Il termine eleganza deriva dalla parola latina “eligere”: saper scegliere.
Io non sono elegante, non so scegliere. La moda non l’ho mai capita, né seguita.
Per me è fashion tutto ciò che mi fa sentire a mio agio, al contrario è dèmodè quello che mi rende goffa o scomoda.
Però ci sono alcune parole della moda che negli anni mi hanno conquistato, ad esempio lo scaldacuore: un golfino corto con due lembi che si incrociano sul torace e tengono, appunto, caldo il cuore. Ne posseggo tanti: li trovo indispensabili in certe giornate storte, buie e ghiacciate.
Il Romeo e Giulietta: una composizione in cui il cardigan Romeo abbraccia stretta la magliettina Giulietta, tenendola al caldo. Che cosa romantica.
Il centogrammi: un piumino corto che bisogna comprare un etto alla volta. Purtroppo io, in qualsiasi stagione, al di sotto del mezzo chilo, ho freddo.
Ci sono parole della moda, invece, delle quali ho tanta nostalgia: il paltò, il trench, lo spolverino, il robe manteau.
E la sottana? Un tempo era necessaria per far cadere bene i vestiti ed evitare trasparenze imbarazzanti, ora è praticamente scomparsa: i vestiti cadono a caso e le trasparenze sono volute, altrimenti al mattino non varrebbe la pena scegliere la biancheria intima da indossare.
La realtà è che dietro ogni cosa bella, buffa o brutta che improvvisamente tutti cominciamo a desiderare di avere nel nostro armadio, non c’è la casualità, ma un lavoro complesso di professionisti: cool hunter, trendsetter, fashion designer, influencer, poi le nostre figlie che le seguono su Instagram e infine noi, a cui tocca indossare un po’ di quella stravaganza, pur di non buttarla, una volta che verrà sostituita da un’altra tendenza.
Quello della moda è un argomento meno superficiale di quanto si possa decretare con un veloce giudizio e non solo per l’importanza che questo settore ha nell’economia di molte nazioni. È facile giocare sul discorso “moda”, guardando certe sfilate di abiti eccentrici, che renderebbero ridicola anche la donna più bella. È facile disprezzarlo, riflettendo su certi prezzi, giustificati solo da un marchio in voga. È facile rinnegarlo, quando si rivolge esclusivamente a corpi filiformi, praticamente inumani, ai limiti dell’inedia.
Però moda non è solo la haute couture. Moda è anche quella che facciamo noi ogni mattino quando, davanti all’armadio, ci poniamo le solite domande esistenziali: chi sono? Perché sono? Che mi metto?
Che tipo di trend dovrei seguire per essere al top, con la nuance più glamour, che mi renda cool?
Quale vestito sarebbe in grado di valorizzarmi, senza essere giudicato succinto da uno sguardo invadente e ignorante? Quale abito potrebbe proteggermi dai mostri, dai lupi e da chi pensa che il mio pantalone attillato, il mio jeans strappato, il mio rossetto rosso o la mia gonna corta vogliano dire qualcosa di diverso da un “Mi piace e me lo metto”?
Quale armatura devono inventare gli stilisti, perché certe cose smettano di accadere?
Il bomber, il chiodo, il tacco a spillo e il tessuto laminato hanno nomi aggressivi, ma purtroppo non sono in grado di proteggere da soprusi fisici o psicologici.
Ci vorrebbe una corazza indistruttibile da non togliere mai, neanche per dormire o per lavarsi, neanche nei momenti di relax, nei luoghi di pace o quando tutto va bene. In questo modo saremmo sempre al sicuro, ma dovremmo rinunciare alle carezze, agli abbracci, ai massaggi e al solletico. No, non ne varrebbe la pena.
E’ meglio continuare a indossare capi di seta leggera e morbida, che ci permettano di vivere e sentire ogni emozione, cominciando però a vestirci internamente con un’armatura, che non impedirà agli incidenti di esserci, ma sicuramente smetterebbero di ferirci così tanto.
Il drago si stancherà di masticarci, i colpi bassi faranno più male a chi li sferra che a noi, gli incubi li avremo esclusivamente nel sonno e “nascondino” sarà soltanto un gioco.
Perché questo accada, però, è necessario avere almeno due tonnellate di corazza sull’anima, oltre ai cento grammi di piumino sulle spalle.
gRaffa
Raffaella Di Girolamo
Io penso invece che la moda italiana ha vestiti bellissimi che durano nel tempo..sentirsi goffe è inappropriate e chi non ha mai avuto gusto nel vestire,ci sono molte donne che non sanno vestirsi…,perché non hanno avuto cultura del vestirsi alla moda già nelle loro famiglie..,mi alzo e mi metto quello che trovo!!!!
È vero Linda: tante donne, la mattina, si alzano e indossano la prima cosa che trovano e sono sempre quei due tre vestiti con cui si sentono a proprio agio. Io sono fra loro, mia madre e mia figlia no. Non credo si tratti di educazione. È qualcosa che scava più a fondo.
Un saluto ☺