Arrivano le prime reazioni alla notizie della chiusura del punto nascita di Sulmona. In primis quella della sindaca Annamaria Casini che chiede alla politica nazionale di terminare la campagna elettorale e di mantenere fede alle promesse a cominciare dal potenziamento e salvaguardia del punto nascita dell’ospedale di Sulmona, come annunciato dalla stessa ministra della Salute Giulia Grillo il mese scorso.
“In questa competizione elettorale – scrive Casini – tutti i candidati hanno posto la sanità al centro delle priorità di Governo. Vogliamo capire se il punto nascita del nostro ospedale, che serve un vasto territorio montano, sia realmente tra le priorità della Regione e se l’azienda abbia intenzione di potenziare il reparto garantendone così un futuro”. La sindaca poi aggiunge che è necessario garantire l’incremento adeguato della pianta organica del punto nascita e dotare il reparto di adeguati macchinari e strumentazioni, oggi obsoleti o inesistenti, per poter svolgere al meglio tutti gli altri servizi di tipo ginecologico.
Secondo la neo consigliera regionale del Centro Abruzzo, Marianna Scoccia che difende l’operato del marito nella scorsa consiliatura regionale: “Non è accettabile che gli abitanti di una città come la nostra, che ha dato i natali a personaggi illustri come Ovidio e Capograssi, non possano più avere l’onore dell’espressione ‘nato a Sulmona’. Durante la scorsa legislatura, è stata condotta una tenace battaglia in Regione, con la quale si è ottenuto il mantenimento in essere del punto nascita della nostra città, a differenza di quanto accaduto per i punti nascita di Penne, Atri e Ortona, ad oggi chiusi. Non lasceremo che i risultati di quella battaglia vengano vanificati. Chiederò con forza al Presidente Marsilio ed al futuro assessore alla Sanità di affiancarci nella strenua difesa del Punto Nascita. Faccio, inoltre, un appello accorato ai rappresentanti Parlamentari del nostro territorio affinché, insieme a me, si facciano carico di una tematica così rilevante”.
Di tutt’altro avviso è la consigliera comunale di Sulmona Elisabetta Bianchi che attacca Scoccia e scrive: “Stridono le incredibili parole di Marianna Scoccia che nelle ultime ore, e solo dopo la sua elezione in consiglio regionale, si erge a paladina della sanità del Centro Abruzzo dopo anni di dimostrata solidarietà alle politiche sanitarie dalfonsiane e di indifferenza alle complicate vertenze locali delle quali il marito, Andrea Gerosolimo, mai è stato risolutore ma solo favoritore. È del tutto chiaro ed evidente che la neo eletta mai potrà fedelmente interpretare le istanze complesse ed annose di un territorio sia per la scarsa qualità dei metodi che ha dimostrato di saper usare per accaparrarsi una candidatura alle regionali che per i contenuti stucchevolmente sbandierati che in realtà non le sono mai appartenuti e che le sono funzionali ora solo per accorciare la notevole distanza tra lei ed il presidente Marsilio”.
Bianchi ricorda che: “Se il punto nascita è ancora aperto si deve solo alla strenua resistenza di un gruppo di cittadini attenti e non certo all’allora assessore alle Aree Interne il quale si limitò a votare senza convinzione alcuna la risoluzione per la salvaguardia del punto nascita contro la sua maggioranza, a seguito di uno sforzo di persuasione notevole e dell’occupazione di mesi dell’aula consiliare del Comune di Sulmona da parte del comitato cittadino di salvaguardia del punto nascita, azioni forti culminate in sollevazioni popolari finalizzate a vincere, peraltro inutilmente, anche la sua personale resistenza. Infatti subito dopo, al termine della seduta di Consiglio Regionale, si ebbe a sottomettere nuovamente al presidente Luciano D’Alfonso sottoscrivendo un documento di maggioranza che ribadiva l’intento unanime di procedere comunque nella pianificazione sanitaria intrapresa con la promessa che indietro non si sarebbe tornati. Dopo poco divenne fu premiato e diventò assessore”.
S.M.
Ora per completare manca all’appello l’altra signora dell’assise comunale presentatasi alle regionali che, a rigore di logica non si sa più di quale realtà politica faccia parte e questo per sua stessa ammissione, scelta e accadimento.
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