Riposare in pace al cimitero di Sulmona, sembra non essere proprio la cosa più facile del mondo. Non di questo mondo almeno e non per tutti, come dimostra la vicenda accaduta ad Alessandra Corubolo, residente in Veneto, alla quale il 15 dicembre, purtroppo, è venuta a mancare la madre che ha origini sulmonesi ed ha i genitori sepolti proprio nel cimitero di Sulmona. Il regolamento cittadino cimiteriale vuole che in ogni sepoltura sia permessa la tumulazione delle urne con le ceneri quando vi sia un legame di parentela.
La Confraternita di Santa Maria di Loreto però contattata telefonicamente dalla famiglia Corubolo ha iniziato a porre in essere una serie di questioni legate al contratto per la cessione di loculi in uso perpetuo perché firmato dalla signora defunta nel 1973 con il cognome da coniugata, mentre attualmente attende la sepoltura con il cognome da nubile. È stato così chiesto alla famiglia Corubolo l’invio di un atto notorio – non richiesto dal regolamento – che attestasse l’identità della madre defunta. Una volta inviati via mail i documenti, l’impiegato della Confraternita col quale la famiglia Corubolo era in contatto ha dichiarato, a detta della famiglia stessa, che i documenti non erano validi perché inviati via mail mentre erano richiesti in forma cartacea, mettendo quindi la famiglia nella condizione di dover fare oltre 700 km semplicemente per consegnare un atto non dovuto, nonostante alla famiglia Corubolo spettasse il diritto di tumulare le ceneri della madre defunta nel loculo di famiglia.
Dal canto suo la Confraternita sostiene che il problema è legato sostanzialmente alle condizioni del loculo: in pratica che l’inserimento delle ceneri è possibile, ma solo dopo una verifica delle condizoni igienico e logistiche che necessitano dell’apertura del loculo stesso, apertura che può essere fatta, dice la legge, solo alla presenza dei familiari. E insomma, un viaggetto prima di sapere se può seppellire la mamma, la famiglia Corubolo deve comunque farselo.
Dal Comune l’assessore ai servizi cimiteriali Alessandro Bencivenga, fa notare come sulla questione, l’ente comunale non abbia nessuna voce in capitolo in quanto il servizio sia stato dato in concessione alla Confraternita.
Ma in fondo la gestione dei loculi cimiteriali al Comune non sembra interessare più di tanto, nonostante le interrogazioni, le proteste e soprattutto la presenza ormai da tre anni di ben duecento loculi pubblici rimasti vuoti per la mancanza di una graduatoria. Graduatoria che doveva essere fatta entro maggio del 2017, aveva assicurato la politica, poi entro gennaio del 2018 e ancora entro l’estate scorsa. Ma niente: il Comune, dice Bencivenga, sta cercando di risolvere una questione tecnico-formale. Succede infatti che dopo due anni dalla chiusura del bando, a palazzo San Francesco stanno ancora valutando quali domande accettare e quali no, in quanto alcune richieste via pec contengono l’opzione per più loculi. E il Comune sta valutando se rietenerle ammissibili, se riservare un solo loculo per indirizzo pec (ovvero al titolare della pec stessa) o se annullare tutto e rifarlo da capo. Tanto il riposo è eterno…
S.M.
Che business la morte…
prevalgono gli interessi particolari,quelli delle concessioni,dei privilegi,privati,
e soprattutto economici,si quelli delle vendite dei loculi…ragioni per le quali quelli di proprieta’ dei Contribuenti(pubblici) non possono essere venduti,manca sempre qualcosa,la virgola,il punto…mentre i signori delle concessioni incassano,naturalmente quelli “pubblici” potranno essere” occupati” solo dopo la totale vendita dei privati….confraternite caritevoli,dicono,raccontano…il Pastore della diocesi che dice,batte un colpo?
Sarebbe interessante sapere cosa ne pensa il nostro Vescovo.