Centrale Snam, nuovo sit in di protesta degli ambientalisti

Pianteranno un albero di ulivo a testimonianza della volontà del nostro territorio di rinascere. Tornano a protestare contro “la mega infrastruttura fossile” della centrale e del gasdotto della Linea Adriatica i Comitati No Snam dell’Abruzzo che per sabato 5 aprile alle ore 11 hanno organizzato un sit in davanti al cantiere di Case Pente.

Un “cantiere illegale” come lo definiscono i Comitati, aperto dalla Snam in un sito dove “le motoseghe della multinazionale hanno fatto un deserto, abbattendo 317 alberi di ulivo, in spregio alle leggi che tutelano questa preziosa pianta”. Ed è proprio da lì che gli ambientalisti lanceranno un segnale per “far sapere alla Snam che non accettiamo le sue prepotenze e che la lotta dei cittadini continua”. Una battaglia portata avanti da anni con tenacia e determinazione da quanti si oppongono ad un’opera “imposta con forza dal Governo nonostante la contrarietà di Comuni, Provincia e Regione”, spiegano i Comitati ricordando che si tratta di “un’opera inutile, dannosa e pericolosa, strategica solo per i profitti della Snam”. Dannosa per l’ambiente non solo perché “continuerà ad aggravare la crisi climatica” ma anche perchè “avrà un impatto devastante su un territorio ricco di biodiversità, di aree protette, di boschi e di usi civici, di coltivazioni di qualità e di beni culturali e archeologici”. Senza dimenticare l’aspetto economico di un’opera i cui costi ricadranno sui cittadini con un aumento delle bollette, “già pesantemente colpite da anni di speculazioni”, per i prossimi 50 anni.

Questi i motivi per i quali i Comitati No Snam dell’Abruzzo torneranno a far sentire la propria voce per chiedere ancora una volta che “i fondi del Pnrr previsti per finanziare quest’opera anacronistica siano invece utilizzati per promuovere fonti energetiche rinnovabili, le comunità energetiche, il risparmio, per combattere il caro bollette e creare nuovo lavoro legato alla transizione ecologica”.

12 Commenti su "Centrale Snam, nuovo sit in di protesta degli ambientalisti"

  1. Almeno la foto che inquadra il sit in di protesta per vedere quanti sono i manifestanti, oppure, è una fake del germe dietro segnalazione di qualche amico.
    Oggi piove!

  2. Fonti energetiche rinnovabili? Sarebbe bello sarebbe vedere tutto il territorio peligno ricoperto da pannelli solari? Altro che le 300 piante di ulivo espiantate

  3. Potrà leggere lo stesso comunicato anche su altre testate giornalistiche.

  4. Provate a dirlo agli stati uniti!!!

  5. Lunga vita a Mario Pizzola,strenuo difensore del territorio.

  6. Per quanto ne so l’abbattimento degli ulivi non è stato fatto illegalmente ma a seguito di un accordo con le autorità che prevede l’obbligo della SNAM di ripiantarne quasi il doppio a lavori ultimati.
    Se è questo l’unico motivo della protesta…….

  7. Mario Pizzola | 1 Aprile 2025 at 14:23 | Rispondi

    Signor Sergio, in base alle norme che tutelano gli ulivi, i 317 alberi tagliati dalla Snam a Case Pente andavano espiantati e ricollocati. L’abbattimento, perciò, è illegale. In merito abbiamo anche presentato un dettagliato esposto ai Carabinieri Forestali di Sulmona.

  8. La ringrazio per il suo chiarimento, dal quale ho preso spunto per effettuare qualche ricerca.
    Trovo questa legge regionale abruzzese: L.R. n. 6 del 20 maggio 2008, che all’art. 4 prevede la possibilità di un’autorizzazione all’abbattimento mentre non cita alcun obbligo inerente alla loro ricollocazione. Oltretutto informandomi ho scoperto che SNAM ha comunque salvato oltre 60 piante che sono ora in attesa di essere ricollocate, da aggiungere ai nuovi ulivi da piantare a fine lavori così come concordato con le autorità.
    A me francamente sembra eccessiva la polemica montata su un abbattimento di vecchi ulivi abbandonati quando è previsto di ripiantarne quasi il doppio, mentre le proteste sembrano davvero pretestuose col solo fine di recuperare un po’ di consenso politico…..
    Voglia perdonarmi se ho frainteso.

  9. Mario Pizzola | 2 Aprile 2025 at 13:51 | Rispondi

    Signor Sergio, lei non ha frainteso affatto. Non ha però avuto l’accortezza di citare alcuni importanti contenuti della Legge regionale n.6 del 20 maggio 2008. Tale legge ha la finalità di proteggere l’ulivo in quanto “elemento caratterizzante il paesaggio e l’ambiente della Regione Abruzzo, che intende tutelarne la presenza sul territorio di propria competenza anche mediante la conservazione e la rigenerazione”. Essendo una legge di tutela è evidente che l’abbattimento è l’ultima delle opzioni possibili, alla quale si ricorre quando le piante non possono essere salvate. La prima opzione è invece la conservazione e infatti la legge stabilisce al riguardo un’ampia scelta. L’art.5 prevede l’espianto e la possibilità dei proprietari di “trapiantare le piante di ulivo adulte in altro terreno della stessa proprietà o della proprietà di parenti e affini fino al terzo grado”. Qualora non siano possibili queste due modalità di salvare gli alberi il legislatore regionale ha previsto una ulteriore opzione. Ovvero, i proprietari “possono cedere piante di ulivo adulte a proprietari terrieri nell’ambito del territorio regionale e ad aziende vivaistiche autorizzate”. Del resto, il fatto che la Snam abbia espiantato e conservato per un successivo ricollocamento circa 60 alberi di ulivo che erano presenti all’interno del sito della centrale, è la conferma che la via da seguire era proprio questa. Ciò dimostra che l’abbattimento dei 317 alberi di ulivo, che esistevano nell’area delle quattro linee di collegamento alla centrale, è in aperto contrasto con le finalità della legge. Quanto all’impegno che la Snam avrebbe concordato con le autorità per un successivo reimpianto degli alberi abbattuti – quasi il doppio, come lei precisa -, le sarei grato qualora lei fornisse gli estremi di tale accordo, compresi tempi e luoghi previsti per detto reimpianto. Infine, dal momento che lei sembra così ben informato, sarebbe anche utile sapere che fine hanno fatto gli alberi abbattuti dalla Snam, visto che il legno di ulivo è particolarmente adatto per lavori di ebanisteria, specialmente per manufatti di pregio e opere d’arte.

  10. Caro Pizzola, purtroppo, è una partita persa. Forse e dico forse sarebbe stato meglio concordare a Suo tempo un congruo indennizzo.

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