Centri estivi: poche domande di rimborso, la metà dei fondi torna a Roma

Va meglio, ma non va bene: non è il 99% di qualche anno fa, ma comunque quasi il 50% di quanto era a disposizione delle famiglie sulmonesi che, evidentemente, così povere e bisognose non sono o comunque sono molto distratte se, per l’ennesimo anno, hanno rimandato al ministero i fondi per i centri estivi. Lo certifica nero su bianco una determina dirigenziale, nella quale il Comune di Sulmona prende atto e dà il resto allo Stato. Quasi 8mila dei 18.472,30 euro che il ministero della Famiglia aveva elargito ai bambini (ovvero alle loro famiglie) delle scuole materne, primarie e secondarie di primo grado per frequentare i centri estivi tra giugno e settembre del 2023.

In tutto a presentare domanda sono state solo 31 famiglie che hanno ottenuto rimborsi che vanno dai 170 ai 750 euro, per un totale di 10.866,97 euro.

Il numero delle domande è aumentato rispetto all’anno nero del 2020, quando cioè, forse anche a causa del Covid, a chiedere il rimborso furono cinque famiglie, a fronte di un budget a disposizione più che doppio rispetto allo scorso anno (oltre 51mila euro).

Andò un po’ meglio l’anno successivo, quando le domande furono 26 con gli importi massimi fissati a 200 euro a famiglia. Ma almeno lì ci fu il vantaggio di non dover ridare i soldi a Roma: le cifre avanzate, infatti, vennero dirottate, con il consenso dello Stato, su investimenti destinati ai bambini: il progetto Creargiocando che venne realizzato nell’asilo di via L’Aquila (oggi demolito insieme alla scuola) e altri interventi per infrastrutture dedicate ai più piccoli.

Quest’anno, invece, come nel 2020, anche se in consistenza minore, Sulmona restituisce i soldi alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Il tetto dei voucher elargiti si è alzato rispetto al passato, ma forse le modalità di accesso al rimborso resta troppo rigido: l’Isee non superiore ai 15mila euro resta un limite culturale più che economico. Eppure, a differenza del passato, questa volta la spesa è stata coperta tutta: risorse, diceva il bando, ripartite sulla base del numero delle domande pervenute in possesso dei requisiti prescritti (che oltre all’Isee, era la residenza a Sulmona e la minore età di anni 14) in relazione alla spesa che ogni nucleo ha sostenuto. E ovviamente in base ai fondi disponibili che, però, a quanto pare, sono stati più che sufficienti rispetto alla domanda.

Alla vigilia della chiusura della scuola, ora, si apre un’altra partita: il fondo per i centri estivi sarà sicuramente riproposto (anche se non si sa con quale capienza), ma il problema anche quest’anno sarà spenderlo, ovvero convincere le famiglie a farne richiesta. Chissà se una parte del fondo stesso non possa essere speso per comunicarlo agli utenti.

2 Commenti su "Centri estivi: poche domande di rimborso, la metà dei fondi torna a Roma"

  1. Portate l’ISEE a 20000 euro (valore medio di famiglia dove lavorano fisse 2 persone con stipendi normali) e vedrete che a Roma manco 1 centesimo gli ritorna.

  2. Vorreicambiarepaese | 29 Maggio 2024 at 13:34 | Rispondi

    Io lavoro in fabbrica, ho una macchina obbligatoriamente perché la uso per andare al lavoro,(se esistessero mezzi pubblici ne farei anche a meno) ho una casa di “proprietà” tra virgolette perché sarà mia a fine mutuo cioè tra 20 anni e non ho potuto accederci perché supero isee.
    Ma tu hai la casa e la macchina mi è stato detto……
    Allora quest estate i bambini li faccio giocare un po’ in casa e un po’ dentro la macchina

Lascia un commento

Il tuo indirizzo mail non verrà mostrato.


*