E mentre Vasto rafforza il suo corso universitario di scienze infermieristiche inaugurando ieri una sede tutta nuova, Sulmona ha salutato definitivamente il proprio corso da un anno ormai. La sua chiusura è stata decretata tre anni fa lasciando la possibilità per gli iscritti di ultimare il proprio percorso scemato, appunto, lo scorso anno. Sede decentrata dell’università dell’Aquila, Sulmona sta lentamente assistendo ad una piccola trasformazione, quella cioè di portare nella propria sede del consorzio universitario, nella caserma Pace, corsi post universitari di specializzazione in materie anche piuttosto particolari come il master in “management sanitario”, per fare un esempio. Anche se navigando sul sito del Consorzio Universitario di Sulmona buona parte delle proposte sono davvero, ma davvero datate. La realtà sembra essere, a questo punto, che l’apertura di una università a Sulmona non sia stata una grande idea, forse anche per le tematiche dei corsi dove sono le stesse università abruzzesi a mettersi in concorrenza tra loro invece che, magari, organizzarsi in una offerta ampia e diversificata, tre atenei (L’Aquila, Chieti-Pescara, Teramo) potrebbero benissimo permetterselo.
Il problema di Sulmona, che poi è quello dell’Ateneo aquilano, è legato “Alla mancanza di professori di ruolo- spiega il responsabile del consorzio universitario di Sulmona, il professor Fabrizio Politi-. Anche L’Aquila ha dovuto rinunciare a diversi corsi di specializzazione proprio per questo motivo, perché esiste un rapporto da rispettare tra professori e numero di corsi”. Ancora questione di numeri insomma, altri, ma sempre di numeri si tratta. Bei tempi quelli in cui si potevano scegliere anche le facoltà economiche. A Sulmona, forse qualcuno lo ricorda, c’era economia del turismo, che alla luce della lenta gestazione che sta avvenendo sul territorio proprio in tema di sviluppo economico-sociale avrebbe avuto un suo perché. Sempre sulla formazione in passato si era provato a portare in città una succursale dell’alberghiero, iniziativa naufragata fin da subito. C’è chi ora parla dell’università della montagna, che forse, vista la geomorfologia del territorio, potrebbe essere una proposta con un suo potenziale. Tutto ancora in alto mare.
Il discorso della formazione nasconde, però, un discorso appena poco più ampio che vuole un asse di interesse che si sta spostando sulla costa, con Vasto che, tra le altre cose, mantiene il suo ospedale di primo livello nonostante non abbia gli stessi numeri di quello peligno. Sulmona sempre meno polo di attrazione insomma. Chissà se la vicenda del tribunale confermerà o meno questo progetto “superiore”, perché dalla sua il territorio peligno serve un ampio territorio, che in via Lamaccio c’è un carcere 41bis e che quindi un tribunale è essenziale. Certamente la mancanza di una politica forte che non permette di vestire realmente i panni di “capofila” fa il resto.
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