Le osservazioni contro l’autorizzazione integrata ambientale (Aia), presentata da Snam per il progetto della centrale di compressione a Sulmona in zona Case Pente, sono state presentate ieri. A renderlo noto è il Gruppo d’Intervento Giuridico onlus insieme ai comitati “NoTubo” e “per l’Ambiente”, e alle amministrazioni che si sono interessate. Una ulteriore presa di posizione che si aggiunge al ricorso presentato davanti al Tar del Lazio contro il Consiglio dei Ministri che il 22 dicembre 2017 ha approvato la struttura.
“Il progetto della centrale di compressione del gas di Sulmona è una parte del gasdotto Rete Adriatica, il ben noto gasdotto dei terremoti, ed è pesantemente contestato dalla popolazione – ricorda nella nota il Gruppo -. L’area è fortemente a rischio sismico, come l’intero Appennino fra Abruzzo, Lazio, Umbria e Marche”. Nonostante la contrarietà della popolazione e delle amministrazioni a tutti i livelli, per ora non c’è stato ancora nulla da fare perché “il gasdotto Rete Adriatica interessa parecchio, perché costituirebbe un utile prosecuzione ulteriore rispetto ai gasdotti già esistenti al gasdotto Tap, la cui realizzazione è stata recentemente avviata”.
Passo obbligato verso il dichiarato hub del gas anche se “i consumi di gas naturale sono diminuiti praticamente in tutta Europa” evidenzia il Gruppo aggiungendo: ” In buona sostanza, la questione centrale in Italia non è la carenza di gas, piuttosto la gestione del sistema gas, svolta in regime di sostanziale monopolio. Una corretta gestione potrebbe evitare qualsiasi genere di emergenza per gli approvvigionamenti”.
S. P.
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