“Dopo aver effettuato le opportune ricerche negli archivi dell’ente si comunica che non risulta agli atti del Comune il progetto esecutivo denominato Centrale di compressione e quattro linee di collegamento in località Case Pente di Sulmona”. Questo quanto risposto dal Settore pianificazione e gestione del territorio del Comune di Sulmona al coordinamento Per il clima fuori dal fossile che agli stessi uffici aveva presentato richiesta di accesso agli atti per avere copia del progetto esecutivo relativo alla centrale Snam.
Una risposta “sorprendente” come la definiscono gli ambientalisti di fronte ad un cantiere aperto nel mese di marzo 2023 e dove, dallo scorso settembre, sono iniziati i lavori di costruzione della centrale, “diciotto mesi in cui l’amministrazione comunale non si è neppure preoccupata di chiedere alla Snam il progetto esecutivo”. Eppure, ricordano dal coordinamento, secondo il Codice degli appalti, “il progetto di fattibilità tecnica e il progetto esecutivo hanno lo scopo di assicurare la conformità alle norme ambientali, urbanistiche e di tutela dei beni culturali e paesaggistici” oltre al rispetto della normativa in materia di tutela della salute e di sicurezza delle costruzioni. Aspetti sui quali, continua il comunicato, “il sindaco Di Piero e la sua giunta non mostrano il minimo interesse” non preoccupandosi di valutare il progetto di un’opera “altamente impattante sul territorio”.
“In tutto questo tempo il Comune di Sulmona non ha controllato nulla” ribadiscono con forza gli ambientalisti ricordando “l’eloquente silenzio davanti alla illegalità del cantiere Snam” dove i lavori procedono pur in assenza dell’autorizzazione a costruire che, si legge nel comunicato, è decaduta il 7 marzo 2023. “E nessuna autorità finora è intervenuta ma si sa: il potere è sempre stato debole con i forti e forte con i deboli”. A scapito della nostra storia le cui preziose testimonianze rinvenute a Case Pente, area dove oltre ad una necropoli risalente all’epoca precristiana insisteva un villaggio protostorico di 3500 anni fa, rischiano di “andare perse per sempre per far posto a un impianto devastante e inutile”. Con il Comune di Sulmona che “anziché chiedere l’apposizione del vincolo archeologico e culturale si gira dall’altra parte, come se il problema non lo riguardasse”.
È normale tutto questo? Si domandano gli ambientalisti. E la risposta, concludono dal coordinamento Per il clima fuori dal fossile, è nei fatti che confermano come “il concetto di cultura dei nostri amministratori pubblici è ben altro”: il concerto di Venditti per il quale sono stati “regalati sull’unghia 30 mila euro” mentre a Case Pente “le ruspe della Snam proseguono indisturbate la loro opera di devastazione”. Con il sindaco, il vice sindaco e l’intera giunta in silenzio.
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