Cibo e turismo, riparte la programmazione del Gal: 2,7 milioni di euro in cassa

In cassa ci sono 2 milioni e 700mila euro per i prossimi cinque anni: il Gal Abruzzo Italico-Alto Sangro riparte con le attività di promozione e valorizzazione del territorio e lo fa con una serie di azioni incentrate principalmente sulla filiera turistica e agroalimentare, confermando, spiega il presidente rieletto, Rino Talucci, “l’indubbio successo, sia pratico che come cassa di risonanza del nostro territorio in ambito nazionale”.

Una parte dei fondi saranno a gestione diretta del Gal, altri invece saranno oggetto di bandi, altri ancora in cooperazione. In particolare si punterà sui sistemi di offerta socioculturale e turistico-ricreativi, sui sistemi locali del cibo, i distretti, le filiere agricole e agroalimentari e con esse le filiere multisettoriali collegate. Si tratterà di attività promozione e di animazione, ma anche di investimenti su infrastrutture e strumenti agricoli, questi ultimi oggetto di specifici bandi pubblici.

I fondi a disposizione, poco più di 1 milione di euro dei quali provenienti dai Feasr, saranno spalmati dal 2025 al 2029, con una cifra che oscilla dai 216mila euro di quest’anno ai 642mila euro concentrati nel 2028. Poco più di 2 milioni di euro saranno destinati ad attività vere e proprie, mentre 204mila euro saranno riservate all’animazione e alla comunicazione e 477mila euro per le spese di gestione.

“Dal punto di vista agroalimentare si punta ancora nella valorizzazione di prodotti di punta quali i formaggi, l’olio, l’aglio rosso di Sulmona, ecc. attraverso la ripetizione dell’iniziativa del Parco del Gusto realizzato a Raiano, che potrà essere replicato in altri territori del Gal, e già una ipotesi c’è per Castel di Sangro – annuncia Talucci -. Dal punto di vista turistico si punta alla valorizzazione delle nostre montagne sia come attrattore invernale, a partire dallo sci, sia come attrattore estivo, puntando al sostegno al turismo montano estivo attraverso la infrastrutturazione dei nostri boschi, si pensi alle numerose aree di sosta e sportive realizzate in ambito boschivo, alla realizzazione di percorsi bike e pedonali, sino alla eccellenza del Bosco delle meraviglie realizzato all’Aremogna”.

La vera sfida è anche e soprattutto, però, quella della gestione dei luoghi e degli investimenti che saranno calati sul territorio. Perché, insomma, non si trasformino in cattedrali nel deserto. Di qui l’importanza delle azioni di animazione e comunicazione che potrebbero attivare, intorno alle opere realizzate, nuovi posti di lavoro e qualità nell’accoglienza turistica.

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