Atc Sulmona – dove sta agli enti gestori permettere la caccia selettiva. Ci sono situazioni anche abbastanza estreme, come la riserva di Vasto, dove ormai i cinghiali sono arrivati al mare o anche nella zona della Riserva Genzana a Pettorano dove c’è una presenza massiccia di ungulati”.
Non credo ci siano ancora cacciatori in giro ….si dovrà trovare un altro modo per risolvere il problema dei cinghiali e dei cervi
Non ci sono cacciatori??? Provi a chiedere alle ATC. Chieda pure dove vanno a finire i soldi delle tessere pagate allo stato.
Speriamo non ci sparino addosso!⅞
Speriamo non ci sparino addosso!
Vanno assolutamente ridimensionamenti per il bene di tutti!
Purtroppo è colpa dell’uomo che ha importato questa razza balcanica nel nostro bel paese.
Ogni anno il loro numero aumenta in modo esponenziale e nonostante tutto, ci sono sempre gli animalisti che c’è l’hanno con i cacciatori
https://www.abolizionecaccia.it/blog/news/emergenza-cinghiali-in-abruzzo-solo-falso-allarmismo-in-salsa-populista/
Articolo partigiano senza base scientifica.
Quali sono le fonti e gli studi alla base?
Dal momento che non è una razza autoctona andrebbe sradicata con ogni mezzo, anche con una taglia per ogni capo abbattuto