“Riprendere la strada intrapresa dall’allora vicepresidente Lolli per costruire con tutti i partner del settore una politica industriale che insieme ai ministeri interessati monitorasse la situazione”. Questa la soluzione proposta dal consigliere regionale del Partito Democratico Pierpaolo Pietrucci davanti alla grave situazione che sta mettendo in gioco il destino di decine di lavoratori della nostra provincia.
A partire da quelli della Magneti Marelli di Sulmona per i quali la multinazionale ha annunciato due settimane di cassa integrazione “per il calo della produzione alla ex Sevel di Atessa”. Notizia preoccupante la definisce il consigliere Pietrucci per le conseguenze che tale decisione avrà sui 480 dipendenti dello stabilimento peligno, “l’unica fabbrica del Gruppo in Italia a non avere commesse”. “E – continua il consigliere PD – un’azienda senza commesse non vuole fare investimenti tecnologici e, senza questi investimenti, l’apparato industriale vecchio di 50 anni costringe i lavoratori a ad operare su 18 turni, compreso il sabato, per sopperire ai rallentamenti e ai problemi di un impianto obsoleto”.
Un situazione che rischia di aggravarsi a Sulmona come pure ad Avezzano dove i lavoratori della Fiamm – Siapra che produce batterie hanno proclamato uno sciopero per chiedere che a pagare le conseguenze della crisi del settore non siano i lavoratori meno tutelati. Quelli “a tempo determinato” e quelli “somministrati” dalle agenzie interinali, molti dei quali non torneranno a lavoro; nonostante, spiega Pietrucci “il cospicuo finanziamento con i fondi del PNRR” ottenuto dall’azienda che conta 450 dipendenti. Finanziamento di cui 50 milioni sarebbero da destinare allo stabilimento di Avezzano anche per le attività di ricerca e sviluppo e 27 milioni a quello di Veronella (VA), continua Pietrucci per il quale non solo “le ricadute occupazionali non sono chiare ma addirittura si opera un taglio pesante alla manodopera”.
Due realtà della nostra provincia che subiscono le conseguenze “della crisi del settore dell’automotive e delle prospettive di Stellantis nella ex Sevel di Atessa” di cui i sindacati a partire dalla FIOM CGIL hanno già denunciato le gravi criticità, gli scarsi investimenti, le incertezze produttive e le continue riduzioni di organico. Denunce e richieste che le sigle sindacali hanno avanzato anche in occasione dell’ultima visita dell’AD Stellantis Carlo Tavares al quale è stata ribadita la necessità di investimenti significativi perché “una fabbrica che continua ad operare su linee di produzioni datate rischia di restare indietro rispetto alla concorrenza”.
Atessa e Sulmona, due realtà per le quali la Regione può e deve intervenire “diventando protagonista, con il Governo, – conclude Pierpaolo Pietrucci – di un’azione strategica per l’industria nazionale e mettendo in campo tutte le sue risorse”.
E pensare che era la prima priorità della Scoccia, a chiaccccchhhhiiieeerrrreeeeee.
Voti buttati al ventoooooo
SARANNO CONTENTI COLORO CHE HANNO VOTATO A QUESTO GIRO
TRE RAPPRESENTANTI DONNE,INUTILI, IN REGIONE. QUESTA LA TRISTE REALTA’.
Tranquilliiiii ci pensa Mar Silio !
Non è una destra vera ……questo governo è un bluff!
Se non fosse per rete 4 starebbero a casa tutti quanti
A tra 5 anni bischeri 🤘
Se la fabbrica avesse il sito a L’Aquila non ci sarebbero questi problemi.
La verità è che vogliono fare sparire dalla carta geografica Sulmona
Ma questi signori sindacalisti,che fino a ieri ribaltavano la realtà,con interviste rassicuranti x il futuro, dichiarando investimenti che erano reali solo nelle loro corrotte menti. Facendo passare noi operai come allarmisti,siete i primi colpevoli. Vi dovreste vergognare vi definite sindacalisti ma non sapete nemmeno cosa vuol dire fare sindacato. Il bene comune non è parte del vostro vocabolario sperate di cadere in piedi magari sistemati dalle vostre sigle di appartenenza ma la colpa di tutto questo è in primis del vostro silenzio e del vostro non fare sindacato.Anche se vi credete assolti siete lo stesso coinvolti cantava De Andrè. Rifletteteci la sera prima di mettervi a letto che con la vostra incapacità avete portato una fabbrica che ha mezzo secolo di storia alla deriva.
Ma non siete voi a votarli ,come i politici ,mi sbaglio ?
Mancano 5 giorni all’incontro Regione Abruzzo e Magneti Marelli.
A quando le azioni incisive del mondo sindacale e politico intero?
Forse a decisioni prese e che ovviamente saranno le più penalizzanti per i lavoratori di questa entroterra che vanta il “primato negativo dell’occupazione della Regione Abruzzo”?
Intanto gli incentivi diretti e indiretti ai dipendenti ad andarsene continuano e parlando con i lavoratori si percepisce l’aria di un sito industriale in dismissione e prossimo alla chiusura. Ora a tutti quelli che qui commentano con superficiale facilità che le industrie non servono e che possiamo campare di turismo e b&b chiedo questi 400 lavoratori, e altrettante famiglie, possono venire a mangiare a casa vostra? Realisticamente camperanno di b&b di parco di aria o di commercio? La risposta è scontata, poi tutti a lamentarsi dello spopolamento. Siamo noi i primi colpevoli di questo spopolamento perché stiamo privando di un futuro la nostra città e i nostri figli assecondando estremismi frutto di ideologie e ignoranza
Non mi sento di biasimare chi per le più personali e disparate ragioni accetti forme disincentivanti il proprio lavoro e per chi rimarrà sarà sempre più dura visto l’andazzo.
Ogni lavoro in ogni sua forma e a mansione ha la sua coerente dignità e utilità, come la ricerca della felicità è in ciascuno di noi.
Nessun biasimo per loro, anzi grande rispetto. Ma se chiude là Magneti Marelli Sulmona sarà ancora più povera e tutti i nodi e soprattutto i no di fenomeni locali a nuovi insediamenti industriali verranno al pettine. Perché qui si legge spesso di novelli talebani ecologisti (premetto che io non uso mai la macchina se non per estrema necessità sono per la chiusura del centro e per il rispetto dell’ambiente, ma non vivo nel mondo dei sogni) che vorrebbero campare di aria e turismo senza avere nessuna cognizione di causa economica e affini. Stiamo contribuendo a dare il colpo di grazia a questa città
Mi sembra che stiamo parlando tutti della stessa cosa e nello stesso interesse e cioè il “salvaguardare il lavoro in vallata”.
E come già detto non vedo problema alcuno nella libera iniziativa, qualunque essa sia, come non vedo industrie che vogliano aprire se non il contrario… per loro scelta o più plausibilmente dettata dall’alto per reconditi obiettivi distruttivi della vallata.
Di industrie che volevano aprire e non hanno aperto per colpa nostra potremmo scriveee un libro. In ultimo vedasi inceneritore medicinali che ha aperto credo a termoli e ora da lavoro,a 100 persone ma loro sono,stupidì e noi fregni
E potrei continuare