Dall’Abruzzo non si spicca il volo, né si atterra. Lo dicono i dati: 30.284 passeggeri in meno nei primi sette mesi del 2024, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Un’emorragia: a luglio il calo del 2,9% di utenti in meno, ossia 2.993 passeggeri. Le cifre sono fornite da Assaeroporti ed evidenziate dall’Onorevole Luciano D’Alfonso.
Una diminuzione costante dalla fine del 2023. A novembre scorso il dato era stato di -3.690 transiti, pari al -8,4%. A dicembre aveva toccato quota -3.284, pari al -7,3%. L’unica eccezione in positivo si è avuta nel marzo scorso, grazie ad un lievissimo aumento (+1.324 passeggeri) dovuto alla Pasqua, presumibilmente.
“Il trend negativo è iniziato proprio nel momento in cui si è insediato il nuovo direttore generale, Luca Bruni, in sella dal 23 ottobre scorso – incalza D’Alfonso -. Siamo al paradosso: quando era privo di un direttore generale (luglio 2022 – ottobre 2023) lo scalo abruzzese ha fatto registrare risultati migliori rispetto ad oggi che questa figura è presente. Ryanair, che gestisce la maggior parte dei voli in partenza da Pescara, ormai fa ciò che vuole senza che nessuno osi levare voce: a gennaio scorso fu presentato un programma di rotte che nel giro di pochi mesi è stato stravolto, con improvvise cancellazioni (Varsavia) e sorprendenti riduzioni di orari verso Torino, Barcellona-Girona, Bergamo, Dusseldorf, Malta e Memmingen”.
“Il cantiere della pista, finanziato nel 2016 dalla giunta regionale che ho presieduto e avviato in pompa magna da Marsilio soltanto a febbraio scorso per poi essere immediatamente chiuso, che fine ha fatto? Dovremo aspettare le prossime elezioni regionali per vedere finalmente gli operai al lavoro?”, conclude D’Alfonso che chiede un consiglio regionale ad hoc.
UNA REGIONE A CADUTA LIBERA