Chocolate, lettera di una commerciante “fuori le mura”

Per i Maya il cioccolato era l’alimento degli dei.

Decisamente buono e variegato è quello sui banchi di corso Ovidio per la tre giorni di Chocolate che non ha però risparmiato un polverone di polemiche, molto più terreno, tra Tosap non pagata e tra chi, (una parte dei commercianti) storce il naso ad espositori che oscurano le vetrine del centro storico. In verità non tutti, c’è chi tra gli esercenti strizza l’occhio al mondo della Ciokofabbrica in nome di una città che possa riprendersi e di un fermento cittadino orami divenuto miraggio nel deserto ovidiano. A zittire le voci stonate in questi giorni, l’assessore Angelucci che ha spiegato “L’obiettivo del gustoso evento è quello di valorizzare il centro storico richiamando tanti visitatori in città nel periodo dell’Epifania”  sottolineando poi che il malcontento di alcuni commercianti va valutato attentamente, “in quanto non sempre si riesce a capire cosa è o non è giusto oppure corretto”.

La questione però non è passata inosservata e inascoltata dagli altri commercianti, quelli di “seconda classe”, quelli della Sulmona oltre le mura storiche. E sono proprio le parole di un’esercente di via San Polo, la signora Anna Camerlengo, che ha scritto alla nostra redazione, ad invitare alla riflessione, a guadare oltre il proprio naso e a considerare la manifestazione un bene ponendo però la necessità di aprire le porte della macchina eventi anche alla “Sulmona due”, che a fare due conti è riuscita a creare un nucleo solido nel giro degli ultimi 15 anni.

“Sono favorevole alla cessione gratuita del suolo pubblico e della fornitura di energia da parte del Comune, in quanto ritengo essenziale promuovere iniziative di questo genere per il bene della città” ricordando però le attività site in periferia, fuori dal centro, dimenticate dalle varie amministrazioni che nel tempo si sono succedute.

La signora Anna fa ordine nei disagi e nell’oblio rispetto al commercio al di là del cuore dell’urbe, quello con strade trascurate senza luminarie, sprovvista di un piano neve che tenga conto delle esigenze degli imprenditori di zona e priva di eventi di richiamo pubblico e senza girarci intorno sottolinea “A differenza dei nostri colleghi del centro, i commercianti di Via San Polo, Via Sardi, Via Cornacchiola, Viale Costanza e zone limitrofe non beneficiano, durante il periodo delle feste, delle luminarie natalizie concesse dal comune, e devono pertanto organizzarsi privatamente se desiderano portare la “magia del Natale” anche nel loro quartiere” e specifica “Pagando di tasca propria, ci tengo a precisarlo. Non beneficiamo inoltre di tutti quegli eventi  che, giustamente, prediligono il centro  città, ma che  qualche volta potrebbero interessare anche le dimenticate periferie, dove è sempre più difficile portare gente a fare acquisti. Le nostre attività vivono quasi esclusivamente di una clientela di quartiere, in quanto qui nessuno viene a passeggiare”.

Un esperimento però loro di “serie B” l’avevano tentato quello di un mercatino locale del martedì con produttori agricoli del territorio, un’idea spiega in grado di sostenere in un solo colpo due realtà locali, commerciali e agricole. “Nessuna delle passate amministrazioni, e neanche l’attuale, si sono però mai dimostrate interessate ad aiutare questa neonata occasione per il quartiere, costruita senza l’aiuto di nessuno e anzi talvolta osteggiata, come nel giorno dell’inaugurazione quando i vigili minacciarono di far saltare l’iniziativa perché, a poche ore dall’avvio del mercatino, non disponevamo di un bagno chimico”.

Un appello quello della commerciante che non vuole essere di divisione pur non risparmiando una tiratina di orecchie alle polemiche e alla politica di ieri e oggi, evidenziando le criticità mai considerate dell’altra Sulmona che lavora, piuttosto unire gli intenti. Perché conclude “Ben vengano le iniziative in centro patrocinate dal Comune, i ChocolateDays, le fiere, le Notti Bianche, le Cordesche e tutto ciò che possa tornare a donare spirito alla nostra città, e alla nostra Valle. Qualche volta però, si pensi anche alle zone al di fuori dal centro cittadino e alla parte Sud di Corso Ovidio, con la quale sono solidale!, troppo spesso dimenticate e costrette ad arrangiarsi, nonostante siano comunque parte della stessa città”

Anna Spinosa

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