Meglio non averla che averla fuori norma: l’associazione Bicincontriamoci torna sulla vicenda della pista ciclopedonale di via Cappuccini, quella in cantiere da circa sette anni e per la quale ora sono partiti i lavori. Bicincontriamoci chiede di fermare le bocce e cambiare il progetto, realizzando due marciapiedi, uno per lato, anziché uno solo che metterebbe in contrasto pedoni e ciclisti e di trasformare la strada (su cui spesso sfrecciano auto e soprattutto camion) in una Zona 30, con dissuasori rialzati e attraversamenti “in modo che siano tutelati tutti i fruitori della strada, facendo convivere biciclette e mezzi motorizzati sulle carreggiate stradali e dedicando marciapiedi sicuri e protetti ai pedoni – scrive l’associazione -. Le piste ciclabili sono utili solo se ben pianificate e progettate, nel rispetto delle disposizioni normative e all’interno di una pianificazione della mobilità ciclistica ampia e coordinata con gli strumenti generali e particolari di pianificazione urbanistica e della mobilità”.
E quella in corso d’opera non lo è: le piste ciclopedonali devono avere per legge una larghezza minima di 1,5 metri se monodirezionali e 2,5 metri se bidirezionali.
“La ciclopedonale prevista in via dei Cappuccini sembra non rispettare nessuna delle caratteristiche previste dalla norma citata in quanto, essendo monodirezionale (cioè utilizzabile in una sola direzione) ha un’ampiezza pari o addirittura inferiore a m 1,50, misura che è il minimo per la sola parte ciclabile, e attraversa una strada a grande traffico pedonale – aggiunge Bicincontriamoci -, rischiando di creare conflittualità tra ciclisti e pedoni. Non si comprende, inoltre, la scelta di realizzare la pista a ‘senso unico’ su un solo lato della strada, lasciando l’altro senso di marcia privo di infrastruttura dedicata”.
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