Centrale idroelettrica: Comune inadempiente, arriva il commissario

Alla fine è stato necessario nominare un commissario ad acta, perché le pratiche al Comune di Sulmona non vanno avanti per le “inadempienze del responsabile del procedimento Barbara D’Aprile e del dirigente Amedeo D’Eramo”, mette nero su bianco la segretaria comunale Francesca De Camillis che ha avocato a sé il procedimento e incaricato, come commissario appunto, il geologo Giorgio Pipponzi di verificare atti e condizioni per il cambiamento di classificazione morfologica della scarpata di Forma Grande.
La storia è quella ormai nota, se non altro per le clamorose proteste dell’imprenditore, della centrale idroelettrica della Soave Energia: un investimento da 800mila euro, con 80mila euro di royalty da versare annualmente alla Saca (società pubblica), 900mila chilowattora prodotti in grado di coprire il fabbisogno di trecento famiglie e un risparmio, in termini ambientali, di 450 tonnellate di anidride carbonica l’anno. Progetto fermo da anni proprio a causa del muro burocratico che l’amministratore della società, Armando Pasquarelli, ha trovato in Comune.
Nel febbraio scorso, dopo un’infinità di solleciti formali e ufficiosi, Pasquarelli si era presentato a palazzo San Francesco con tanto di torta a tema (la riproduzione cioè della scarpata in questione) per “festeggiare” un anno dal deposito della richiesta di una semplice presa d’atto, suffragata, tra l’altro, da una perizia tecnica di un geologo, e con la quale, semplicemente, si certifica che la scarpata in questione non ha le pendenze per essere classificata tale e che insomma non c’è un vincolo idrogeologico sull’area.
Attesa inutile, con i soldi e gli investimenti fermi.
“Trattandosi di questioni squisitamente tecniche afferenti la sfera di competenza dei geologi e non essendoci tra i dipendenti di questo Comune alcuna figura professionale dotata di dette competenze – si giustificavano così il responsabile e il dirigente competenti – si ritiene necessario affidare a un geologo professionista esterno l’ incarico di verificare la fattibilità di quanto”. Solo che poi quell’incarico non è stato mai dato, tanto da costringere la segretaria comunale, sotto la minaccia di una diffida formale presentata da Pasquarelli, ad avocare a sé la pratica e dare l’incarico al commissario ad acta, anche per evitare “eventuali richieste di dei danni subiti e subendi per l’inerzia tenuta dall’Amministrazione comunale – scrive la segretaria – come palesato dalla Soave Energia Project nella stessa diffida del 23.03.2017”.
Ora il commissario avrà quindici giorni di tempo per fare gli atti dovuti: il tempo che, in un Comune normale di un paese normale, sarebbe stato più che sufficiente per liberare investimenti e dare risposte.

3 Commenti su "Centrale idroelettrica: Comune inadempiente, arriva il commissario"

  1. Bisogna cominciare a licenziare chi non compie il proprio dovere con solerzia. Bisogna dare risposte ai cittadini e agli investitori.

  2. sarebbe interessante verificare quanti giorni ha lavorato il dirigente nell’ultimo anno e soprattutto il suo stipendio e eventuali premi di produttività

  3. Antonio Storace | 26 Marzo 2019 at 12:00 | Rispondi

    Se gli articoli composti dal Germe, giustissimi, che meritano almeno l’attenzione dei responsabili dei relativi servizi menzionati per il mal funzionamento dei loro doveri, non vengono presi in considerazione da chi di dovere, in special modo dalla Giunta comunale, cos’altro c’è da commentare?

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