Porre subito rimedio ad una situazione che rischia di lasciare senza lavoro decine di famiglie. Lo chiede il circolo PD di Pratola Peligna che, in un comunicato esprime tutta la propria vicinanza e solidarietà ai lavoratori del centro per l’autismo pratolano, a rischio esclusione dai bandi di concorso indetti dalla ASL per l’internalizzazione di figure professionali del comparto e dirigenza sanitaria.
Avviato dall’azienda sanitaria con avviso pubblico del 14 novembre scorso, il procedimento riguarda tutti i servizi sanitari e socio sanitari residenziali per anziani e disabili nonché i servizi residenziali e semi residenziali per la tutela della salute mentale, per la cura delle dipendenze patologiche e dei disturbi dello spettro autistico, prevedendo l’internalizzazione all’interno delle strutture solo a seguito di superamento di concorso pubblico.
Ebbene, a leggere i bandi, dei 15 lavoratori del centro per l’autismo di Pratola, almeno due terzi sarebbero esclusi dalla stessa partecipazione a un concorso che tra i parametri per l’accesso alla procedura concorsuale prevede requisiti eccessivamente stringenti come per esempio l’iscrizione in albi professionali e “assurdi” requisiti temporali.
“Questa la situazione preoccupante che avviene nonostante le tante rassicurazioni della ASL, gli incontri col direttore richiesti dal sindaco di Pratola e dopo tante belle parole spese” recita il comunicato del circolo che, alla luce di quanto sopra esposto, chiede una deroga per quei lavoratori che in questi anni hanno maturato esperienze sul campo riuscendo a creare all’interno del centro legami importanti.
Una situazione da risolvere al più presto: “Saremo al fianco dei lavoratori, attivandoci attraverso i nostri canali – commentano il presidente del circolo e il capogruppo PD pratolano Laila Coccovilli e Mattia Tedeschi – e con tutte le manifestazioni che dovessero servire per evitare che tanti restino senza lavoro”.
Ma pensa che cattivoni questi della asl, vogliono addirittura costringere chi opera con soggetti affetti da autismo a iscriversi agli albi professionali! Dove siamo finiti…
mio cuggino ha studiato all'”Università della strada” e un altro all'”università della vita” e non li fanno lavorare mai…
Ma perché gente che fa l’oss o addirittura operatrice di base dovrebbe lavorare come educatore, psicologo, pedagogista, infermiere? Questa cosa mi sfugge.
No perché se qualcuno me la spiega a me piacerebbe fare il medico, sono laureato in lettere