Ormai ci siamo. La campagna elettorale è agli sgoccioli.
I rari manifesti affissi sono stati scollati dalle intemperie, le vele saranno presto ammainate nei depositi e i volantini vengono spazzati via dal vento.
Ancora qualche giorno per convincere gli elettori indecisi e poi tutti alle urne ad apporre le ics.
Quanta emozione: mia sorella candidata al Senato.
Mia sorella -forse- in Parlamento.
E pensare che, delle due, sono io quella che parla tanto.
Nelle ultime settimane, sono passata da momenti di grande gioia per quanto sta accadendo a momenti di profondo smarrimento per quanto sta accadendo.
Se tutto andrà come speriamo che vada, cosa cambierà?
Cosa ne sarà della quotidianità?
Riuscirò a leggere e sentir parlare di lei, rimanendo obiettiva ed evitando di arrabbiarmi?
Saprò tenere a bada la mia affatto ignifuga coda di paglia, quando mi faranno battutine e frecciatine?
Potrò rassegnarmi ai nuovi ritmi della sua vita?
Dove troverò la pazienza necessaria per aspettare una risposta non immediata ai miei messaggi impellentemente idioti?
“Guarda, ho di nuovo bruciato la cena!”
Un mese fa, promisi che le sarei stata vicino in questa avventura. Ho potuto fare davvero poco, ma quel poco che ho fatto è stato facile e piacevole.
È bastato sorridere e dare qualche informazione se mi si associava al suo partito.
Mi sembra di sentirla: -Non siamo un partito!
-Certo, ma scrivere che vengo associata al tuo movimento, mi fa pensare a uno di quei balli di gruppo che detesto, quindi concedimi questa licenza poetica.
Diverse persone mi hanno fermato in strada, affinché facessi da tramite fra loro e Gabriella, ognuno con la propria storia, con il personale problema e la soggettiva richiesta.
Ho cercato di rispondere con tanta calma e buonsenso, sono stata sempre gentile e sorridente. Solo un paio di volte, avendo molta fretta, ho esclamato esasperata: -Ma andatevene tutti all’infopoint!
L’ho fatto per amore. Per un senso di appartenenza alla famiglia che sento in questi anni più forte che mai. Per tutto ciò che come sorella maggiore non ho mai fatto, in quanto la vita, certe volte, ci porta via. L’ho fatto perché sono stanca di asciugare lacrime: voglio esserci anche nei momenti belli.
Ma soprattutto l’ho fatto perché, pur non capendo niente di partiti, movimenti e strategie politiche, sono una grande conoscitrice di Gabriella.
Non ho alcun dubbio sul suo valore e la sua correttezza.
Sono testimone oculare di ciò che è.
L’ho vista alle prese per quindici anni con burocrazia, pasti da cucinare, condominio da amministrare, capricci, compiti, assemblee di classe, lezioni di danza, clienti da accontentare, impegni politici da rispettare e le cause sociali tutte da sposare o almeno da corteggiare.
A volte l’ho vista arrabbiata, preoccupata, stanca o delusa, ma mai rassegnata, mai arresa.
Tutto questo senza dimenticare il cuore neanche per un giorno, perché se una donna si dimentica il cuore, prima o poi salta tutto e quasi mai si cade in piedi dopo un salto mortale.
Lei dice sempre che “uno vale uno”, ma alcune persone hanno un po’ di energia in più e possono staccarsi dal coro di lamentele, facendo qualcosa di concreto per la comunità.
Buon voto a tutti.
Andate a esprimere il vostro parere, non lasciate decidere agli altri. Non fate che sia quello che non volete.
Con la speranza che, dopo le dichiarazioni elettorali con cui siamo stati allietati in questi giorni:
-Loro sono peggio di noi.
-Tu l’hai detto e tu ci sei.
-Non sono stato io, è stato lui.
-Non mi hai fatto niente faccia di serpente.
Non ci tocchi sentire un: “Ci avete creduto, facce di velluto”,
non appena i deretani saranno assisi sulle bramate poltrone.
gRaffa
Raffaella Di Girolamo
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