Il finale era stato in qualche modo spoilerato: che come si erano messe le cose si era capito che non sarebbe stato un lieto fine tra la Viridiana, la società che ha gestito il cinema Pacifico, e il Comune di Sulmona. Così l’amministratore della società, Giuseppe Armenise, ha annunciato di volersi ritirare dalla corsa per la gestione futura della sala (la cui gara è in corso) suo malgrado, perché, dopo l’ennesimo fallimento della trattativa per la transazione con palazzo San Francesco, “non potrei comunque sottoscrivere un contratto di gestione perché resto formalmente moroso nei confronti dell’ente”. L’accordo per il saldo delle bollette gas non pagate e la fornitura di poltrone e tendaggi, insomma, non è andato a buon fine e, anzi, lo stesso Armenise annuncia di voler “adire le vie legali – dice – perché la somma che mi è stata richiesta, circa 20mila euro, non corrisponde ai miei consumi, volturati insieme a quelli del teatro e calcolati non si sa come”.
Morale: prima di finire in tribunale, l’ex gestore ha annunciato di volersi presentare nei prossimi giorni con un tir per smontare poltrone e tendaggi di sua proprietà. “Aspetto che si faccia il Sulmonacinema – spiega – e poi smonto la mia attrezzatura. Con Sulmona non voglio avere più a che fare”. Ci tiene però a spiegare alla città che lui “non è un cattivo pagatore. Mi sono presentato l’altro giorno in Comune con il libretto degli assegni, pronto a versare 5mila euro – dice – che si aggiungevano ai mobili che ho messo al cinema e che secondo me valgono almeno 12mila euro”. Troppo per il Comune che li ha valutati 7mila euro, chiedendo in aggiunta un versamento immediato di 3.750 euro e altri 10mila da pagare in un anno. “Abbiamo fatto opere di migliorie al cinema per 67mila euro che il ministero ci ha rimborsato per 62mila euro – continua Armenise – anche questo si sarebbe dovuto tenere in conto. Hanno cambiato il lucchetto del cinema con la mia roba dentro: così non mi era mai capitato di essere trattato”.
La rottura della trattativa, ora, complica la riapertura della sala del Pacifico, perché chi tra i due papabili gestori rimasti in gara si aggiudicherà l’appalto, dovrà, per contratto, provvedere a rimontare le sedute: che siano quelle vecchie depositate da due anni nella caserma Battisti (e le cui condizioni sono tutte da verificare) o che siano nuove sedie, ci sarà comunque da far combaciare gli attacchi sul parquet della sala. Il film del Pacifico diventa un sequel.
Che vergogna!!!!! La gente che viene ad investire a Sulmona la fate scapppare….questa amministrazione di incapaci deve andare a casa….sindaco in testa..!!’
Decremento demografico,industrializzazione azzerata,isolamento telefonico del Comune (chi non crede provi),edilizia scolastica paralizzata,contributi al mittente per errata interpretazione dei bandi:questa Amministrazione claudicante non aveva proprio bisogno della “questione cinema” che,se inquadrabile nei termini proposti dall’ex gestore,non fa onore. Il Comune deve intervenire ma nelle dovute forme e non come ha agito con l’illuminazione led sul Palazzo Annunziata:luce spettrale che fuoriesce da lampioni vecchio stile privati dei vetri originali e che contrasta nettamente con la luce calda delle trifore Penso che un intervento della Sovrintendenza non guasterebbe anche per calmare le velleita’ pseudo artistiche di qualche illuminato politico in cerca di…..luce non a led,questa volta.