Mercoledì 4 settembre si terrà a Roma la riunione istruttoria inerente la procedura A.I.A. statale per la centrale che Snam vuole realizzare a Sulmona. Per l’occasione il Coordinamento No hub del Gas ha deciso di organizzare un presidio di protesta sotto il palazzo del Ministero dell’Ambiente dove la riunione si tiene. L’Aia è l’ultima autorizzazione di cui necessita Snam prima di poter avviare i lavori a Case Pente di Sulmona, dove la centrale dovrebbe essere realizzata.
La sindaca Casini dal canto suo chiede con una nota inviata al Minsitero dell’Ambiente di: sospendere ogni tipo di attività, anche endoprocedimentale, come la riunione del 4, avviare la procedura per una nuova V.I.A. (Valutazione di Impatto Ambientale) e sottoporre a V.A.S. (Valutazione Ambientale Strategica) l’intera opera. All’incontro romano sono stati convocati anche la Regione, la Provincia dell’Aquila e altre istituzioni locali e nazionali, che hanno ripetutamente espresso, negli anni, contrarietà al progetto Snam, ritenuto opera impattante e inutile.
“Condivido le istanze pervenute nei giorni scorsi dai Comitati cittadini per l’ambiente e ritengo strategico e importante, soprattutto oggi nella situazione politica nazionale in cui si sta ricostituendo un nuovo Governo, richiedere in maniera formale la sospensione della riunione, l’avvio delle procedure per una nuova VIA e sottoporre a VAS l’opera – dichiara la sindaca Casini -. Auspico che analoga iniziativa venga assunta anche dal presidente della Regione Marco Marsilio e dal presidente della Provincia Angelo Caruso, coerentemente con le posizioni da sempre assunte sulla questione Snam dalle rispettive rappresentanze istituzionali”.
“Da ultimo – aggiunge ancora Casini – anche l’attuale Consiglio regionale, lo scorso primo agosto, ha approvato all’unanimità una nuova risoluzione, con cui impegna il governatore regionale a promuovere una specifica azione, tesa a sottoporre il progetto Snam (metanodotto e centrale) a una nuova VIA (quella precedente risale ad oltre otto anni fa) e alla VAS dell’intera opera, necessaria, ma mai effettuata. Questioni che ho sottolineato nelle osservazioni inviate a marzo scorso al Ministero”.
Questione di equilibri che si andranno ad intrecciare inevitabilmente con quello che sarà il nuovo governo e il nuovo ministro dell’Ambiente nel caso in cui il nome di Costa dovesse saltare. Certo è che il segretario nazionale del Pd, Nicola Zingaretti, fra le 5 condizioni preliminari per l’avvio della trattativa al Movimento 5 Stelle ha inserito anche lo “sviluppo basato sulla sostenibilità ambientale”. Su queste basi appare chiaro che un’opera come quella di Snam non possa esserci contemplata perché, come ribadito anche dall’Ipcc – il comitato scientifico che si occupa dei cambiamenti climatici – dell’Onu, bisogna abbandonare le fonti fossili entro il 2030 se si vuole scongiurare l’aumento medio delle temperature di due gradi che potrebbe avere conseguenze devastanti per il clima mondiale. A questo punto non resta che capire se ai proclami “pro-ambiente” di Pd e 5 Stelle, seguiranno fatti concreti con l’abbandono del progetto Rete Adriatica e con una svolta per quello che riguarda le politiche energetiche o se questi rimarranno mere bandierine elettorali da sventolare all’occasione in faccia agli elettori.
S.M.
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