Casini dimissionaria e il “reset” politico. Le reazioni

Da sinistra a destra, passando per i Cinque Stelle, gli umori della politica post dimissioni Casini non tardano a venir fuori, anzi. Da Sinistra Italiana parlano Domenico Capaldo e Daniele Licheri sollevando l’inconcludenza, il servilismo della sindaca dimissionaria “con tempi e contenuti dettati dalla longa manus dell’ex assessore Gerosolimo, Inconcludente anch’egli a livello regionale per le deleghe ricoperte su lavoro ed aree interne- dichiarano-. Ad oggi la città è allo sbando senza un progetto e asservita ai giochi di potere dell’ex presidente D’Alfonso”. Non c’è scusa che tenga per Capaldo e Licheri in un’amministrazione che non ha fatto nulla (masterplan, ospedale, sicurezza sulle scuole, bretella ferroviaria, incendio Morrone): “Ridicolo rivendicare una azione risolutiva e positiva sulla Centrale Snam per la quale si è fatto il gioco delle parti in commedia tra L’Aquila e Sulmona, azione tardiva dopo le dimissioni farsa per poter giustificare le incongruenze e le incoerenze di Regione e Comune”. Casini come una “pedina usata per favorire gli amici negli Enti e nelle Istituzioni, insomma politiche vetero democristiane per le quali la Sindaca ha solo dovuto obbedire alle volontà del vero deus ex machina di questa amministrazione. Un sussulto di dignità quest’ultimo atto? Oppure l’ennesima brutta sceneggiata?”. Che sia l’ennesima “scenneggiata” ai due di Si viene il dubbio, viste le regionali dietro l’angolo e poi, a dirla tutta, non è detto che anche questa volta le dimissioni vengano ritirate.

Possibilità che da CasaPoud vorrebbero del tutto eliminare con il responsabile Giovanni Bartolomucci che lo scrive nero su bianco: “Che il Sindaco con un atto di coerenza prosegue diritta sulla strada delle dimissioni, senza ritirarle, per permettere così il ritorno al voto. Quanto al giudizio su questa amministrazione, riteniamo che ad esprimerlo sia il continuo flusso di sulmonesi che in questo anno sono emigrati altrove per mancanza di prospettive nella propria terra”. “Staccare la spina” è stata una scelta doverosa per CasaPound “Dopo aver tirato a campare per due anni”.

“Un gioco che le si è rotto tra le mani facendosi sfuggire nel tempo alcuni pezzi della maggioranza. Tempo, in realtà, non troppo lungo” tuonano dal MeetUp-Amici di Beppe Grillo Sulmona, gruppo che solleva la questione delle “coincidenze”. “Qualcuno preferisce lasciarle al caso, ma in questo caso sembra che esista un filo conduttore chiaro e lineare tra le dimissioni del sindaco Casini e quelle, da poco annunciate, di Luciano D’Alfonso, senatore incompatibile con la carica di Presidente di Regione che ha scelto di deludere l’elettorato abruzzese in cambio di una comoda e vellutata poltrona rossa a Palazzo Madama”. Una nuova fase di “reset” in attesa dei “formicai di liste civiche elettorali, ricchi di formichine laboriose e fedeli alla propria regina, e non essere complici inconsapevoli di un gioco perverso di riempi-liste che assicurerebbero pacchetti di voti da parte di fratelli, cugini, amici e compari” concludono i pentastellati raccomandando ai cittadini di “mantenere le orecchie dritte”.

“L’azione della amministrazione comunale sino ad ora non ha meritato medaglie. Ma tra il ‘fare male’ e il ‘mollare la barca’ non c’è differenza perchè meriterebbe di essere esplorata pure la terza opzione che è il ‘provare a fare meglio’. E’ l’opinione di Massimo Carugno della segreteria nazionale del Psi. Parla di azione incisiva Carugno, fino ad ora l’unico che non guarda di buon occhio le dimissioni della sindaca soprattutto in considerazione dei cambiamenti in atto a livello nazionale e, presto, anche regionale. “Forse i motivi delle fibrillazioni della maggioranza che hanno portato alla crisi sono gli appetiti da ‘consiglio regionale’- aggiunge Caurgno-. E allora è il caso di avvisare qualche ‘pischello’ e anche qualche ‘meno pischello’ interessati al ‘prodotto’ che se, come è certo, si confermano le previsioni, alle prossime regionali, il centro sinistra sarà molto lontano dai primi e quindi raccoglierà 4 o 5 seggi, poco più di 1 a provincia.
Quindi, salvo, azzardati e sputtananti, salti della quaglia non c’è trippa per gatti”.

S. P.

 

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